Quando nel 2019, l’Unione Europea ha approvato il Clean Energy Package contenente otto direttive, fra cui la Direttiva 2001 in tema di energia rinnovabili, è partito l’iter di sviluppo delle comunità di energia rinnovabile e dei gruppi di autoconsumo collettivo. La comunità di energia rinnovabile (CER) consiste in una coalizione di utenti che tramite la volontaria adesione a un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali 1. Un gruppo di autoconsumo collettivo di energia rinnovabile è un gruppo di almeno due autoconsumatori che agiscono collettivamente e si trovano nello stesso edificio o condominio. L’autoconsumatore è un utente che genera energia rinnovabile e la autoconsuma.
Più di recente la Commissione Europea ha fissato una serie di obiettivi per lo sviluppo sostenibile. In particolare, ha previsto con il pacchetto Green New Deal la riduzione delle emissioni climalteranti del 40% entro il 2030 al fine di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 2. Inoltre, a maggio 2022 ha presentato il programma REPowerEU per incrementare la produzione di energia pulita spostando l’obiettivo del 40% di energia prodotta da fonti rinnovabili al 45% per l’anno 2030 3.
Al fine di recepire le direttive europee, l’Italia ha iniziato a disciplinare, a livello parlamentare, il tema delle CER e dei gruppi di autoconsumo collettivo ad inizio 2020 a cui stanno man mano susseguendo leggi regionali.
Si tratta di un grande passo in avanti per il nostro paese nella produzione di un’energia sempre più pulita e in grado di coinvolgere la comunità locale. Infatti, i membri o azionisti della comunità possono essere persone fisiche, piccole-medie imprese (PMI), enti territoriali e autorità locali, i quali sottoscrivono un contratto di diritto privato che prevede la partecipazione aperta e volontaria. Un requisito fondamentale è che l’energia sia prodotta da fonti rinnovabili, qualunque esse siano (a titolo di esempio: solare, eolico, biomasse, geotermico). I soggetti interessati sono incentivati a parteciparvi per i benefici economici che possono ricavarne, ovvero la valorizzazione e l’incentivazione dell’energia condivisa, un corrispettivo unitario per le perdite di rete e le tariffe di distribuzione evitate, la valorizzazione dell’energia venduta sul libero mercato oltre che una vera e propria riduzione della bolletta.
Da un punto di vista etico, ciò che è veramente importante è l’aspetto dei benefici ambientali e sociali. Il beneficio ambientale è sicuramente legato alla riduzione delle emissioni di CO2, in quanto la generazione di energia a fonte rinnovabile non causa l’immissione in atmosfera di inquinanti. I benefici sociali sono invece connessi a una maggiore consapevolezza e coinvolgimento del cittadino in un’ottica di economia solidale a livello locale che permette di creare nuovi posti di lavoro, evitare lo spopolamento di aree marginali e favorire la modernizzazione delle infrastrutture. Inoltre, la comunità consente di integrare tutti i consumatori a prescindere dal loro reddito diventando una misura di contrasto alla povertà energetica. Quest’ultima è una situazione in cui una famiglia non riesce a pagare i servizi energetici primari (riscaldamento, raffrescamento, illuminazione) necessari per garantire un tenore di vita dignitoso. Si stima che l’Italia sia fra i paesi europei in cui le famiglie hanno più difficoltà a pagare le bollette di luce e gas, con un 14,6% della popolazione che non riesce a mantenere la propria casa riscaldata in modo adeguato.
Scendendo più nello specifico a livello tecnico 4, le CER e i gruppi di autoconsumo collettivo consentono una riduzione delle perdite di rete in quanto l’energia è prodotta e consumata in aree limitrofe, facendo coincidere la produzione di energia locale con la domanda. In questo modo si riduce la necessità di potenziare o sviluppare nuove reti con anche la possibilità di ridurre i costi di dispacciamento e di regolazione della frequenza nel caso di dotazione di sistemi di accumulo o colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Nonostante i numerosi benefici, è necessario considerare anche i costi legati all’implementazione della comunità energetica o del gruppo di autoconsumo. Sicuramente, la maggiore voce di costo è dettata dall’investimento nell’impianto a fonte rinnovabile ed eventualmente il sistema di accumulo. Attualmente il Levelised cost of electricity (LCOE), che misura il costo attuale netto medio di generazione di elettricità per un impianto di generazione nel corso della sua vita utile, risulta diminuito di più dell’80% per la tecnologia fotovoltaica e di circa il 60% per gli impianti eolici. Di conseguenza, anche in assenza di bonus fiscali o incentivi statali per l’acquisto di tali impianti, la convenienza di queste tecnologie risulta maggiore rispetto a produrre energia con centrali a combustibili fossili.
Tuttavia, i recenti contrasti geopolitici a livello globale e la crisi dei materiali, stanno portando aumenti dei costi di produzione delle componenti degli impianti. I costi di gestione e amministrativi risultano invece bassissimi così come quelli per la gestione della rete in quanto lo scambio di energia avviene sulla base di un modello virtuale usando la rete pubblica esistente, senza la necessità di costruire nuove reti.
Si può affermare che nonostante i costi iniziali di investimento per realizzare gli impianti e gli adempimenti burocratici, le comunità di energia rinnovabile e i gruppi di autoconsumo collettivo sono un’opportunità per le realtà locali perché, nello sviluppo territoriale, mettono in evidenza lo stretto rapporto tra la dimensione ambientale e quella sociale. Al momento il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha ricevuto 37 istante di creazione di gruppi di autoconsumo (23) e comunità energetiche (14), in netto aumento rispetto alle 19 istanze conteggiate a fine 2021 5. L’Italia sembra quindi muoversi verso una direzione sempre più verde e sostenibile, anche se sono necessarie ulteriori azioni per il raggiungimento della neutralità carbonica.
Note
- S. Trincheri, La comunità energetica, ENEA, 2021 doi: 10.12910/DOC2021-011
- Commissione Europea. Un Green Deal europeo: Puntare a essere il primo continente a impatto climatico zero. Tratto da https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it, 25 maggio 2022
- Commissione Europea, REPowerEU: A plan to rapidly reduce dependence on Russian fossil fuels and fast forward the green transition. Tratto da https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_22_3131, 25 maggio 2022
- https://www.liberta.it/news/green-future/2022/04/04/benefici-per-ambiente-e-bollette-ecco-le-comunita-energetiche-rinnovabili/#:~:text=La%20povert%C3%A0%20energetica&text=Secondo%20l’Osservatorio%20della%20Commissione,casa%20riscaldata%20in%20modo%20adeguato.
- https://energiaoltre.it/le-comunita-energetiche-soluzione-per-coesione-sociale-e-poverta/