Unlock&Upgrade. Per una nuova narrativa sull’innovazione

Open Social Innovation - Ep. 1 - La rubrica di Flaviano Zandonai sull'innovazione sociale.

Autore

Francesca Battistoni, Flaviano Zandonai

Data

5 Settembre 2022

AUTORE

TEMPO DI LETTURA

4' di lettura

DATA

5 Settembre 2022

ARGOMENTO

CONDIVIDI

Perché è necessario capire cosa ha funzionato o meno nella trasformazione sociale del nostro paese.

Sono ormai passati dieci anni dalla pubblicazione del seminale Open book of social innovation che inaugurava una nuova stagione di trasformazione sociale anche nel nostro Paese. Da allora, come si suol dire, di acqua sotto i ponti ne è passata in termini di iniziative, progetti, risorse, ma anche di effort da parte di persone, gruppi, comunità, organizzazioni. 

Tra i diversi attori ha preso progressivamente forma anche un ecosistema a supporto fatto di professionisti e agenzie che si sono proposti di accompagnare l’innovazione sociale per consolidarla e farla crescere.

E’ quasi normale chiedersi come siano andate le cose, cercando di capire cosa ha funzionato o meno. Ma anche chiedersi come potranno andare in un futuro che è sempre più schiacciato sul presente e caratterizzato da mutamenti profondi e di sistema. Proprio quelli che, paradossalmente, si cercavano di cogliere per fare innovazione.

La pandemia, da questo punto di vista, rappresenta il vero e proprio hackathon nel quale siamo tutti, nostro malgrado, ancora coinvolti.

Che fare quindi? Crediamo sia necessario mobilitare in senso riflessivo e analitico l’intelligenza collettiva rappresentata dagli attori dell’ecosistema al fine di verificare un’ipotesi di fondo ovvero se i linguaggi e gli strumenti utilizzati per rendere l’innovazione sociale possibile si siano in qualche modo emancipati dai retaggi culturali rappresentati da altri contesti d’innovazione – principalmente quella digitale – dove sono stati forgiati.

Contesti che oggi, per svariate ragioni, mostrano la corda in particolare per quanto riguarda le ricadute dell’innovazione tecnologica sulle catene del valore e sulle reti sociali.

Ma non basta, perché attraverso questo lavoro di autovalutazione l’intento è di capire se questa semantica è non solo matura in sé ma soprattutto all’altezza della sfida dichiarata ovvero generare cambiamenti positivi e duraturi a livello di comportamenti, organizzazioni, politiche, essere innovazione davvero trasformativa e rispondere a societal challenges urgenti, anche perché sempre più strettamente interconnesse tra esse (basti pensare all’interdipendenza tra trasformazione green e inclusione sociale).

Interrogarsi e riflettere su queste questioni rappresenta una specie di ‘stress test’ per misurare la consistenza dell’ecosistema e la sua capacità di dotarsi di una proposta di valore autonoma e non basata sul trasferimento acritico di modelli ormai esausti.

Se nella prima fase l’innovazione sociale si è affermata come un quasi concetto dai contorni semantici porosi che ‘sta bene su tutto’ decretandone così un successo fortemente ambivalente, ora si apre una nuova stagione volta a densificare una pluralità di innovazioni (in termini di iniziative, soggetti, reti) in cambiamento sociale.

E questo obiettivo, in estrema sintesi, dipende da un ecosistema che sa operare non solo in senso adattativo, riscrivendo il codice di altri linguaggi dell’innovazione, ma che è anche capace di una sua produzione originale in termini di narrazione e strumentazione.

Da qui la necessità di dar vita a una reportistica diffusa e dislocata il più possibile a ridosso dei contesti dove l’innovazione sociale «si fa» che si sviluppi secondo le seguenti modalità:

  • Vengono identificate alcune parole / strumenti (sia importati e adattati che coniati ex novo) che più hanno caratterizzato il discorso sulla e la progettazione dell’innovazione sociale;
  • Parole e strumenti verranno riempiti di dati esperienziali da parte degli attori che ne hanno fatto uso cercando di identificare il modo in cui sono stati adattati o, in maniera più profonda, trasformati a livello di significati e di cultura d’uso; in questa fase, e per evidenti ragioni, gli strumenti per l’analisi dovranno, essi stessi, contribuire a fare la differenza sia in sede di raccolta e organizzazione dei contenuti, sia di loro revisione contribuendo a fare unlock dell’intelligenza collettiva;
  • Lo sforzo analitico e valutativo, seppur rilevante in sé, non è comunque sufficiente se non si caratterizza anche come capacità di futuro per cui, su questa base, verranno proposti alcune tendenze di «futuro presente» dell’innovazione sociale sfidando, anche su questo fronte, i trend mainstream che contribuiscono a costruire le agende strategiche e politiche a vari livelli.

Questa reportistica inaugura una nuova narrativa alimentata da una rinnovata comunità dell’innovazione sociale.

Persone e organizzazioni che a partire da questa analisi si propongono di sbloccare risorse e aspirazioni al cambiamento che nel nostro paese, ancora oggi, appaiono latenti e sottoutilizzate. Al tempo stesso mira a far compiere un salto di scala all’ecosistema migliorando la sua capacità di azione e di produzione di significati per generare cambiamenti all’altezza delle sfide che lo scenario pandemico ha reso in via definitiva dei punti di svolta epocali e non più rinviabili.

Leggi anche
Società
Coordinate
6′ di lettura

Cuore, orto e cucina: il fenomeno delle Farmhouse

di Maria Vittoria Cervigni
Economia
Viva Voce
5′ di lettura

Abbigliamento circolare per l’outdoor

di Giulio Piovanelli
Economia
Editoriali
7′ di lettura

Comunità Energetiche: oltre i decreti, le vere sfide

di Marina Bertolini, Marta Castellini
Economia
Viva Voce

Abbigliamento circolare per l’outdoor

di Giulio Piovanelli
5′ di lettura
Scienza
Viva Voce

La bioeconomia che verrà

di Stefano Bertacchi
4′ di lettura
Società
Viva Voce

La sfida delle monete complementari italiane 

di Cristina Toti
8′ di lettura
Scienza
Viva Voce

Virus biotech per la medicina

di Stefano Bertacchi
5′ di lettura
Clima
Viva Voce

Recupero di terre rare da RAEE: progressi e criticità

di Sergio Corbetta, Enrico Folin
5′ di lettura
Società
Viva Voce

Diari di apartheid. La città a due volti.

di Gloria Ballestrasse
4′ di lettura

Credits

Ux Design: Susanna Legrenzi
Grafica: Maurizio Maselli / Artworkweb
Web development: Synesthesia