Crediti di carbonio e carbon farming: come prevenire il greenwashing

Autore

Simone Gazzea, Giorgia Lain

Data

22 Novembre 2023

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DATA

22 Novembre 2023

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I carbon offset e il mercato dei crediti di carbonio

Un credito di carbonio è uno strumento finanziario negoziabile certificato da governi o enti indipendenti, che corrisponde ad una riduzione o rimozione di una tonnellata di anidride carbonica equivalente (CO2e) dall’atmosfera terrestre. I crediti prendono il nome di carbon offset se utilizzati da aziende, enti governativi o individui, in progetti di compensazione delle emissioni derivate da gas climalteranti.

I crediti e gli offset sono scambiati all’interno dei mercati di carbonio, che si distinguono in mercati obbligatori e volontari. Fanno parte della prima categoria gli enti vincolati a livello legislativo al raggiungimento di determinati obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio, come accade nel Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’Unione Europea (ETS UE)1. Nella seconda categoria invece l’adozione di progetti di compensazione è intrapresa da aziende o individui su base volontaria. 

I crediti di carbonio scambiati nei mercati volontari derivano da progetti basati sulla natura, sulla tecnologia o sulla loro combinazione. Tra questi si distinguono:

  • Progetti di prevenzione e riduzione: finanziamento di attività che prevengono l’emissione di gas climalteranti, come la tutela di una foresta dalla deforestazione o la costruzione di parchi solari;
  • Progetti di rimozione: generalmente più costosi, rappresentano attività volte alla riduzione della quantità di diossido di carbonio o altri gas ad effetto serra, come la cattura diretta dall’aria (DAC).

Affrontare il rischio di carbon-washing

Per tutelare l’integrità ambientale e gli interessi pubblici, è fondamentale che le stime dei progetti di compensazione, riduzione e rimozione delle emissioni riflettano dei contributi reali, scongiurando il rischio di sovrastime nelle compensazioni (carbon-washing).

Nel caso della compensazione delle emissioni di carbonio forestali, ad esempio, una revisione critica sistematica dei protocolli esistenti2 rivela che tutti soffrono di debolezze nei meccanismi contabili chiave:

  • Definizione del caso di riferimento tramite una baseline per dimostrare che le riduzioni o il sequestro delle emissioni di carbonio sono dovute al progetto (criterio di addizionalità);
  • Permanenza, che richiede delle forme di garanzia contro potenziali perdite nella compensazione negli anni a venire, come lunghezze minime del progetto, rating del rischio e auto-assicurazione;
  • Leakage, si verifica quando un progetto induce cambiamenti al di fuori dei confini del progetto stesso;
  • Ruolo di enti terzi: la convalida fornisce un controllo della solidità del progetto e dei risultati attesi, la verifica si riferisce all’esecuzione in corso del progetto, al monitoraggio associato e ai risultati riportati. 

Il carbon farming 

Il carbon farming è una delle pratiche attuabili per il mercato volontario dei crediti di carbonio; viene definito come un modello di business che premia i gestori di un territorio per avere adottato pratiche di gestione migliorative del terreno, potenziandone la capacità di sequestro del carbonio atmosferico o riducendone il rilascio3.

Questa pratica aiuterebbe con la mitigazione del cambiamento climatico, con recenti studi che hanno dimostrato come il miglioramento della gestione dei suoli attraverso l’uso di tecniche agricole migliorative porterebbe ad uno stoccaggio di 31 Gt di CO2 ogni anno4. Oltre a rappresentare un mezzo per raggiungere la neutralità climatica, il carbon farming costituirebbe anche una nuova fonte di reddito per i gestori del territorio, oltre a garantire vantaggi al territorio stesso, rendendolo più fertile e aumentandone la biodiversità5.

Gli ostacoli

Sebbene promettente, un problema del carbon farming è il suo upscaling, e in particolare l’incertezza sulle possibilità di reddito e sui costi delle pratiche per i gestori del territorio, la potenziale mancanza di fiducia pubblica nell’affidabilità degli standard relativi ai mercati del carbonio, e la complessità e i costi elevati per il monitoraggio, la rendicontazione e sistemi di verifica. 

Specialmente per quest’ultimo punto, una delle maggiori complessità riguarda la gestione e l’impostazione di sistemi di certificazione affidabili. Vista la mancanza di un mercato universale per i crediti derivanti dal carbon farming, è necessaria una standardizzazione delle metodologie e delle regole per monitorare, segnalare e controllare i guadagni e le perdite nel carbonio sequestrato. Attualmente, i crediti di carbonio immessi sui mercati volontari da schemi privati ​​seguono parametri di riferimento molto diversi, rendendo gli acquirenti titubanti circa l’effettiva qualità dei crediti, mentre i gestori del territorio hanno difficoltà a stimarne i ricavi6.

Il futuro dei crediti di carbonio

Nonostante la loro potenzialità, i progetti di compensazione delle emissioni dovrebbero essere considerati come l’ultimo passo nel percorso di decarbonizzazione dell’economia. Questi, infatti, non possono qualificarsi come soluzioni autonome, poiché devono essere implementati in una più ampia strategia di riduzione del carbonio, compresa l’adozione su larga scala di energie rinnovabili, miglioramenti tecnologici, misure di efficienza energetica e incentivi politici. Infine, è importante capire come garantire la credibilità e l’integrità di questi progetti di compensazione del carbonio e delle pratiche di carbon farming, essenziali per prevenire il greenwashing e garantire che le riduzioni delle emissioni e del carbonio vengano effettivamente raggiunte.


A cura di Marta Castellini

Note

  1. Commissione Europea, Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’UE (ETS UE), https://climate.ec.europa.eu/eu-action/eu-emissions-trading-system-eu-ets_it
  2. K. R. Richards e G. E. Huebner, Evaluating protocols and standards for forest carbon-offset programs, Part A: additionality, baselines and permanence, in “Carbon Management”, 3:4, 2012, pp. 393-410; K. R. Richards e G. E. Huebner Evaluating protocols and standards for forest carbon-offset programs, Part B: leakage assessment, wood products, validation and verification, in “Carbon Management”, 3:4, 2012, pp. 411-425.
  3. Commissione Europea, Sustainable Carbon Cycles,15 dicembre 2021, https://dsxx4t8pjznor.cloudfront.net/wp-content/uploads/2022/06/03175004/carbonfarmingUe.pdf
  4.  F. Havery, Improving soil could keep world within 1,5 °C heating target, research suggests, in “The Guardian”, 14 luglio 2023, https://amp-theguardian-com.cdn.ampproject.org/c/s/amp.theguardian.com/environment/2023/jul/04/improving-farming-soil-carbon-store-global-heating-target
  5. l carbon farming: pratiche e strumenti per la sostenibilità, Risultati del Progetto LIFE C-FARMs, https://www.youtube.com/watch?v=rctovpZ1PZg&list=WL&index=28&t=2212s
  6.  C-FARMs, Carbon Farming Certification System, https://c-farms.eu/
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