In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani tenutasi a Nizza a inizio Giugno, la principessa dell’isola di Tonga, una nazione insulare del Pacifico con un profondo legame con l’oceano e i suoi abitanti non umani, ha chiesto il riconoscimento delle balene come persone giuridiche e la nomina di tutori umani che le possano rappresentare in tribunale.
«È giunto il momento di riconoscere le balene non solo come risorse, ma come esseri senzienti con diritti intrinseci», ha affermato la principessa Lātūfuipeka Tukuʻaho.
Melino Maka, presidente dell’Huelo Matamoana Trust, ha collaborato all’iniziativa con Lātūfuipeka Tukuʻaho e ha affermato che il trust sta collaborando con esperti legali per proporre il Whales (Legal Personhood and Protection) Act 2025. Ciò consisterebbe quindi nel riconoscimento delle balene come persone giuridiche e il loro diritto alla vita, alla migrazione, a un habitat sano e alla protezione culturale, l’istituzione di un quadro di tutela; e poteri di applicazione della legge, incluso il diritto di avviare procedimenti legali per la protezione delle balene. Una volta perfezionata, la bozza di legge di Maka si aspetta che venga formalmente presentata al Parlamento.
«Questo è un momento importante per Tonga e per il Pacifico in generale nel movimento per promuovere la giustizia oceanica e la legislazione ambientale promossa dalle popolazioni indigene», ha affermato Maka.
«I nostri antenati hanno sempre saputo che la balena contiene il mauri, la forza vitale degli oceani, e questo è il nostro modo migliore per misurare la salute dell’oceano», ha detto Takoko, indigena Māori . «Se c’è abbondanza di balene, c’è abbondanza di tutta la vita oceanica».
L’annuncio di Tonga si inserisce in una serie di iniziative volte a promuovere i diritti legali per l’oceano e le sue specie, e si inserisce in un più ampio movimento globale per i diritti della natura. Tale movimento, che si sta sviluppando in decine di paesi, sta promuovendo la comprensione che gli ecosistemi, la fauna selvatica e la Terra sono esseri viventi con diritti intrinseci di esistere, evolversi e rigenerarsi. L’anno scorso, i leader indigeni della Nuova Zelanda e delle Isole Cook hanno firmato infatti un trattato che riconosce le balene come persone giuridiche con diritto a un ambiente sano. Tale trattato, noto come He Whakaputanga Moana (Dichiarazione per l’Oceano), è stato promosso dal defunto re Māori Tūheitia Pōtatau Te Wherowhero VII e finanziato dall’organizzazione Māori Hinemoana Halo Partnership Fund. Il trattato è interamente stipulato tra nazioni indigene e si basa sulla legge indigena.
Negli ultimi anni, le tribù Māori hanno ottenuto accordi legali innovativi con il governo della Nuova Zelanda, che hanno stabilito accordi di personalità giuridica per il fiume Whanganui, una foresta (Te Urewera) e una montagna (Monte Taranaki).
Per approfondire: Inside Climate News