Halloween è appena passato e non ho la voglia e nemmeno il tempo di levare le ragnatele finte, ma forse qualcuna è pure vera, sospese tra i muri di casa. Del dolcetto e scherzetto condominiale resta sul tavolo un catino di caramelle raccolte dalle figlie, uno scettro da streghetta e un teschio in plastica, ma grande quanto il mio, che mi sorride dal divano mentre carico la moka. Gli siedo accanto mentre sorseggio il caffè e gli parlo, come un Amleto che commenta il primo sfoglio dei quotidiani per la rassegna stampa del mattino. C’è una notizia, secondo me gli interessa, giro il tablet.
«Leggi qui», dico e gli accarezzo il cranio, «il Governatore Jay Inslee dello Stato di Washington ha firmato la legge 5001 che consente la riduzione organica naturale dei resti umani».
«Cioè?» Fa lui, sapevo che la cosa lo avrebbe colpito.
«È la legge che consente di trasformare il caro estinto in un compost che puoi mettere nei vasi dei gerani sul balcone».
L’orbita vuota coglie un dettaglio: «c’è un link, cliccalo tu che hai le dita».
Eseguo. Il link porta a un’azienda di Seattle. La home page pare quella di un sito che propone gite autunnali: sopra a un bel terriccio marrone, ci sono funghetti, foglioline, muschi, cortecce e anche un bulbo che sembra una testa d’aglio. Vado a vedere come funziona. Una specie di alveare accoglie capsule d’acciaio, una infilata in ogni cella esagonale. Le capsule somigliano a baccelli, a contenitori per sigari e ricordano quelle celle criogeniche che viaggiano sulle astronavi nei film di fantascienza: l’unica differenza è che manca un coperchio trasparente e menomale perché sarebbe di cattivo gusto dato che dentro al baccello c’è un corpo umano. Un corpo in stato di ricomposizione… Recompose infatti è il nome dell’azienda e promette meraviglie. Il caro estinto riposa nella capsula in un letto di erbe profumate, fieno e trucioli di legno che favoriscono lo sviluppo di funghi e batteri. L’ossigenazione continua agevola il processo e in due mesi il corpo diventa un terriccio fertile e profumato di sottobosco, simile a quello che comperiamo al supermercato per rinvasare le piante aromatiche.
Il tutto per 7.000 dollari, compresi trasporto, compostaggio, necrologio e dispersione. E sì perché per la legge americana il compost così ottenuto può essere sparso ovunque: proprio come le ceneri delle urne dopo la cremazione, come si vede nei film. Oppure si può affidare il compost ai silvicoltori che lo distribuiscono nelle foreste convenzionate. Una pratica ecologica, sostiene l’azienda, il compostaggio di un corpo ha un’impronta di carbonio molto bassa, infatti, impiega soltanto un ottavo dell’energia necessaria per la tradizionale cremazione ed evita l’emissione di una tonnellata di anidride carbonica. Si risparmia anche l’energia per produrre le bare, le lapidi, i ceri e tutti gli altri accessori cari al defunto e infine non si occupa spazio, come avviene da migliaia di anni negli ormai obsoleti cimiteri.
«Tutti questi vantaggi per soli 7.000 dollari», commenta il cranio, «non è molto considerando che in Italia un funerale tradizionale con cremazione costa fino a 2.500 euro e uno con tumulazione anche 5.000».
Annuisco con convinzione e cerco il video Katrina Spade, fondatrice della Recompose, in una conferenza TedX.
Il compostaggio non è la sola pratica alternativa per dare l’estremo saluto alla salma. L’arcivescovo Desmond Tutu, attivista per i diritti umani, eroe anti-apartheid e Nobel per la Pace, desiderava, in vita, che il proprio corpo fosse liquefatto una volta passato a miglior vita. Nel dicembre del 2021 sono state fatte le sue volontà e il suo corpo affidato ai tecnici della Bio-Response Solution che lo hanno sottoposto a un processo di acquamazione, una pratica riconosciuta legalmente e realizzabile in 14 stati americani.
Come funziona. Si mette il corpo in una specie di pentola a pressione. Si aggiungono 3 litri d’acqua per ogni chilogrammo di corpo e si unisce idrossido di potassio nella quantità sufficiente per ottenere una soluzione molto basica. Si porta a 152 gradi centigradi e si attendono dai 60 ai 90 minuti, il tempo necessario per sciogliere tutti i tessuti del cadavere. Si ottiene uno scheletro bello pulito e un liquido trasparente e ambrato, come un buon whisky, che può essere scaricato senza problemi nella rete fognaria. Le ossa vengono ricotte a 120 °C poi polverizzate e restituite ai famigliari, insieme alle eventuali protesi perché proprio quelle non si sciolgono.
Anche Bio-Response Solution sostiene i suoi punti di forza: oltre il 90% di risparmio energetico rispetto alla cremazione a fiamma, nessuna emissione diretta di gas serra, nessun utilizzo di combustibili fossili, il 20% in più di cenere restituita alla famiglia.
«Fantastico», fa il cranio. «Tutto molto ecologico… Però è un po’ poco elegante».
«Un attimo», rispondo.
Ci sono aziende svizzere che trasformano le ceneri del caro estinto in un diamante. È una forma di sepoltura alternativa, dicono, che a conti fatti non costa molto di più di un funerale tradizionale. E poi ha il vantaggio di trasformare la persona amata in un oggettino piccolo, discreto e prezioso. Un diamante autentico, assicurano, con le stesse proprietà fisiche, chimiche e ottiche dei diamanti naturali.
Per fare un diamante occorre un po’ di carbonio e per fortuna un corpo umano ne ha parecchio visto che è fatto per un quinto di questo elemento. Il carbonio estratto dalle ceneri viene compresso, scaldato a più di mille gradi e trasformato in grafite, sì, proprio quella delle matite. La grafite scrive perché è un cristallo molto tenero che quindi si sfalda lasciando una traccia sulla carta. Il processo potrebbe fermarsi qui e trasformare il defunto in una bella ed economica matita per soddisfare i clienti meno facoltosi. Invece va avanti, la grafite viene schiacciata e scaldata dentro presse potentissime e nel giro di qualche settimana gli atomi di carbonio si legano in strutture cristalline stabili e rigide per formare un diamante pesante fino a un carato (0,2 grammi).
Diamanti di colori diversi, dal bianco al blu fino al dorato, assicurano le aziende, perché ogni persona ha una composizione chimica unica. Non ci sono due diamanti uguali così come ogni persona è stata unica quando era in vita.
«Unica, come te», faccio al cranio e gli sgancio un buffetto sulla mandibola.
Leggi anche >> Cozze spaziali ( Ep. 1 di Polpette)
Leggi anche >> Mare e città ( Ep. 2 di Polpette)
Fonti e informazioni
Per preventivi e informazioni sui funerali tradizionali
Per il compostaggio
Per la liquefazione
Per i diamanti
Riferimenti legali
https://www.smithsonianmag.com/smart-news/california-has-legalized-human-composting-180980809/
I video
Katerina Spade al TedX
Una visita all’impianto con tanto di morta che parla (giocare 47)