Se, nell’immaginario collettivo, il primo caso corrisponde alle manifestazioni per il clima nelle piazze, con decine di migliaia di giovani che inneggiano alla lotta al cambiamento climatico, il secondo viene raffigurato come una serie di riunioni in palazzi vetusti, portate avanti da individui di mezza età vestiti di tutto punto.
Sembrano due mondi opposti, eppure sono più connessi di quanto si possa pensare.
Facendo un’analogia, attivismo e politica sono due facce della stessa medaglia, perché entrambe le tematiche sono ugualmente importanti al fine di assicurarci un futuro sostenibile. Se un lato fallisce, fallisce anche l’altro. Tuttavia queste facce sono più della somma delle loro parti.
Un approccio integrato e coordinato crea una sinergia unica tra attivismo e politica. Rendendo così ogni azione molto più efficace nella lotta alla sostenibilità e al cambiamento climatico di quanto non possano essere se attuate individualmente.
Un cambiamento che parte dal basso
Quando cominciamo a vedere il cambiamento climatico non più come una tematica disconnessa dalla realtà, ma come una questione politica, sociale, morale, di diritti umani e ambientale, diventa chiaro che la lotta verso un mondo più sostenibile deve passare, inevitabilmente, dalle nostre mani.
Se vogliamo affrontare il cambiamento climatico, l’azione deve essere intrapresa dalle persone a tutti i livelli di governo. Partendo dal piccolo paese di provincia fino ad arrivare a Roma, abbiamo bisogno di politiche che garantiscano l’accesso all’energia pulita per tutte le comunità, di leggi che proibiscano un’ulteriore espansione dei combustibili fossili. E, per fare ciò, bisogna sostenere i politici in grado non solo di votare per misure a sfondo sostenibile, ma anche per leggi che abbiano un impatto concreto in ogni sfera della sostenibilità.
Non possiamo più permetterci di stare con le mani in mano. Bisogna agire subito e in maniera coesa.
L’unione fa la forza
Assodato che il cambiamento climatico è una minaccia reale e che, se non si agisce subito, questo problema verrà ereditato dalle generazioni future, è immediato pensare che sono soprattutto i più giovani a sentirne la responsabilità. Agire in maniera individuale, però, è altamente improduttivo e comporta un notevole dispendio di energie e tempo. È proprio per questo motivo che sono nati diversi gruppi di attivisti e organizzazioni in tutto il mondo. In genere, i gruppi di attivisti per il clima sono guidati, a loro volta, da un gruppo di attivisti più ristretto che ha lo scopo di aiutare a organizzare eventi, dimostrazioni e campagne sui social media. Questi gruppi di base sono sostenuti da una più grande comunità di attivisti, e hanno la responsabilità di assicurare il successo della loro organizzazione e dei suoi obiettivi.
Esattamente come in politica esistono i partiti, con i vari gruppi e capogruppo di riferimento; una struttura simile viene utilizzata all’interno dei gruppi di attivisti.
Il dialogo fa la differenza
Nonostante ci siano differenze effettive da entrambi i lati, è importante notare come attivismo e politica possano coesistere e collaborare al fine di costruire non solo un’Italia più sostenibile ma anche un’Europa e un mondo migliore.
Il fattore fondamentale della buona riuscita di questa collaborazione è il dialogo: bisogna continuare a confrontarsi su queste tematiche e lavorare avendo in mente l’obiettivo comune. A volte capiterà di dover fare qualche compromesso e qualche sacrificio. Avendo però ben chiara la strada da intraprendere, si può star certi che attivismo e politica possano, realmente, creare un mondo migliore.