Secondo quanto riportato in The International Union for Conservation of Nature, il report del Global Marine and Polar Programme dell’Iucn, si stima che una percentuale compresa tra 15% e il 31% delle circa 9,5 milioni di tonnellate di plastiche in mare sia fatta di microplastiche primarie ovvero derivanti da attività umane.
Le principali fonti di queste plastiche, caratterizzate da una dimensione inferiore ai 5 millimetri, comprendono pneumatici di auto, tessuti sintetici, rivestimenti marini, segnaletica stradale e prodotti per la cura personale come creme, saponi e trucchi, e polveri urbane.
Dallo studio emerge anche come la quasi totalità delle microplastiche primarie negli Oceani, più precisamente il 98%, derivi da attività terrestri, mentre solo il 2% è riconducibile ad attività svolte in mare.
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