L’ultimo numero cartaceo della rivista ‘Equilibri’ regala alcuni articoli dei suoi storici autori, partendo dagli esordi della nostra riflessione su mitigazione e adattamento fino a un ragionamento a tutto tondo che va dai limiti dello sviluppo allo sviluppo dei limiti.
Con voi sono stato lieto
Giorgio Caproni, Congedo
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l’ottima compagnia.
Dicembre 2022 – Con questo numero «Equilibri. Rivista per lo sviluppo sostenibile» così come l’avete finora conosciuta cessa le pubblicazioni.
Il primo numero è uscito nel 1997, sul finire del Novecento, con lo sguardo rivolto al nuovo secolo che si apriva.
Venticinque anni non sono pochi per una rivista. Gli anni buoni – dicono i facitori di riviste – non sono più di cinque, poi inizia a invecchiare: si stempera l’entusiasmo iniziale e si rischia l’istituzionalizzazione.
A noi questo non è capitato e lo diciamo con convinzione. Forse per via del tema che il sottotitolo indica: Rivista per lo sviluppo sostenibile. Per essere all’altezza del tema da svolgere abbiamo dovuto tenere il passo esplorando i tanti aspetti che la sostenibilità racchiude. Come si può leggere nell’Editoriale del primo numero riportato in fondo a questo fascicolo, a chiusura della nostra avventura, abbiamo sempre invitato i nostri collaboratori, italiani e stranieri, interni ed esterni alla Fondazione Eni Enrico Mattei, ad arricchire questa espressione considerandola «una sorta di ordinatore dei temi relativi a sviluppo umano, economia, ambiente, popolazione e tecnologie». Godere di una vita lunga e sana, avere accesso all’istruzione e a un reddito che garantisca un dignitoso livello di vita, ai diritti civili, alla libertà d’espressione, la lotta alle disuguaglianze e il riconoscimento delle diversità culturali sono contenuti e obiettivi dello sviluppo sostenibile.
La funzione culturale della nostra rivista è stata quella di contribuire alla definizione di sviluppo sostenibile mostrandone le complesse articolazioni e implicazioni politiche, oltre che economiche e sociali. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU arriveranno solo nel 2015.
La rivista nasce lo stesso anno della COP3 di Kyoto che rappresenta il vertice della svolta, perché in quell’occasione è stato firmato il primo trattato internazionale sulla riduzione dei gas serra.
La chiusura della rivista non rappresenta un vero e proprio addio e non è un invito a guardare le nuvole passare. La rivista si congeda dal supporto cartaceo e ritorna più incisiva, più presente – un’«Equilibri» «permanente» – sulla piattaforma digitale in cui vi trovate in questo preciso momento.
La caratteristica della nuova rivista è di essere rivolta ai nostri lettori vecchi e nuovi interessati a comprendere le dinamiche che ci stanno traghettando verso il 2050, una data simbolica entro la quale è necessario agire per ridurre o contenere i danni di una crescita che si vuole illimitata. L’obiettivo di «Equilibri Magazine» è di essere un punto di riferimento, un luogo d’incontro intergenerazionale sulle questioni che sono alla base dell’evoluzione della nostra società, perché le decisioni prese oggi avranno un impatto concreto sugli abitanti del nostro Pianeta nel 2050.
Viviamo una crisi climatica all’interno di una crisi di valori e di orientamento, che sconta l’inazione o un’azione troppo cauta, protrattasi nel tempo, da parte dei governi nazionali. Inoltre, siamo entrati in un periodo di conflitti radicali e inediti per quanto riguarda le politiche climatiche. E le guerre. Guerre locali a bassa, media ma anche altissima intensità come l’aggressione russa all’Ucraina, al centro dell’Europa, di cui è difficile prevedere l’esito e che, portando con sé una crisi energetica, costringe a rivedere gli obiettivi e le politiche di contrasto al cambiamento climatico.
L’ambizioso obiettivo che ci proponevamo in quel primo numero del 1997 era quello di «leggere la realtà che ci circonda attraverso la lente dello sviluppo sostenibile». Pensando al lavoro fatto in questi venticinque anni, possiamo dire di non aver derogato all’impegno di partenza.
Gli articoli del numero che state per leggere restano nel tracciato iniziale. Gli articoli di Coordinate indicano la necessità di disporre di «punti di vista» adeguati a rendere intellegibile la mutazione del mondo in cui dobbiamo agire. Un pensare che deve sorprendere, capace di fare i conti con l’inatteso. Limiti versus sviluppo ci ricorda quanto sia ambiguo il dibat tito contemporaneo su come fermare il disastro ambientale incombente se il mantra comune, anche pubblicitario, è «push the limits». Mitigazione & Adattamento, affronta il «che fare» per ridurre gli effetti del cambiamen to climatico.
Agire sulle cause implica una volontà comune e un coordinamento internazionale. Nella contingenza è prioritario agire con misure locali di adattamento per renderci meno vulnerabili. Dinamiche dell’immaginario ci indica l’importanza dell’immaginazione nel prefigurare possibilità di trasformazione, di vedere ciò che non c’è ancora, di plasmare il divenire storico. Infine una Storia, un ricordo del concerto di Franco Battiato a Bologna nell’ottobre del 1972, a ridosso dell’uscita di I limiti dello sviluppo, per il lancio del suo disco Pollution. A chiusura la riproposta dell’Editoriale del primo numero di «Equilibri».
Tratto da: Ai lettori – pubblicato a dicembre 2022, Il Mulino.