Si sta concludendo la dodicesima e ultima giornata ufficiale della COP29: ormai uno slittamento dei lavori a sabato è inevitabile. Alle 15 di oggi (le 12 in Italia) – tre ore dopo l’orario inizialmente annunciato – sono state pubblicate dalla Presidenza della COP29 delle bozze di testi negoziali per i principali file in discussione rimasti aperti, tra cui quella del New Collective Quantified Goal, che finalmente contiene delle cifre concrete. La Presidenza azera intanto continua a invitare i negoziatori alla mediazione, con “proposte di compromesso” che aiutino a superare le ancora ampie divergenze.
Qui un‘analisi completa delle bozze dell’NCQG e del Dialogo UAE uscite oggi. In sintesi: siamo ancora lontani da un accordo. In particolare, la bozza dell’NCQG è ancora poco ambiziosa e con ampissimi margini di ambiguità, che probabilmente non passeranno il vaglio delle negoziazioni notturne.
I fatti salienti
Nel nuovo draft sul programma di lavoro sulla mitigazione (MWP) manca qualsiasi riferimento puntuale al Global Stocktake, approvato durante la COP28 di Dubai. Il documento non prevede iniziative concrete sulla riduzione dell’uso dei combustibili fossili, ma indica solo misure generiche di riduzione delle emissioni.
Nella nuova bozza del principale testo sull’adattamento, il Global Goal on Adaptation (GGA), sono state attenuate le espressioni relative ai mezzi di finanziamento, probabilmente per venire incontro alle richieste dei Paesi sviluppati, ed è stata introdotta la Baku Adaptation Roadmap.
Nella bozza del programma di lavoro del Just Transition Work Programme (JTWP) il linguaggio relativo agli NDC è stato indebolito usando il verbo “incoraggiare” al posto del precedente “sollecitare”. Il testo mantiene il riferimento a persone vulnerabili, popolazioni indigene, migranti, persone con disabilità e altri gruppi, un elemento accolto positivamente dagli osservatori nelle versioni precedenti.
Le nuove bozze di testo per l’articolo 6.2 e 6.4 fanno presumere che un accordo sulla piena operatività dell’articolo dell’Accordo di Parigi sui meccanismi di cooperazione tra gli stati per la riduzione delle emissioni siano vicini. Per il paragrafo 6.2, relativo alle regole sugli scambi di crediti per raggiungere gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni, l’intera sezione sugli approcci cooperativi è stata esclusa dal nuovo testo. Tale decisione riflette la posizione di alcuni paesi che ritengono che questi aspetti fossero già stati affrontati nel testo di Glasgow. Sono stati anche ribaditi i tre tipi di autorizzazione — per approcci cooperativi, ITMO (Internationally Transferred Mitigation Outcomes) e autorità partecipanti — stabiliti a Glasgow. Si è inoltre sottolineato che un’autorizzazione ITMO non può essere modificata dopo il primo trasferimento, salvo accordi bilaterali specifici. Un tema chiave rimasto aperto è la definizione delle “incongruenze persistenti” e “significative” ora affidata al gruppo di esperti tecnici dell’articolo 6. Il nuovo testo presenta inoltre una formulazione più debole, richiedendo ai paesi di evitare l’uso di ITMO incongruenti nei loro NDC: al posto di shall il testo ora usa il verbo request.
Per quanto riguarda il paragrafo 6.4, il testo pubblicato offre ulteriori dettagli sul meccanismo, ma senza modifiche significative rispetto alle versioni precedenti, suggerendo che la bozza finale sia vicina alla definizione. I registri nazionali delle Parti saranno collegati al registro internazionale del meccanismo 6.4, consentendo la visualizzazione e il trasferimento dei dati relativi alle riduzioni autorizzate delle emissioni. Questo collegamento garantirà trasparenza e la tracciabilità delle azioni intraprese. Le questioni rimanenti, tra cui gli aggiustamenti corrispondenti per obiettivi annuali o multi-anno, sono infine state rinviate al 2028.
COP31, ancora in attesa di una decisione su chi la ospiterà. Nel testo relativo alle “Date e sedi delle sessioni future” si legge che non ci sarà a breve una decisione su chi, tra Australia e Turchia, ospiterà la COP31 nel 2026, Bisognerà aspettare fino a giugno 2025, al più presto. Entrambi i Paesi, infatti, non sembra che siano disposti a fare passi indietro rispetto alle loro candidature.
Le dichiarazioni più importanti
Gilberto Pichetto Fratin (ministro italiano dell’Ambiente e della sicurezza energetica): «Da COP29 vogliamo più fondi e più donatori». Durante una pausa dai negoziati l’esponente del governo italiano ha ribadito la posizione dell’Italia e dell’Unione europea: «A COP29, l’Italia, insieme ai principali Paesi europei, continua a spingere perché da Baku venga una riforma per una finanza climatica migliore, più efficiente, che coinvolga anche nuovi Paesi, settore privato, enti filantropici e banche multilaterali di sviluppo. Questo è il nostro approccio, e tiene conto delle priorità sia di chi chiede più risorse finanziarie, sia di chi chiede più mitigazione». Pichetto Fratin ha poi aggiunto: «Si tratta di un approccio, quello di perseguire la decarbonizzazione e la crescita dei più vulnerabili, che è alla base della strategia e dei progetti del Piano Mattei per l’Africa, attraverso collaborazioni pubblico-privato e partenariati paritari e non predatori».
Alpha Kaloga (Capo negoziatore del Gruppo Africano): «La nuova bozza sull’NCQG deve essere uno scherzo». In un post pubblicato su X il capo negoziatore del Gruppo africano ha criticato aspramente il nuovo draft relativo alla finanza per il clima e in particolare la proposta dei Paesi sviluppati di donare 250 miliardi di dollari all’anno, definendo la bozza «uno scherzo di cattivo gusto».
Mukhtar Babayev (presidente di COP29): «Continuate a collaborare e proponete proposte di compromesso». Nell’ultimo giorno ufficiale di lavori la presidenza della COP29 ha invitato per l’ultima volta i Paesi a raggiungere un accordo frutto di un compromesso: «Incoraggiamo le Parti a continuare a collaborare all’interno e tra i gruppi con l’obiettivo di avanzare proposte di compromesso».