COP29, Bollettino – Giorno 10 – aggiornamento

Autore

Cristina El Khoury, Valeria Zanini

Data

21 Novembre 2024

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6' di lettura

DATA

21 Novembre 2024

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Uscito un nuovo testo negoziale del NCQG, ma siamo ancora lontani da un accordo. 

Alle 3 di questa notte, pubblicato stamattina alle 8, è stato concordato un nuovo testo per il New Collective Quantified Goal on climate finance (NCQG), il protagonista della COP29. Il testo non è ancora un draft negotiating text, ma una raccolta delle proposte che emergono dai tavoli di lavoro ministeriali e dalle posizioni arrivate alla Presidenza. Il testo è molto più corto del precedente: 10 pagine contro le 25 dell’ultima bozza, con 46 parentesi e 15 opzioni ancora da sciogliere. Più che un inizio di compromesso, è un sunto dello stato del dibattito degli ultimi mesi, un distillato delle posizioni dei Paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo (e di alcune differenze all’interno di queste macro-categorie), senza alcuna indicazione di come colmare questo divario. 

Nella definizione dell’obiettivo, ci sono ancora due opzioni principali che derivano dai dialoghi ministeriali: la prima che, in senso ampio, riassume la visione dei Paesi in via di sviluppo e la seconda dei Paesi sviluppati (con i molti limiti dati dalle differenze nelle posizioni di questi Paesi) su struttura, quantum e contribuenti. 

La prima opzione (che rappresenta le posizioni dei Paesi in via di sviluppo) prevede:

  • Quantum, obiettivo temporale e base dei contribuenti
    • un obiettivo annuale nel periodo 2025-2035 (non ancora definito nella quantità, ma nell’ordine delle migliaia di miliardi di dollari).
    • solo dai Paesi sviluppati verso i Paesi in via di sviluppo.
  • Struttura e qualità dei finanziamenti: 
    • I fondi saranno provided e mobilized (fornire e mobilitare, che nel gergo COP equivale a dire, tramite fondi pubblici e mobilitazione di finanza privata), ma dovranno essere erogati dai Paesi sviluppati in forma di sovvenzioni o strumenti equivalenti a sovvenzioni e seguendo un principio di burden-sharing (in base a PIL pro capite e responsabilità storica delle emissioni).
    • L’obiettivo deve avere però due sotto-obiettivi chiari per i finanziamenti forniti (che i paesi sviluppati devono fornire in sovvenzioni o in termini equivalenti – ma il quantum non c’è ancora) e per quelli mobilitati.
    • I finanziamenti devono essere nuovi (nel senso di ulteriori rispetti ai fondi esistenti), accessibili, prevedibili e non generatori di debito.
    • I Paesi in via di sviluppo sono invitati a contribuire, ma questo contributo sarà volontario e non verrà contabilizzato nel NCQG.

La seconda opzione (che rappresenta le posizioni dei Paesi sviluppati) prevede: 

  • Quantum e obiettivo temporale e base dei contribuenti
    • Un obiettivo annuale da raggiungere entro il 2035 (non ancora definito nella quantità, ma nell’ordine delle migliaia di miliardi di dollari).
    • Una base dei contribuenti formata dai Paesi sviluppati (che assumono la guida) e da altri paesi con la capacità economica di contribuire (tenendo conto degli attuali sforzi bilaterali e multilaterali).
  • Struttura e qualità dei finanziamenti: 
    • Non viene menzionata una divisione tra provided e mobilized. 
    • Viene sottolineato il ruolo dei capitali privati e della finanza pubblica negli stessi Paesi in via di sviluppo. 
    • L’attenzione è posta su un bilancio tra adattamento e mitigazione, su un’allocazione che tenga in considerazione le vulnerabilità dei Paesi agli effetti del cambiamento climatico e che includa i gruppi più fragili, e sulla trasparenza e il monitoraggio dei finanziamenti. 

Altri elementi significativi: 

  • Aree tematiche
    • I finanziamenti dovranno essere indirizzati ad adattamento e mitigazione (in modo bilanciato) e ‘affrontare in modo adeguato’ le perdite e i danni. Per adattamento e perdite e danni la finanza dovrà essere basata su sovvenzioni, nella misura più ampia possibile e con i più alti livelli di agevolazioni. 
  • Fonti, strumenti e accesso:
    • I finanziamenti verranno mobilitati attraverso un’ampia varietà di fonti (pubbliche – con un ruolo significativo –, private, innovative e alternative) e strumenti (sovvenzioni e strumenti innovativi che creano spazio fiscale per i paesi in via di sviluppo, tra cui swap debito-clima, garanzie e azioni e obbligazioni verdi, capitale ibrido, strumenti first-loss, prestiti in valuta locale e mercati volontari del carbonio ad alta integrità). 
    • La metà della finanza climatica mobilitata dovrà passare attraverso strumenti non basati sul debito – nel documento di discute molto anche di come diminuire le barriere agli investimenti climatici (riformando le pratiche di bilancio, creando spazio fiscale, riformando l’architettura finanziaria internazionale).
  • Beneficiari: 
    • Il nuovo obiettivo di finanza climatica includerà solo la finanza verso i Paesi in via di sviluppo – rimangono tra parentesi, e quindi da discutere, eventuali allocazioni specifiche a gruppi di stati (come AOSIS o LDC). 
  • Revisione degli obiettivi: 
    • Suggerisce una revisione per rivalutare l’adeguatezza e l’implementazione dell’NCQG, ma resta da decidere una data (un’opzione è il 2031) e l’ambizione della revisione.

UAE Dialogue: ancora distanti le opinioni su come implementare il consenso raggiunto alla COP28 

Alla COP28 di Dubai, i Paesi hanno deciso di istituire il dialogo con gli Emirati Arabi Uniti (UAE Dialogue) per l’attuazione del Global Stocktake (GST), il primo bilancio globale dei progressi compiuti dai Paesi in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Il GST include meccanismi di monitoraggio e raccomandazioni destinati a promuovere l’azione per il clima da parte dei Paesi, che di cui la COP29 ha il compito di definire i dettagli. I Paesi sviluppati sostengono un mandato che comprenda il monitoraggio dei risultati in tutte le aree del GST, in particolare nell’ambito della mitigazione, mentre alcuni Paesi in via di sviluppo preferirebbero focalizzarsi sulla fornitura di finanziamenti necessari per implementare i Contributi Nazionali Determinati (NDC). 

Una bozza di testo pubblicata la scorsa notte propone diverse modalità di implementazione dei risultati del primo Global Stocktake (al fine di definire il mandato dell’UAE Dialogue, di cui il GST faceva parte), ma i Paesi restano ancora divisi sulle diverse priorità. Le opzioni in discussione includono: concentrare gli sforzi sul sostegno finanziario per l’attuazione dei contributi nazionali determinati (NDC) e dei piani nazionali di adattamento, mobilitando risorse dai Paesi industrializzati verso quelli in via di sviluppo; promuovere il trasferimento di tecnologie e lo sviluppo di capacità attraverso supporto mirato; oppure monitorare i progressi e favorire soluzioni innovative nella transizione dai combustibili fossili, con un focus sugli aspetti legati alla transizione energetica.

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