Ambiente ed estetica sostenibile: la percezione visiva

La percezione visiva è il processo di elaborazione delle informazioni provenienti dal mondo esterno attraverso gli occhi ed elaborate dal cervello che le traduce in informazioni più complesse, disponibili per le funzioni cognitive del soggetto.

Autore

Caterina Verrone

Data

10 Novembre 2022

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5' di lettura

DATA

10 Novembre 2022

ARGOMENTO

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La percezione visiva 1

Ho già parlato sulle pagine di questa rivista di impatto visivo e mitigazione visiva degli insediamenti industriali.

La maggior parte delle regole che permettono di valutare la componente visiva fanno parte di ciò che viene chiamata percezione visiva.

Ma che cos’è? «La percezione visiva è il processo di elaborazione delle informazioni provenienti dal mondo esterno attraverso gli occhi ed elaborate dal cervello che le traduce in informazioni più complesse, disponibili per le funzioni cognitive del soggetto» 2.

Le regole della percezione visiva

«La dinamicità e l’interattività sono le qualità dell’architettura contemporanea…Lo spettatore e lo spazio architettonico non sono più opposti; l’orizzonte comprende il soggetto che vede…Le idee di Merleau-Ponty hanno un ruolo fondamentale nei nostri metodi architettonici. Egli afferma che gli ambienti contengono modelli, “linee di forza” e (se riusciamo a leggerli) significati…Il passaggio del tempo; luce, ombra e trasparenza, i fenomeni cromatici, la texture, il materiale e il dettaglio tutti partecipano nella completa esperienza dell’architettura…L’architettura, unificando il primo piano, quello di mezzo e le vedute distanti, lega la prospettiva al dettaglio e il materiale allo spazio…L’edificio parla attraverso il silenzio dei fenomeni percettivi» 3.

Prese a prestito da discipline come la comunicazione visiva e l’architettura, vi sono nozioni grafiche e di composizione che regolano la percezione visiva. L’analisi dell’opera può essere facilitata dall’utilizzo di alcune di queste regole. 

Infatti, un insediamento industriale è fatto di architetture e si inserisce, e insieme contribuisce a creare, in uno skyline. Lo skyline è il profilo di un paesaggio, sia esso naturale o antropizzato, all’orizzonte. 

Fig. 1 – Esempi di skyline 

Sia il profilo dello skyline che nell’analisi della composizione architettonica e grafica, elemento fondamentale è la linea

L’andamento di quest’ultima, la propria direzione o l’accostamento hanno esiti percettivi diversi:

  • le linee orizzontali e verticali, sono la base della spazialità. La loro predominanza crea una sensazione di equilibrio e stabilità. Come l’orizzonte del mare, la linea orizzontale trasmette quiete e riposo; la linea verticale genera un movimento ascendente risultando attiva
  • la linea obliqua propone un’instabilità e movimento, generando un senso in cui l’osservatore è invogliato a guardare
  • le linee curve, che cambiano sempre la direzione, creano anch’esse un’idea di movimento
  • le linee spezzate, che raccolgono varie tipologie di linea, uniscono le diverse percezioni generando un forte dinamismo.

Gli skyline 4 contemporanei, e in particolare quelli industriali, sono tendenzialmente afferenti a quest’ultima categoria, anche se con quantità di linee curve ridotte.

Le linee di forza 

Funzionamento simili alle linee hanno le linee di forza, ossia quei vettori che si formano come esito dei collegamenti percettivi generati dai vari elementi della composizione (forma, colore, raggruppamento, ritmo, ecc.)

1.Le forme/superfici determinano azioni percettive diverse:

  • Le figure rettangolari possiedono una doppia forza percettiva, generata da diagonali e meridiane: esse attirano lo sguardo verso il loro incrocio e poi all’esterno verso gli spigoli. 
  • Il cerchio invece ha una forza che spinge l’occhio tutta verso il centro. 
  • Il campo triangolare genera vettori che si direzionano all’esterno verso ognuno degli spigoli, oppure, se capovolto diagonalmente verso l’alto a sinistra e a destra. 
  • I formati composti, quelli che necessariamente formano un prospetto industriale, generano sensazioni diverse frutto delle forze che incidono maggiormente nella composizione. 
  • Le forme organiche, in base alla loro deformazione, sembrano dominate da forze circolari o da forze che spingono contemporaneamente da dentro a fuori e viceversa.

2.Forme e superfici sono legati al concetto di figura che a sua volta è legato a quello di contorno.
Si definisce figura un’area delimitata. Lo sfondo è tutto ciò che non è figura ed è posto in secondo piano. Nella lettura dello skyline questo rapporto è fondamentale per controllare il peso e l’impatto dell’impianto con ciò che rimane in secondo piano.

Fig. 2 – Le regole della percezione visiva

3.Un’altra caratteristica compositiva è l’equilibrio. Se all’interno di un campo anonimo inseriamo tre elementi posti orizzontalmente su una mediana, la sensazione generate è staticità ed equilibrio. Gli stessi elementi, poggiati alla base, rafforzeranno la sensazione di stabilità poiché viene assecondata una regola naturale appartenente all’esperienza soggettiva, ossia la gravità. Se invece li poniamo in alto, la percezione che si ricava è di caduta, di movimento dall’alto al basso (gravità). Quindi, raggruppando insieme elementi, si è in grado di formare diversi pesi e ritmi.
Il ritmo, ossia l’iterazione secondo uno schema ripetuto di elementi, può suggerire movimento e armonia. Inoltre, la teoria della continuità e della buona forma sostiene che, in un raggruppamento, l’occhio tende ad unire gli elementi nel modo più coerente e semplice possibile.

Fig. 3 – Skylines industriali: linee di forza e ritmo; rapporto figura-sfondo

4.Vi sono poi il colore e la luce-ombra. Questi due elementi hanno esiti percettivi e psicofisici molto importanti e sono legati fra loro. 

Le luci e le ombre (chiaro-scuro) ci rivelano il volume di un oggetto, l’andamento di un’architettura e di un paesaggio, il succedersi di pieni e di vuoti, la tridimensionalità. Esse sono in grado di far leggere e creare un ritmo, sottolineare o lasciare in secondo piano linee di forza o aree (wireframe). 

Il colore è carico di significati simbolici che spesso variano in base alle culture. Ciononostante, essendo un fenomeno fisico basato su onde elettromagnetiche, ha degli esiti sul corpo umano, come per esempio permettere all’occhio di nascondere una forma in uno sfondo o, viceversa, individuarla.

Nel caso per esempio di un insediamento industriale in un paesaggio naturale, la cromaticità organica parte dalla selezione di toni delle componenti essenziali del paesaggio naturale, ovvero la terra, la vegetazione ed il cielo 5. La scelta del colore non è dettata dallo stile ma, secondo Garnier, deve essere una creazione cromatica organica progettata per la percezione sensoriale umana 6

Fig.4 – Rapporto paesaggio/insediamento industriale: in alto un caso senza mitigazione visiva, in basso un caso mitigato

Infine vi sono da considerare degli elementi extra come le texture, ossia la grana dei materiali, che possono seguire tutte le regole visive finora descritte, ma esse emanano contemporaneamente caratteristiche di tipo tattile, odorifero e acustico, arricchendo di informazioni la percezione visiva.

Conclusione

Le regole della percezione visiva illustrate forniscono quindi gli strumenti per agire sul rapporto paesaggio/insediamento industriale agendo secondo due criteri

  • per assonanza, mimesi, imitazione ossia assecondando colori, materiali e forme già presenti; si lavorerà quindi sulla visibilità e individuabilità dell’opera
  • per antitesi, contrasto ossia associando forme, colori e materiale che, per consuetudine e per esperienza dell’osservatore, non riconducono così facilmente agli impianti industriali. Così l’aspetto “minaccioso” è moderato puntando sul criterio di accettabilità.

La scelta se lavorare su uno o l’altro criterio coinvolge un’altra serie di considerazioni che coinvolgono i fruitori/osservatori e l’accettazione da parte della popolazione, argomento oggetto del prossimo articolo.

Note

  1.  Vedi: M. Diegoli, E. Granata, S. Hernandez, Introduzione all’arte, Electa Bruno Mondadori, Milano, 2001
  2.  Dizionario Zanichelli
  3. S. Holl, Steven Holl e la fenomenologia della percezione. Appunti da una lezione tenuta a La Plata, 2005, in R. Bocchi, Paesaggio, architettura, percezione: note in margine all’architettura di Steven Holl, https://sites.google.com/a/edumail.iuav.it/rbweb/steven-holl-e-la-fenomenologia-della-percezione
  4. «Il concetto di ‘skyline’, quale linea di demarcazione cielo/terra determinata dal profilo del panorama edificato, è stato impiegato più spesso nella rappresentazione e nell’analisi dei contesti urbani. L’idea di utilizzare il concetto di ‘profilo’ per rappresentare l’identità di un luogo sia insita nel concetto stesso di paesaggio», in M. Bernecoli, A. Pepe, A. Percoco e M. Droli, Lo skyline dei borghi rurali italiani: una risorsa per la progettazione d’impresa nell’ospitalità diffusa? Un’analisi nel borgo di Montemurro, in “Proceedings of the XVII – IPSAPA Interdisciplinary Scientific Conference. – Volume I”, 2013
  5. Teorie di Friedrich Ernst von Garnier, ideatore della professione del Color Designer e creatore un nuovo linguaggio cromatico applicato prevalentemente ed edifici industriali. In: M. Spagnoli, Friedrich Ernst von Garnier: un pioniere del color design, in C. Boeri (a cura di), Colore. Quaderni di cultura e progetto del colore, IDC Colour Centre, 2013
  6.  ibidem
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