Ambiente ed estetica sostenibile: focus verde

La percezione visiva è il processo di elaborazione delle informazioni provenienti dal mondo esterno attraverso gli occhi ed elaborate dal cervello che le traduce in informazioni più complesse.

Autore

Caterina Verrone

Data

9 Marzo 2023

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5' di lettura

DATA

9 Marzo 2023

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Focus: l’uso del verde 1 2 3 4

Mitigare l’impatto visivo significa agire anche sull’uso del verde, come ulteriore strato utilizzabile per il ‘camouflage’ ottico e non solo. Generalmente le aree verdi sono utilizzate per il controllo e la riduzione dell’impatto visivo, ma agiscono anche positivamente sul rumore, sul microclima, sull’inquinamento e generano effetti psicologici positivi nei fruitori.

Questo è quanto narra la letteratura sulle NBS, Nature Based Solutions, Soluzioni Basate sulla Natura. 

Nate alla fine degli anni 2000 su iniziativa della Banca Mondiale e della Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) , le Nature Based Solutions sono definite della stessa IUCN 5 come «azioni per proteggere, gestire in modo sostenibile e ripristinare gli ecosistemi naturali e quelli modificati che affrontano le sfide sociali in modo efficace e adattivo, fornendo al contempo benessere per gli esseri umani e benefici per la biodiversità»6.

Anche la Commissione Europea ha recepito le indicazioni della IUNC, includendole nei documenti programmatici delle politiche europee come il Green Deal, la Strategia per la biodiversità al 2030 e la Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici 7.

Quindi le NBS sono soluzioni progettuali che utilizzano la natura, ma cosa sono esattamente?

Fig. 1 Parete verde applicata ad un edificio 

Secondo il documento del Politecnico di Milano, Catalogue of Nature Based solutions for urban regeneration 8, le NBS si dividono in diversi tipi di intervento:

  • su scala edilizia (pareti e tetti verdi, nano giardini, facciate climatiche, living wall, ecc.);
  • pubblici e urbani (viali alberati, oasi di fiori, griglie di ventilazione verde, arredi eco-urbani, frutteti e orti urbani e comunitari, ecc.);
  • in corpi idrici e sistemi di drenaggio (zona umida urbana, stagni di deflusso e raccolta dell’acqua piovana, trattamento biologico delle acque reflue, ecc.);
  • nelle infrastrutture lineari di trasporto (tettoie e barriere al rumore);
  • in aree naturali e gestione del territorio rurale (biotopi umidi, centri di compostaggio comunitari, fitobonifica del suolo, ecc.);
  • in biodiversità ecologica e habitat (ponti/corridoi verdi per la fauna selvatica, parchi/case/giardini per gli insetti, le api e gli uccelli, ecc.).

Dopo una veloce panoramica sulle NBS, quali sono i veri e propri effetti sull’ambiente e sugli aspetti sociali?

Le NBS agiscono su diversi aspetti come la mitigazione del microclima. Per esperienza sappiamo che viali alberati e zone verdi sono in grado di abbassare le temperature e ridurre l’impatto delle isole di calore nelle aree urbanizzate. Il discorso vale anche nella dimensione edilizia: l’applicazione di tetti e pareti verdi è in grado di normalizzare le temperature interne degli edifici, generando risparmi energetici significativi sul riscaldamento/raffreddamento di questi ultimi. Interventi come tetti e pareti verdi sono in grado di portare in città il verde, rinforzando la presenza di giardini e aiuole. Allo stesso tempo gli alberi e le piante, con la loro capacità di assorbire CO2 ed alcuni inquinanti, possono agire positivamente sul miglioramento della qualità dell’aria urbana o delle aree industriali, oltre a creare ambienti abitabili e vivibili, fatti di profumi e oasi d’ombra. La presenza di verde è in grado anche di diminuire l’inquinamento acustico assorbendo e riducendo le onde sonore, creando delle barriere anche visive.

Grazie alla scelta oculata di alberi, arbusti e piante erbacee è anche possibile riportare nelle città o nelle aree industriali fauna che, non trovando elementi di sussistenza, ha abbandonato quegli spazi. A Milano per esempio sono state piantumate aiuole con specie in grado di attirare farfalle e insetti utili all’impollinazione. Creare dei corridoi che permettano alla fauna di ‘attraversare’ le aree antropiche non favorevoli al loro habitat, aiuta a non escludere queste specie da intere aree e favorire la biodiversità creando scenari favorevoli a nuove e vecchie specie.

Risultati positivi interessano anche il dissesto idrogeologico: la presenza di alberi e arbusti, che grazie alle loro radici sono in grado di controllare il deflusso delle acque e contenere i suoli, è fondamentale nella prevenzione di eventi estremi. 

I tetti verdi anche di modeste dimensioni, per esempio, agiscono sull’assorbimento e deflusso controllato delle acque piovane nella rete fognaria, evitando inondazioni e dilavamenti.

Le azioni di rinverdimento e di utilizzo di soluzioni naturali hanno una ricaduta secondaria molto importante sugli aspetti fisiologici e sociali dei fruitori delle aree industriali. 

Da anni diversi studi dimostrano che le aree verdi hanno effetti positivi sulla percezione dei fruitori, incidendo positivamente sulla qualità della vita, fornendo non solo benefici sulla salute, ma anche sull’aspetto di convivialità e condivisione sociale delle popolazioni. Attività comunitarie in natura come orti urbani e giardini sono strumenti utilizzati per generare coesione sociale e per riattivare interi luoghi. Il prendersi cura del proprio territorio crea senso di appartenenza, generando inclusione e partecipazione. È lavorare insieme per il benessere di tutti.

Il progetto

La progettazione del verde del progetto FEEM ha scelto di agire su alcune delle componenti prima descritte, declinandole secondo le caratteristiche e le esigenze del territorio e i desideri della popolazione. La progettazione è legata necessariamente alle caratteristiche climatiche, fisiche e alla tipologia del suolo. Le fasce di verde sono di solito costituite da piante dalla chioma compatta e folta, le cui radici si sviluppano a diverse profondità in modo da sfruttare l’acqua nel migliore dei modi.

Le piante devono inoltre crescere rapidamente, resistere ad agenti inquinanti e non creare eccessivi residui (resina, foglie caduche, petali, frutti). Infatti è necessario tenere conto dell’impatto manutentivo ed economico che esse comportano ed è preferibile scegliere piante autoctone, che siano di tipo erbaceo, arboreo o arbustivo.

Queste vengono utilizzate sia come verde funzionale sia come verde d’arredo.

Il primo, assolve a delle esigenze di tipo più pratico, come il controllo delle polveri e dei rumori e dell’impatto visivo. Il secondo ha uno scopo più legato all’estetica e alla decorazione.

Il primo consiste per esempio in pareti verdi con finalità di barriere (visiva, delle polveri, del rumore), in tetti verdi o verde stradale (nei parcheggi, nelle rotonde, ecc.). L’arredo, invece, è costituito da aiuole e prati.

Esempi di verde funzionale sono:

  • le barriere e schermature utilizzate per il miglioramento dell’impatto visivo, la riduzione della concentrazione di polveri e inquinanti, la diminuzione dei rumori, ecc.: sia le chiome degli alberi e le foglie, sia le radici agiscono a questi scopi. Le barriere possono consistere in strutture di sostegno realizzate in diversi materiali (strutture in metallo, cemento, legno, ecc.) e poi ricoperte da vegetazione o possono essere costituite da fasce di vegetazione arborea o arbustiva. 
  • i tetti verdi, tendenzialmente realizzati su solai piani, sostituiscono i normali materiali di costruzione e guaine con la vegetazione. I vantaggi sono molti e vanno dall’isolamento acustico-termico, alla resistenza al fuoco, alla riduzione dell’inquinamento, fino alla raccolta delle acque piovane. Le piante utilizzate hanno di solito radici poco profonde, crescono rapidamente e resistono al gelo.
  • il verde stradale ha un’alta valenza estetica, un alto costo iniziale, ma bassi costi di manutenzione. Inoltre è importante per l’assorbimento delle polveri inquinanti, per l’ombreggiatura e la riduzione del rumore. I parcheggi hanno bisogno invece di piante alte, con radici che non rovinino il manto stradale e in grado di creare un’ampia ombra, ma che non producano eccessiva resina o melata.

Elementi del verde d’arredo sono:

  • i prati. Hanno alte esigenze idriche e manutentive e hanno maggiore possibilità di resistenza se realizzati in zone non di passaggio: l’effetto estetico che si ottiene è molto gradevole.
  • le aiuole. Abbelliscono gli ambienti e creano aree ricreative con un forte potenziale estetico e di socializzazione, agendo in maniera diretta sulla componente psicologica del fruitore. Da un punto di vista pratico, esse regolano la presenza di piante infestanti, non necessitano di eccessiva manutenzione crescendo in aree anche ostili, e la loro estetica stagionale è sempre di alto valore. 

Il progetto di mitigazione di FEEM parte da tali strumenti e considerazioni e propone di riqualificare le aree industriali rendendo di nuovo abitabili le aree limitrofe e agendo sugli edifici in modo da utilizzare la vegetazione per mimetizzare gli elementi impattanti, attraverso la creazione di barriere, pareti e tetti verdi, ma anche realizzando percorsi in grado di mettere in comunicazione le varie parti dell’insediamento. Attrezzando i percorsi con arredi ecosostenibili, dotati di wi-fi e punti di ricarica, è possibile visitare l’area attraverso la mobilità sostenibile e mediante l’uso di device per accedere alle informazioni sul territorio.

In conclusione, il progetto utilizza un layer verde che ha reso meno visibile la presenza della preesistente area industriale in un contesto semi rurale e ha reso più vivibile l’area, agendo su componenti che mostrano l’opera come più accettabile a livello ‘umano’.

Note

  1. AIPIN Marche, Linee guida alla progettazione degli interventi di ingegneria naturalistica nelle Marche, Tipografia Luce di Osimo (An), marzo 2010
  2. Regione Marche, Giunta Regionale Dipartimento Territorio e Ambiente Autorità Ambientale Regionale, Buone pratiche per la Gestione Ambientale delle Aree Industriali; maggio 2005, dossier 14; in “Eco-efficiency Biennal”, terza edizione, Torino 18-21, Maggio 2005
  3. ISPRA, ATAP, Analisi e progettazione botanica per gli interventi di mitigazione degli impatti delle infrastrutture lineari, Manuali e linee guida 65.3/2010, ISPRA – Settore Editoria, novembre 2010
  4. CSEA, Ingegneria naturalistica: nozioni di base, Regione Piemonte, Stato Italiano e Comunità Europea
  5. A. Assadi, S. Crivello e A. Toldo, Le Nature Based Solutions, Politecnico di Torino dipartimento di architettura corso di laurea magistrale in architettura per il progetto sostenibile luglio 2019, in https://webthesis.biblio.polito.it/11787/1/tesi.pdf,
  6.  Seeds, IPCC Focal point for Italy, https://ipccitalia.cmcc.it/nature-based-solutions/
  7. Politecnico di Milano, Catalogue of Nature Based solutions for urban regeneration, in “Energy & urban planning workshop”, final report, version 4-24/9/2019, https://milanoclever.net/soluzioni-nbs/
  8. Ibidem
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