In che modo un gioco di ruolo può facilitare un cambio di prospettive nei conflitti in contesti socio-ambientali complessi.
Ci troviamo nel centro del Camerun, ai margini della foresta pluviale centrafricana, il secondo polmone più grande del mondo dopo l’Amazzonia; quest’area è di grande interesse per diversi Paesi stranieri a causa dello sfruttamento delle sue foreste e l’esportazione del legno, poiché vi si trovano specie preziose e facilmente accessibili.
Intorno e all’interno delle aree forestali vivono numerose popolazioni locali e indigene, che si sostengono con le risorse naturali locali: agricoltura, allevamento, pesca e caccia. L’estrazione intensiva di legname da parte di aziende straniere quindi si somma all’impatto delle attività di sostentamento delle popolazioni locali, generando un processo di deforestazione sempre più rapido e intenso.
Le conseguenze più gravi ricadono sulle stesse popolazioni, i loro mezzi di sostentamento sono minacciati dalla diminuzione delle risorse naturali e dalle maggiori difficoltà produttive dovute all’accentuarsi degli effetti del cambiamento climatico, che l’ecosistema fa sempre più fatica a mitigare; la carenza d’acqua e l’aumento della siccità nella zona, durante la stagione secca, sono già molto evidenti.
Inoltre, nonostante il reiterato sfruttamento dell’ambiente, i benefici che le popolazioni locali ne traggono non sono paragonabili a quelli generati dalle aziende, né sono sufficienti a compensare l’impatto ambientale correlato, per cui le loro condizioni di vita rimangono invariate o peggiorano. Questo è il contesto in cui si inserisce il progetto Forest4Future in Camerun attuato dalla GIZ, l’organizzazione tedesca per la cooperazione tecnica allo sviluppo. Il progetto mira a sostenere le comunità locali nella conservazione e nell’uso sostenibile delle proprie risorse naturali, attraverso misure di restaurazione del paesaggio forestale e d’innovazione agro-ecologica.
Le foreste permettono il sostentamento di una moltitudine di attori diversi: agricoltori, allevatori, cacciatori, pescatori, aziende del legno e organizzazioni impegnate nella conservazione della biodiversità; perciò tenere conto degli interessi e delle esigenze di tutti gli attori per un uso e una gestione sostenibili delle risorse naturali è un compito molto complesso.
A tal fine, il team del progetto Forest4Future ha sviluppato un ‘gioco di ruolo’ che ha la funzione di sensibilizzare gli attori sulle dinamiche di degradazione delle risorse naturali e sui relativi conflitti e di guidare all’esplorazione collettiva delle possibili soluzioni per una pianificazione e gestione comunitaria delle risorse naturali attraverso un approccio partecipativo.
L’uso di un gioco di ruolo è una metodologia molto innovativa, introdotta non prima di 20 anni fa, un tempo relativamente ridotto per progetti di sviluppo sostenibile del territorio e di restaurazione e tutela ambientale; a tale periodo risalgono già numerose sperimentazioni e ricerche scientifiche in contesti simili in tutto il mondo, che mostrano risultati notevoli in termini di coinvolgimento e rafforzamento delle capacità delle popolazioni locali; il potenziale di questo strumento è quello di svolgere sia una funzione di sensibilizzazione – aumentando la consapevolezza degli attori da un lato – sia di favorire un’analisi concreta dei problemi e delle possibili soluzioni. Non solo uno strumento pedagogico, quindi, ma un vero e proprio supporto al processo decisionale e alla pianificazione.
Il gioco di ruolo in questione riproduce il paesaggio in cui operiamo e il suo ecosistema: ogni esagono, che chiamiamo ‘parcella’, rappresenta un campo, e ogni colore rappresenta un diverso grado di fertilità del suolo, decrescendo dal verde scuro al giallo/color legno. Su ogni parcella si genera un numero diverso di alberi e di risorse naturali in base alla sua fertilità. Il gioco rappresenta quindi le aree di foreste secondarie adulte (verde scuro), di foreste giovani o in degrado (verde chiaro), di savane arbustive (marrone) e di savane erbacee (color legno); anche eventuali fiumi o laghi (blu) sono riprodotti nel sistema ludico.
Sulle parcelle si possono trovare anche animali selvatici (fauna nelle foreste e pesci nei fiumi). Ogni giocatore rappresenta una famiglia di contadini e ogni turno di gioco rappresenta una stagione delle piogge, alternata a una stagione secca. Quando il gioco inizia, i partecipanti collocano sulle parcelle le attività che intendono svolgere durante la stagione, potendo scegliere tra agricoltura, allevamento, caccia, pesca e taglio degli alberi. Alla fine della stagione ogni attività genera per il giocatore un certo numero di risorse con cui può sostenere la propria famiglia. Inoltre, dopo ogni stagione, gli appezzamenti che sono stati completamente liberati dagli alberi si degradano a un livello di fertilità inferiore (cambio di colore) e possono essere rigenerati solo attraverso attività di riforestazione.
Durante il workshop un animatore può interpretare un ruolo speciale, come quello di un’azienda straniera che intende estrarre legna dalla foresta o di un’organizzazione che realizza un progetto di restaurazione del paesaggio forestale (per esempio riforestazione o agro-forestazione; e.g. sistemi agricoli che prevedono la consociazione di diverse varietà di colture arboree fruttifere o da legna ed erbacee o orticole). Ogni laboratorio è infine seguito da un debriefing e da una discussione collettiva su quanto osservato.
Questo metodo permette di simulare e accelerare, in un ambiente sicuro, le dinamiche dei processi di degrado del suolo dovute allo sfruttamento delle risorse naturali forestali; attraverso la partecipazione al gioco, e soprattutto dopo lo scambio finale, tutti i partecipanti sono in grado di visualizzare le conseguenze delle loro azioni – e il processo di apprendimento porta spesso a un cambio di prospettiva.
È proprio il cambiamento nella concezione e visualizzazione collettiva dell’uso delle risorse naturali e delle conseguenze che è in grado di fornire maggiore capacità e consapevolezza agli attori, al fine di prendere decisioni complesse e trovare accordi comuni nell’ambito di una pianificazione sostenibile.
Fin dall’infanzia impariamo a relazionarci con il mondo e con gli altri attraverso il gioco, un ambiente sicuro in cui i bambini possono sperimentare tutti i possibili comportamenti senza rischi e valutare quale atteggiamento adottare nella loro vita. L’utilizzo di un gioco di ruolo nel progetto F4F segue lo stesso meccanismo; l’intento nell’utilizzo di tale metodologia non è quello di sminuire la capacità degli attori locali di risolvere i problemi, ma al contrario, di riconoscere che trovare soluzioni ottimali in un contesto tanto complesso è così difficile che, proprio come i bambini affrontano la loro sfida più grande – imparare a stare al mondo – attraverso il gioco, noi affrontiamo la complessità della realtà grazie all’apprendimento e alla sensibilizzazione che si generano durante il gioco di ruolo.