Il ‘falso dilemma’ tra ambiente e competitività

Martedì 7 ottobre 2025 la presentazione del saggio di Alfredo Macchiati e Simone Mori sulla transizione energetica europea

Autore

Veronica Ronchi

Data

21 Ottobre 2025

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5' di lettura

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21 Ottobre 2025

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Martedì 7 ottobre 2025, la Fondazione Eni Enrico Mattei ha ospitato, presso la sua sede milanese, un evento di grande rilievo culturale e politico dedicato alla presentazione del volume Il falso dilemma. La transizione energetica europea tra ambiente e competitività di Alfredo Macchiati e Simone Mori, edito da Luiss University Press con prefazione di Matteo Caroli.

L’incontro ha riunito accademici, rappresentanti del mondo industriale, policy maker e giornalisti specializzati, in un dialogo denso di riflessioni su uno dei temi cruciali del nostro tempo: come conciliare la lotta ai cambiamenti climatici con la salvaguardia della competitività economica dell’Europa.

Un libro per superare un equivoco storico

Il titolo del volume, Il falso dilemma, sintetizza l’assunto di fondo che percorre l’intera opera: la contrapposizione tra politiche ambientali e crescita economica è, appunto, falsa. Secondo gli autori, la transizione energetica – se ben governata – non rappresenta un ostacolo allo sviluppo, ma può diventare un motore di innovazione e produttività.

Nella sua introduzione, Alfredo Macchiati, economista e docente alla Luiss, ha ricordato come la riflessione sia nata da una constatazione: «troppo spesso l’Europa ha concepito la transizione ecologica come una missione etica, più che come un progetto industriale». Da qui la necessità, spiegano gli autori, di «rivedere l’impianto delle politiche europee affinché l’obiettivo climatico si intrecci con quello della crescita».

Il volume – articolato in quattro capitoli – offre un’analisi storica e prospettica delle politiche energetiche europee, dal Pacchetto 20-20-20 al Green Deal, fino alle più recenti strategie REPowerEU e Fit for 55. Le pagine iniziali ripercorrono l’evoluzione del multilateralismo ambientale europeo, mettendo in luce come le politiche unilaterali di Bruxelles abbiano spesso scontato limiti di efficacia e di consenso, specie nei momenti di crisi come quella energetica del 2022.

Competitività, innovazione e consenso sociale

Nella discussione moderata da Federico Pontoni (Fondazione Eni Enrico Mattei), il dibattito si è concentrato su alcuni dei nodi chiave messi in luce dal libro: il rischio di una transizione troppo costosa per le famiglie, la perdita di competitività dell’industria europea rispetto a Stati Uniti e Cina, e la necessità di una ‘transizione giusta’ capace di costruire consenso.

Macchiati ha sottolineato che «non basta fissare obiettivi ambiziosi: occorre un disegno coerente di governance, una politica industriale europea e un sistema di incentivi che favorisca la ricerca, il nucleare di nuova generazione e la finanza mista per sostenere gli investimenti verdi».

Simone Mori, manager con lunga esperienza nel settore energetico, ha invece posto l’accento sul ruolo delle imprese: «l’industria europea non deve subire la transizione, ma guidarla. Decarbonizzare può significare innovare, e innovare significa crescere».

Un passaggio particolarmente discusso è stato quello dedicato al nucleare, che gli autori propongono di ‘riabilitare’ come parte integrante del mix energetico del futuro, grazie alle nuove tecnologie modulari (SMR) e ai livelli di sicurezza raggiunti. «Non è una posizione ideologica – ha spiegato Mori – ma una presa d’atto: senza una fonte stabile e a basse emissioni, gli obiettivi climatici restano utopia».

La voce delle istituzioni e del mondo accademico

Macchiati e Mori forniscono un contributo prezioso perché superano la dicotomia ideologica tra verde e sviluppo, proponendo una visione pragmatica ed europea della transizione.

L’Europa non può permettersi di rimanere schiacciata tra i sussidi americani dell’Inflation Reduction Act e l’attivismo industriale cinese. Servono politiche comuni, non 27 strategie nazionali divergenti.

Le ricerche citate nel libro dimostrano che, nonostante la sensibilità ambientale sia diffusa, il sostegno politico cala drasticamente quando la transizione comporta costi immediati. Da qui la necessità, sottolineata dagli autori, di ‘una nuova narrazione’ che spieghi ai cittadini non solo i benefici climatici, ma anche le opportunità economiche e occupazionali della transizione.

Una riflessione per l’Europa che verrà

L’incontro si è concluso con un dibattito aperto sulle prospettive future della politica energetica europea. In un passaggio delle conclusioni del volume, particolarmente citato durante la serata, si legge:

«La politica europea è di fronte a un bivio. Può raccogliere la sfida lanciata da Cina e Stati Uniti nelle tecnologie della transizione, e porre al centro della decarbonizzazione la competitività del nostro sistema produttivo. Solo così la sostenibilità potrà diventare davvero un vantaggio competitivo».

Le parole degli autori hanno lasciato un segno, ponendo il pubblico di fronte a un interrogativo cruciale: la transizione ecologica può essere il nuovo motore dell’economia europea?

L’appuntamento alla Fondazione Eni Enrico Mattei ha dimostrato che il dibattito è aperto e vitale. Come hanno sintetizzato in chiusura gli autori: «serve un pensiero libero, capace di tenere insieme innovazione, giustizia sociale e sviluppo industriale. Questo libro ci aiuta a pensarci europei nel modo giusto: dentro la transizione».

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