L’unica guerra che dovremmo combattere è quella per il cambiamento climatico: l’importanza dell’IPCC e dei suoi report.
Bisogna agire subito ed in maniera concreta. Questo è il concetto di base espresso dagli ultimi report dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in materia di clima.
L’IPCC è stato creato nel 1988 dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) con l’obiettivo di fornire ai governi le adeguate informazioni scientifiche utili allo sviluppo di politiche climatiche.
Uno dei risultati principali del loro lavoro sono dei report, suddivisi in base a diverse categorie. Gli stessi sono ritenuti uno degli input chiave nei negoziati internazionali sul cambiamento climatico, come le Conference of Parties (COP) e i meeting dei Subsidiary Bodies (SB).
Come funziona l’IPCC?
Gli esperti dell’IPCC sono suddivisi in tre gruppi di lavoro (working groups) ed una task force:
- Gruppo di Lavoro I (WG I): esamina la scienza fisica alla base dei cambiamenti climatici passati, presenti e futuri.
- Gruppo di Lavoro II (WG II): valuta gli impatti, l’adattamento e le vulnerabilità legate al cambiamento climatico.
- Gruppo di Lavoro III (WG III): definisce le misure da prendere in materia di mitigazione al cambiamento climatico.
La task force è stata creata successivamente alla nascita dell’IPCC (1998). Questa ha l’obiettivo di sviluppare una metodologia internazionale comune per il calcolo delle emissioni (e degli assorbimenti) di gas serra a livello nazionale. Inoltre, è opportuno sottolineare la differenza tra due concetti apparentemente uguali ma che, dopo un’attenta analisi, risultano essere molto diversi tra loro: ‘adattamento’ e ‘mitigazione’.
Mentre per adattamento si intendono tutte le azioni volte per prepararsi ad adattarsi agli effetti del cambiamento climatico, per mitigazione si intende l’insieme delle azioni per limitarne gli effetti, come la riduzione delle emissioni umane di gas a effetto serra (GHG).
In altre parole, l’adattamento è più una forma di difesa nei confronti del cambiamento climatico, mentre la mitigazione è la prima linea di attacco.
I dati più importanti degli ultimi report IPCC
I tre report dei working group sono già stati pubblicati. Gli stessi, a settembre, andranno a formare un report riassuntivo finale dal nome AR6 Synthesis Report: Climate Change 2022, che servirà come punto di partenza per gli imminenti negoziati che avverranno alla COP27 il prossimo novembre.
Il report del Working Group I è stato pubblicato il 6 agosto 2021 e prende il nome di Climate Change 2021: The Physical Science Basis. Tra i dati più importanti, viene evidenziato che, senza alcun dubbio, è stata l’influenza umana ad aver riscaldato ha riscaldato l’atmosfera, l’oceano e le terre emerse. Ad esempio, viene riportato che «Il livello medio del mare globale è aumentato di 0,20 m tra il 1901 e il 2018».
Il report del Working Group II si mantiene sullo stesso livello di pessimismo. È stato pubblicato il 28 febbraio 2022 ed è intitolato Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability e, dalle sue 3675 pagine, traspare un messaggio molto chiaro: «gli impatti del cambiamento climatico sulla terra sono devastanti. Viene evidenziato che le scelte economiche passate e, in parte, attuali non hanno permesso un progresso di uno sviluppo economico globale resiliente secondo i principi dell’economia circolare» e che «superare il +1,5°C porterà a conseguenze irreversibili su ecosistemi e popolazioni».
Il terzo ed ultimo report dell’IPCC, quello relativo al Working Group III, è stato pubblicato il 4 aprile 2022 con il nome di Climate Change 2022: Mitigation of Climate Change. Questo report evidenzia che «Le riduzioni delle emissioni di gas serra entro il 2030 e il 2040, in particolare le riduzioni delle emissioni di metano, riducono la probabilità di superare il limite dei 1,5 gradi centigradi».
Dobbiamo agire subito. L’IPCC ha suonato l’allarme già da diversi anni.
Adesso tocca a noi invertire la tendenza e far si che, obiettivo di mantenere la temperatura media globale al di sotto di 1,5 gradi centigradi, non sia solo un sogno ma che, al contrario, diventi realtà.
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