Progetto ReclaiMEDland

Un percorso di adattamento condiviso e design-oriented per i paesaggi moderni di bonifica tra Basilicata ed Emilia Romagna

Aerial shot of sandy beach with umbrellas, typical adriatic shore.Summer vacation concept.Lido Adriano town,Adriatic coast, Emilia Romagna,Italy.

Autore

Carla Brisotto, Alessandro Raffa

Data

18 Luglio 2024

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6' di lettura

DATA

18 Luglio 2024

ARGOMENTO

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Il progetto ReclaiMEDLand nasce dalla collaborazione tra il centro di ricerca FIBER-Florida Institute for Built Environment Resilience, College of Design, Construction and Planning, Università della Florida e FEEM. Il progetto, risultato vincitore dell’edizione 2023 dell’Annual Program Statement1, ha avuto come obiettivo la costruzione di un processo condiviso di adattamento al cambiamento climatico per i paesaggi moderni di bonifica della Piana di Metaponto/Matera (Basilicata)2 e Bassa Romagna/Ravenna (Emilia-Romagna), messi tra loro in dialogo. 

Attraverso un metodo che ha messo al centro la dimensione progettuale e collaborativa tra discipline e stakeholder, tra conoscenza scientifica e conoscenza locale, si è inteso costruire un percorso condiviso che porterà alla definizione di linee guida metodologiche per l’adattamento al cambiamento climatico per i due territori selezionati, ma anche per quelli ad essi analoghi in Italia e nel Mediterraneo.

Il percorso3, durato circa un anno, ha costruito intorno a sé una comunità rappresentativa delle tante voci di espressione di questi territori. Sono stati coinvolti, infatti, amministratori locali, ricercatori ed esperti, fondazioni culturali e cluster, imprese e professionisti, università e scuole, associazioni e cittadini che, insieme a FIBER e FEEM, hanno collaborato per prefigurare opportunità di rigenerazione territoriale e urbana attraverso l’adattamento condiviso al cambiamento climatico.

Il progetto, seppur ad una scala ridotta, ha simulato un possibile processo di progettazione per adattamento, offrendosi come occasione per riflettere sulle pratiche correnti e innovarle, attraverso scambi di conoscenza tra Florida e i due territori selezionati, all’interno dello scenario di progressiva tropicalizzazione del Mediterraneo. Di seguito, dopo una breve introduzione sui paesaggi moderni di bonifica e la sfida climatica, verrà attraversato in maniera sintetica il percorso svolto.

Paesaggi moderni di bonifica tra vulnerabilità presenti e future

In quanto territori fortemente infra-strutturati, i paesaggi moderni di bonifica oggi sono particolarmente esposti, così come le loro comunità, agli effetti del cambiamento climatico. L’innalzamento del livello del mare, la variazione nei pattern di precipitazioni che provocano inondazioni alternate a prolungati periodi di siccità, aumento delle tempeste di vento e, nei contesti urbani, allagamenti e ondate di calore sempre più forti, rischiano di produrre impatti negativi di natura ecologica, sociale ed economica. Gli effetti del cambiamento climatico, in futuro, potranno ulteriormente inasprire le forme di vulnerabilità esistenti come erosione costiera, subsidenza, salinizzazione delle falde, impoverimento delle risorse naturali, mancata manutenzione dell’infrastruttura idrica, consumo di suolo e omologazione dei loro paesaggi e il conseguente impatto sulla qualità della vita dei residenti di questi luoghi.

Questi paesaggi moderni, frutto di uno specifico contesto politico-culturale, sono espressione di un peculiare rapporto tra l’uomo e il suo ambiente, che ha prodotto, nel secolo scorso, un progetto territoriale unitario caratterizzato da forme dello spazio specifiche, fatto da infrastrutture idriche e stradali, di trame colturali e filari interpoderali, forme insediative urbane e rurali. Cambiamenti di natura topografica ed ecologica importanti, ma anche economici e sociali. Il loro paesaggio contemporaneo rappresenta soltanto l’ultimo layer di una successione secolare di processi di bonifica, in alcuni casi millenaria, alternati a fenomeni di rinaturalizzazione dovuti all’‘arretramento’ dell’uomo. Non solo non viene riconosciuto loro un valore culturale, ma spesso si cerca di risolvere problemi specifici attraverso approcci mono-disciplinari che non tengono in considerazione gli intrecci molteplici tra dimensione ecologica, sociale ed economica. Inoltre, da un punto di vista amministrativo, la loro gestione risulta frammentata a diversi livelli che impediscono di sviluppare strategie e azioni all’interno di una visione organica. Tuttavia, alle bonifiche del XX secolo, e alle loro implicazioni ecologiche, sociali e culturali, non viene riconosciuto valore di paesaggio culturale, una visione che ReclaiMEDLand ha provato a modificare. 

Se già oggi appaiono evidenti i limiti degli approcci correnti, la sfida dell’adattamento al cambiamento climatico e il quadro di policy europee attuali – tra cui la Nature Restoration lawun cambio di rotta appare ineludibile. Un cambio invocato anche dal Piano Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici, pubblicato a circa metà del progetto, con cui il progetto ReclaiMEDLand è in piena sintonia e rispetto al quale cerca di dare una possibile operatività limitatamente ai paesaggi moderni di bonifica. 

Online workshop. Conoscere per affrontare il cambiamento

In una prima fase, il progetto ha inteso approfondire la conoscenza dei due territori al fine di orientare la costruzione del simposio a partire dalle necessità che i due territori hanno manifestato. 

Attraverso due workshop online, svoltisi tra ottobre e dicembre 2023, è stato possibile apprendere direttamente dagli stakeholder coinvolti, intesi come portatori di conoscenza, gli effetti attuali sui due territori del cambiamento climatico, tra criticità e opportunità spazialmente situate, ma anche rispetto agli attuali approcci e modalità di gestione e progettazione del territorio, in uno scenario di maggiore variabilità climatica. 

I workshop hanno portato all’identificazione di due mancanze attuali che hanno implicazioni di carattere metodologico-operativo per affrontare la sfida climatica e che hanno orientato la prosecuzione del progetto: (i) la mancanza di adaptive-thinking, cioè la capacità di adattarsi in maniera rapida ed efficace al cambiamento; (ii) il ridotto coinvolgimento pubblico nei processi di pianificazione/progettazione strategica per affrontare la sfida climatica.

Inoltre, integrando conoscenza scientifica e conoscenze locali, è stato avviato un processo di mappatura di carattere spaziale dei due territori capace di integrare informazioni tra diverse scale, da quella territoriale a quella locale. A questi workshop sono seguiti dei focus group per identificare nel dettaglio i contenuti del simposio.

Focus group. Cambiare lo sguardo

Le attività dei focus group, svoltisi tra aprile e maggio, hanno permesso di precisare i limiti attuali per l’implementazione di strategie di adattamento condiviso per i due territori, ma anche di far emergere iniziative e processi in corso. Tuttavia occorre un cambio di sguardo. Affrontare la sfida climatica dal punto di vista dell’adattamento significa porsi in una modalità proattiva nei confronti dei fenomeni che la maggiore variabilità climatica può e potrà innescare nei due territori. Significa cioè fare emergere, simultaneamente alle forme di vulnerabilità, le opportunità e i benefici ottenibili a partire da strategie di adattamento condiviso che si occupino tanto del tempo presente quanto del tempo futuro. Inoltre, è emerso come necessario un approccio creativo all’adattamento, capace di immaginare visioni condivise di lungo termine -entro cui collocare quelle di medio e breve termine- libere dai vincoli di pensiero e gestione attuali. La discussione ha fatto emergere altresì la necessità di costruire quadri operativi che simultaneamente (i) favoriscano il dialogo tra discipline e forme di conoscenza diversificate, che (ii) informino i diversi livelli di gestione amministrativa e che (iii) supportino una sensibilizzazione diffusa rispetto alle potenzialità e ai benefici di un approccio adattativo; (iv) che guardino all’adattamento in una prospettiva culturale che sappia riconoscere i caratteri identitari dei paesaggi moderni di bonifica in una prospettiva di integrazione tra protezione e adattamento.

Infine, a partire dalle mappature precedentemente elaborate, i focus group hanno portato all’identificazione di ambiti prioritari, tra aree costiere e interne, dal valore emblematico in quanto condensano una serie di problematiche ricorrenti nei due territori.

La giornata del simposio ReclaiMEDland (scapes). Climate Ecologies between adaptation, design and participation si è articolata in due momenti: il workshop di Climate-Adaptive Scenario Planning e il Convegno. 

Climate Adaptive Scenario Planning workshop. Un esperimento design-oriented per l’adattamento condiviso

Il workshop che ha preceduto il Simposio ha visto la partecipazione di una rappresentanza significativa degli stakeholder coinvolti e di studenti di scuole superiori, insieme ai team di FIBER e FEEM che, suddivisi in quatto gruppi, hanno cercato di elaborare attraverso il lavoro sui tavoli strategie condivise di adattamento per l’area del Metapontino. Il workshop è stato condotto attraverso la metodologia design-oriented dello scenario-planning4, utilizzato per affrontare in maniera proattiva l’incertezza che il cambiamento climatico porta con sé e proporre creativamente visioni di cambiamento e strategie possibili di adattamento. L’attività di scenario planning consente di testare sul campo le risposte potenziali a possibili condizioni future5 valutando, attraverso un approccio multi-disciplinare, punti di forza e debolezza, ed elaborando in maniera condivisa strategie ed azioni di adattamento da predisporre oggi per aprire verso scenari di sviluppo sostenibile.  Di seguito i quattro scenari problematici considerati: 

  • Trasformazione delle infrastrutture come generatore di cambiamenti negli assetti urbani;
  • Implementazione di soluzioni strutturali e non contro gli allagamenti e la protezione delle risorse;
  • Trasformazione del paesaggio culturale di bonifica attraverso l’implementazione di Nature-based Solutions;
  • Protezione e recupero del paesaggio culturale e patrimonio archeologico.

Attraverso una modalità di lavoro collaborativo sono state sintetizzate le visioni dei gruppi di lavoro per ciascuno scenario. Tali risultati hanno portato ad una convergenza di riflessioni su un approccio all’adattamento che vuole confrontarsi con la complessità presente e futura in maniera aperta, olistica, interdisciplinare e condivisa, valorizzando non solo la costa ma anche le numerose realtà interne. Una sinergia basata sulla fusione di antiche risorse e saperi e nuovi approcci progettuali innovativi per l’adattamento.

Convegno. Linee di lavoro 

Durante il convegno, dalle relazioni degli speaker e dalle tavole rotonde, sono emerse una serie di considerazioni.

  • Integrare il Pensiero Adattivo a tutti i livelli. Questo comporta un cambio di mentalità rispetto alla sfida del cambiamento climatico, che richiede un approccio anticipatorio e reattivo ai rapidi cambiamenti associati alla variabilità climatica futura.
  • Integrare la partecipazione: incrementare la partecipazione pubblica nei processi di pianificazione e progettazione per l’adattamento. Coinvolgere le comunità locali e gli stakeholder garantisce che le strategie di adattamento siano radicate nei luoghi e nelle conoscenze locali e affrontino le esigenze e le preoccupazioni specifiche della comunità.
  • Promuovere la Collaborazione Transdisciplinare e costruire quadri conoscitivi e operativi che favoriscano le intersezioni tra discipline. Questo approccio può aiutare a sviluppare strategie di adattamento complete e robuste.
  • Integrare Conoscenze Locali con la ricerca scientifica. Le conoscenze locali spesso forniscono intuizioni sulle pratiche di adattamento in corso o passate e possono evidenziare vulnerabilità e opportunità uniche. 
  • Adottare un Approccio Design-Oriented: utilizzare metodologie design-oriented, come lo scenario-planning, per affrontare l’incertezza del cambiamento climatico. Questo approccio permette di immaginare creativamente scenari futuri possibili e testare risposte e strategie in un contesto simulato, favorendo l’elaborazione di soluzioni innovative, condivise e resilienti.
  • Sviluppare Visioni di adattamento a Lungo Termine che guidino le azioni a breve e medio termine. Queste visioni dovrebbero essere audaci, innovative e libere dai vincoli attuali, aprendo verso scenari sostenibili e resilienti. 
  • Implementare Nature-based Solutions, come il ripristino delle zone umide, la riforestazione e le infrastrutture verdi, per aumentare la resilienza dei paesaggi agli impatti climatici fornendo benefici ecologici e sociali aggiuntivi, secondo un approccio cultural-sensitive. Utilizzare queste soluzioni anche per migliorare il valore estetico dei paesaggi.
  • Monitorare e Valutare: stabilire meccanismi per il monitoraggio e la valutazione continua delle strategie di adattamento. Utilizzare questi dati per apportare aggiustamenti e miglioramenti informati, garantendo che le strategie rimangano efficaci e pertinenti nel tempo. 

Da queste riflessioni, FIBER e FEEM produrranno due documenti. Il primo raccoglierà scritti degli stakeholder partecipanti al simposio e delineerà le problematiche e le strategie presenti e possibili nei territori. Il secondo documento prevederà la stesura delle linee guida metodologico-operative e design-oriented. I due documenti vogliono proporsi come punti di partenza per futuri sviluppi di ricerca.

Aknowledgements

Si ringraziano il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia per il sostegno ricevuto nell’ambito dell’Annual Program Statement 2023. Si ringraziano Michelle Lee, Console Ufficio Stampa e Cultura, Consolato degli Stati Uniti d’America, Napoli e Antonella Di Vaio, Specialista Culturale, Ufficio Stampa e Cultura, Consolato degli Stati Uniti d’America, Napoli.

Note

  1. Annual program statement 2023 è stato finanziato Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia.
  2. C. Brisotto, J. Carney, I. Macaione, A. Raffa, Climate change in reclamation landscapes – Adaptation between module and modularity, in AGATHÓN | International Journal of Architecture, Art and Design, 14 (2023), pp. 62–73. doi: 10.19229/2464-9309/1442023. Il contributo è stato sviluppato nell’ambito dell’esperienza di ricerca di A. Raffa come Fulbright Visiting Scholar presso FIBER, College of Design Construction and Planning, University of Florida.
  3. Dopo il kick off meeting (18 ottobre 2023), sono stati organizzati due workshop (30 ottobre e 11 dicembre 2023), due seminari (18 marzo e 6 maggio 2024), e 2 focus group (2 e 30 aprile 2024) che hanno gettato le basi per al costruzione condivisa del Simposio internazionale ReclaiMEDland(scapes).Climate Ecologies between Adaptation, Design and Participation -ReclaiMEDland(scapes). Ecologie Climatiche tra Adattamento, Progetto e Partecipazione svoltosi a Matera il 19 giugno 2024.
  4. N. Haigh, Scenario planning for climate change: a guide for strategists, London, Routledge, 2019; M. Hamann, T., Hichert, N. Sitas, Participatory scenario planning: Participatory research methods for sustainability – toolkit #3, in “Gaia”, 31 (2022), 175–177. https://doi.org/10.14512/gaia.31.3.8
  5. Ogni scenario rappresenta un futuro possibile, anche se non necessariamente probabile o desiderabile.
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