«Non possiamo evitare di lasciare impronte, ma possiamo scegliere come farlo». E’ con questa sua frase che Teresa Agovino, ingegnere ambientale e Consulente di turismo sostenibile, ama sintetizzare la sua idea di viaggio sostenibile.
Perchè ti definisci artigiana della sostenibilità?
Mi piace molto come immagine di me che provo a portare la sostenibilità ovunque nel mondo. Parto sempre da un bisogno di una comunità locale, spesso a Sud del mondo, e costruisco un progetto sostenibile su misura per la popolazione ed il territorio. Amo la cooperazione come strumento di supporto ai popoli e la cosa più probabile che possa accadere è trovarmi seduta a terra in un villaggio di qualche Paese in via di Sviluppo ad ascoltare le esigenze delle comunità locali e a progettare insieme a loro. Progetti di potabilizzazione delle acque, gestione dei rifiuti ed efficientamento energetico delle strutture.
Attualmente ti dedichi al turismo sostenibile? Come mai questa scelta?
Lavorare per tanto tempo a Sud del mondo mi ha permesso di toccare con mano l’impatto negative generato dal turismo di massa. E’ questo che mi ha spinta ad approfondire il tema e ad intraprendere un percorso con le Nazioni Unite e a certificarmi come auditor di turismo sostenibile. Ciò che faccio è valutare la sostenibilità ambientale e sociale delle strutture turistiche e rilasciare, qualora siano idonei, certificazioni riconosciute a livello internazionale dalle Nazioni Unite. In aggiunta, Lavoro anche come Consulente di turismo sostenibile presso l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO).
Cosa significa turismo sostenibile?
E’ un turismo rispettoso. Quello che io amo definire ‘in punta di piedi’. Un turismo che tiene conto del fatto che, ogni qual volta raggiungiamo un luogo, siamo sempre ospiti a casa di qualcuno altro. E’ un turismo che opera in maniera etica e rispettosa nei confronti dell’ambiente, delle popolazioni e degli animali, ponendo in essere delle scelte sostenibili. Supportare le strutture locali, gli operatori del posto, le attività che non maltrattano gli animali. I tour operator che reinvestono in progetti di sviluppo locale o le agenzie che operano in modo etico nei confronti dell’ambiente. Viaggiamo in modo sostenibile ogni volta che facciamo sì che i soldi spesi in viaggio alimentano e supportano l’economia del Paese visitato rendendo equo lo scambio con chi ci riceve.
Hai anche fondato la tua startup, Faroo. Di cosa si occupa?
La nostra missione è trasformare il turismo in una forza positiva per cambiare il mondo. Organizziamo per le aziende esperienze di team building ad alto impatto in modo da unire il divertimento, la formazione sul campo in materia di sostenibilità e il supporto agli operatori turistici sostenibili. Abbiamo un network molto importante di operatori attenti alla sostenibilità che lavorano in Italia e, in questo modo, riusciamo a creare nuove opportunità per loro. Certifichiamo ogni operatore in termini di sostenibilità e accompagniamo chi ancora non lo è lungo il percorso di miglioramento e riduzione dell’impatto. Siamo partiti dalle aziende ma presto queste attività saranno disponibili anche a privati in modo che tutt* possano viaggiare generando un impatto positivo.
Sei anche una green influencer, giusto?
E’ così che mi ha definito il Sole24h per il mio lavoro di divulgazione sui social (specialmente Instagram). Non mi sento esattamente un’influencer ma ciò che provo a fare è semplificare concetti complessi legati alla sostenibilità, al climate change e al turismo sostenibile in modo che siano fruibile da chiunque. Lo faccio con video da 60 secondi usando il mio format conosciuto come Green Corner.