Manifestazioni naturali di idrocarburi in Basilicata

Sintetica ricostruzione storica del fenomeno degli affioramenti naturali di petrolio nel Comune di Tramutola, piccolo borgo lucano della Val d’Agri.

Autore

Maria Francesca Scannone

Data

6 Ottobre 2022

AUTORE

TEMPO DI LETTURA

5' di lettura

DATA

6 Ottobre 2022

ARGOMENTO

CONDIVIDI

Note di storia della scoperta del petrolio in Basilicata

Tra tutti gli ecosistemi naturali che coinvolgono la presenza dell’acqua, caso particolare ed unico, è quello degli affioramenti naturali di petrolio, caratterizzati da fuoriuscite di petrolio e acqua sulfurea dal terreno.
Forse non a tutti è noto che in Basilicata, nel Comune di Tramutola, piccolo borgo lucano situato nella valle fluviale dell’Agri e ricadente nel comprensorio del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, c’è sempre stata una presenza di affioramenti naturali di idrocarburi. In una piccola valle che ospita un ruscello affluente del Rio Cavolo, tra la fitta vegetazione ci si imbatte nelle manifestazioni naturali di petrolio.
L’osservatore che visita questi luoghi rimane affascinato dalla naturalità del posto mentre osserva un gocciolamento libero di olio che risale da livelli poco profondi del sottosuolo (il giacimento si trova a circa 300-400 metri di profondità) lungo fratture della roccia.


Il petrolio che sale in superficie è associato ad acqua e gas naturale (principalmente metano, anidride carbonica e idrogeno solforato). Le manifestazioni sono costituite essenzialmente da petroli più o meno ossidati che non evaporano, di colore scuro o nerastro, molto viscosi o addirittura pastosi. 

Figura 1: Manifestazione naturale di idrocarburi – Tramutola

Cosa sono le manifestazioni superficiali di petrolio?


La migrazione del petrolio dalla trappola geologica verso la superficie, talvolta, ha come conseguenza la formazione di manifestazioni petrolifere superficiali. Se durante la risalita, infatti, gli idrocarburi incontrano esclusivamente rocce porose, fratture e connessioni idrauliche, possono affiorare in superficie. 

A: Manifestazione al margine del bacino.

B e C: all’interno del bacino in corrispondenza di faglie.

D: a contatto con una cupola salina.

E: intrusione ignea.

F: fenomeno di erosione.

G: discordanza

Figura 2: Esempi di manifestazioni petrolifere superficiali. La freccia indica la direzione di migrazione e di venuta a giorno degli idrocarburi, mentre in nero è segnato l’accumulo profondo entro la roccia-serbatoio

Tramutola: testimonianze storiche

Tramutola è conosciuta sin dall’antichità per le manifestazioni superficiali di idrocarburi. Ed è proprio grazie a uno studio sistematico degli affioramenti di petrolio, commissionato dall’Ispettorato del Corpo Reale minerario, che iniziò la ricerca di idrocarburi in Val d’Agri nei primi anni del ‘900. Ricerca che portò alla scoperta del giacimento più importante dell’Europa Continentale on shore

Tuttavia, secondo alcuni racconti popolari, pare che a Tramutola tali manifestazioni fossero note da tempo. La popolazione del luogo aveva una certa familiarità con una sostanza nerastra dall’odore particolare e che affiorava in superficie presso il Rio Cavolo formando macchie oleose originatesi verosimilmente in seguito al disastroso terremoto del 1857 con epicentro in Val d’Agri.

Storici e studiosi dell’epoca documentano i mutamenti avvenuti nel territorio dopo il sisma, dell’odore di bitume e zolfo avvertito, di colonne luminose di fuoco avvistate e dei mutamenti nelle sorgenti e nei pozzi. Sul settimanale francese L’Illustration: Journal Universel, pubblicato dal 1843 al 1944, sono state divulgate, all’epoca del sisma, varie stampe relative al terremoto del 1857. In una di queste stampe si fa riferimento a sorgenti sulfuree createsi con il terremoto.

Figura 3: Stampa tratta dalla rivista L’Illustration: Journal Universel e raffigurante le sorgenti sulfuree createsi col sisma del 16 dicembre 1857 in Val d’Agri. Fonte: Casa Museo Moliterno – Domenico Aiello, http://www.domenicoaiellocasamuseo.it/it/museo/collezione-permanente/8/stampe.html

La presenza di queste manifestazioni era nota e fu documentata sulla base di rilevamenti compiuti da ingegneri minerari italiani e stranieri tra il 1888 e il 1892. Un campione di questo olio venne addirittura presentato all’Esposizione Universale di Parigi del 1878. Ma il primo studio scientifico dedicato interamente a Tramutola, risale al 1902, quando, l’ingegner Camillo Crema eseguì una sommaria ricognizione di tali manifestazioni. Da quel momento ai giorni nostri si sono susseguiti altri momenti fondamentali nella ricerca di idrocarburi nella Val d’Agri.

 Nel 1912 la Società Petroli d’Italia stipulò con ottantasette proprietari terrieri di Tramutola un contratto di concessione per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti che sarebbero eventualmente stati ritrovati nel sottosuolo del Comune. I lavori di perforazione cominciarono nel 1920, raggiungendo una profondità di 144 metri, ma di lì a qualche anno furono abbandonati poiché la tecnologia dell’epoca era molto costosa e la produzione ritenuta scarsa e economicamente poco conveniente.

Nel 1931, ulteriori approfondimenti da parte del geologo Guido Bonarelli, il primo ad intuire il reale potenziale petrolifero della regione, consentirono di individuare altri sei gruppi di manifestazioni petrolifere.

Nel 1933 l’Agip, fondata appena qualche anno prima, eseguì ricerche nella zona che portarono alla scoperta, nel 1937, del giacimento di Tramutola, capostipite di quelli attuali, perforando 47 pozzi tra il 1936 e il 1943. La memoria di quella fase pionieristica è ancora viva, non solo negli scritti degli storici locali ma anche nelle testimonianze dirette degli operai dell’epoca e negli esempi di archeologia industriale presenti nell’area.

In seguito, a causa della II Guerra Mondiale e del conseguente tracollo economico, la ricerca e l’attività petrolifera in Basilicata venne accantonata. 

Nel 1975, a seguito della crisi energetica scoppiata nel 1973, Agip riprese le esplorazioni in Basilicata, ottenendo un grande successo: la ricerca petrolifera dimostrò la ricchezza del sottosuolo della Val d’Agri, riscoprendo uno dei più importanti giacimenti in Europa. 

Figura 4a: Gli affioramenti naturali di idrocarburi di Tramutola.
Figura 4b: Gli affioramenti naturali di idrocarburi di Tramutola.

Affioramenti di petrolio: l’ecosistema


La particolarità del fenomeno degli affioramenti e la naturalezza del sito di Tramutola, giunti nei secoli fino ai giorni nostri, suscitano ancora grande interesse, sia nell’osservatore che visita questi luoghi sia nella comunità scientifica. Quest’ultima è particolarmente interessata allo studio dei fenomeni di adattamento, in modo da capire quali processi vengano messi in atto dagli organismi viventi per sopravvivere alla presenza di idrocarburi. Infatti, batteri, specie vegetali e animali, in un ambiente cronicamente caratterizzato dalla presenza di idrocarburi, non subiscono in modo inerte gli effetti di una trasformazione ambientale, ma mettono in atto una serie di risposte che tendono a ricostruire un nuovo equilibrio ecosistemico.

È noto in letteratura scientifica che gli ecosistemi nel corso del tempo producono una serie di risposte adattive all’ambiente circostante, che arricchiscono il suolo di microrganismi, batteri e funghi, in grado di sfruttare composti “estranei”, finanche gli idrocarburi, per il loro stesso metabolismo, di fatto degradandoli.
Gli affioramenti naturali di idrocarburi possono in effetti essere considerati un laboratorio a cielo aperto per studiare in che modo i processi naturali influenzano il destino ambientale degli idrocarburi e come gli organismi viventi siano in grado degradare e di sopravvivere alla presenza di queste sostanze. E le numerose specie vegetali e animali che circondano e popolano gli affioramenti naturali di Tramutola ne sono un’effettiva ed efficace testimonianza.

Figura 5: Rana avvistata nei pressi degli affioramenti di Tramutola.
Figura 6: Esemplare di Equisetum cresciuta negli affioramenti di Tramutola. Questa pianta ha origini antichissime e resti fossili sono stati rinvenuti in rocce risalenti a circa 350 milioni di anni fa. 

Bibliografia

  • Agip S.p.A., La ricerca petrolifera in Val d’Agri (Recensione storica), Val d’Agri Fiel Book, Viggiano (Aprile 1996).
  • Bonarelli G., Possibilità petrolifere nel territorio di Tramutola in Basilicata, Giornale di Geologia, 1932, Vol. VII.
  • Cassamagnaghi S., L’oro nero della Basilicata – Lo “strano” caso di Tramutola, Fondazione Eni Enrico Mattei, aprile 2013.
  • Crema C., Il petrolio nel territorio di Tramutola, Bollettino della Società Geologica Italiana, 1902, Vol. XXI.
  • Del Giudice F., Ragguaglio dei principali fenomeni naturali avvenuti nel Regno durante il 1857: articolo estratto dal fascicolo 124 degli Annali civili del Regno delle Due Sicilie, (S.l., s.n.) 1858.
  • eni, eni in Basilicata, Local Report 2013.
  • Racioppi G., Sui tremuoti di Basilicata nel dicembre 1857 – Memoria di Giacomo Racioppi, Napoli, Stabilimento tipografico della Gazzetta dei Tribunali, 1858.
  • Scandone P., Note Illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100000. Fogli 199 e 210 Potenza e Lauria. Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, Direzione Generale delle Miniere, Servizio Geologico d’Italia, Roma, Nuova Tecnica Grafica, 1971.
  • Van Dijk J.P., Affinito V., Atena R., Caputi A., Cestari A., D’Elia S., Giancipoli N., Lanzellotti, M., Lazzari, Oriolo N., Picone S., Cento Anni di Ricerca Petrolifera – L’Alta Val d’Agri (Basilicata, Italia meridionale). Atti del 1º Congresso dell’Ordinedei Geologi di Basilicata, “Ricerca, Sviluppo ed Utilizzo delle Fonti Fossili: Il Ruolo del Geologo”, Potenza, 30 novembre– 2 dicembre 2012 (2013).
  • Casa Museo Moliterno – Domenico Aiello, L’Illustration: Journal Universel (http://www.domenicoaiellocasamuseo.it/it/museo/collezione-permanente/8/stampe.html
  • Enciclopedia Treccani, Il Petrolio. http://www.treccani.it/enciclopedia/petrolio/ 
Leggi anche
Oggi, Scienza
1′ di lettura

E se tornassero in vita i Mammut?

di Redazione
Oggi, Scienza
1′ di lettura

Black carbon e riscaldamento climatico

di Redazione
Scienza
Viva Voce
4′ di lettura

La bioeconomia che verrà

di Stefano Bertacchi
Economia
Viva Voce

Abbigliamento circolare per l’outdoor

di Giulio Piovanelli
5′ di lettura
Scienza
Viva Voce

La bioeconomia che verrà

di Stefano Bertacchi
4′ di lettura
Società
Viva Voce

La sfida delle monete complementari italiane 

di Cristina Toti
8′ di lettura
Scienza
Viva Voce

Virus biotech per la medicina

di Stefano Bertacchi
5′ di lettura
Clima
Viva Voce

Recupero di terre rare da RAEE: progressi e criticità

di Sergio Corbetta, Enrico Folin
5′ di lettura
Società
Viva Voce

Diari di apartheid. La città a due volti.

di Gloria Ballestrasse
4′ di lettura

Credits

Ux Design: Susanna Legrenzi
Grafica: Maurizio Maselli / Artworkweb
Web development: Synesthesia