Sapete cos’hanno in comune una botta in testa, il risveglio da un pisolino pomeridiano e quella strana sensazione di entrare in una stanza dimenticandovi il motivo? Esatto, sono tutti momenti in cui il cervello, per un attimo, perde l’orientamento: il filo dei pensieri si spezza, le percezioni si confondono e il senso del tempo si altera. Queste esperienze, per quanto quotidiane, hanno qualcosa di affascinante: ci mostrano quanto sia fragile e malleabile la nostra percezione della realtà. Ma cosa succederebbe se potessimo provare queste sensazioni e decidere quando provarle, non solo per un attimo? Cosa succederebbe se il cervello fosse spinto a riorganizzare le sue connessioni, creando un nuovo equilibrio? Ed è qui che entrano in gioco i funghi psichedelici, portatori di un curioso segreto chimico: la psilocibina.
Secondo un articolo della prestigiosa rivista Nature, la psilocibina, una sostanza presente nei funghi psichedelici, ha i seguenti effetti principali sul corpo umano, in particolare sul cervello.
- Alterazione della percezione del tempo e dello spazio: i soggetti possono sentirsi distaccati dalla realtà, con esperienze che sembrano ‘dilatarsi’ o ‘accelerare’.
- Nel nostro cervello c’è una rete che ci aiuta a capire chi siamo e ci fa sentire separati dagli altri. La psilocibina fa funzionare questa rete in modo diverso, e per un po’ potremmo perdere questa sensazione. È come se il confine tra ‘io’ e ‘il resto del mondo’ sparisse. Ci si sente parte di qualcosa di più grande, come se tutto fosse connesso.
- Il nostro cervello è bravo a cambiare e a creare nuove connessioni, specialmente quando impariamo qualcosa di nuovo. La psilocibina rende il cervello ancora più flessibile, aiutandolo a ‘riprogrammarsi’. Questo è utile per cambiare abitudini o affrontare problemi come la depressione.
- Esperienze visive e uditive alterate: le persone spesso riportano allucinazioni visive e una maggiore intensità delle percezioni.
- Sentimento di connessione con il mondo: può aumentare l’empatia e il senso di appartenenza.
La psilocibina si trova in diverse specie di funghi appartenenti ai generi Psilocybe, Panaeolus, Copelandia, Gymnopilus e altri. I più noti sono: Psilocybe cubensis comune nelle aree tropicali e subtropicali, Psilocybe semilanceata (detto Liberty Cap) diffuso nei prati umidi e nei pascoli delle regioni temperate, come Europa e Nord America. Psilocybe cyanescens cresce in climi più freddi, spesso su legno in decomposizione.
Questi funghi si trovano prevalentemente nei climi tropicali e subtropicali (come Sud America, Sud-est asiatico e Africa centrale), nei pascoli umidi delle regioni temperate (Europa, Nord America) e nei parchi e giardini urbani su legno morto (in particolare in Nord America e in alcune zone d’Europa). Come sono fatti questi funghi? I funghi psilocibinici sono di dimensioni generalmente piccole o medie, con un aspetto caratteristico che li rende riconoscibili. Hanno cappelli a forma di campana o convessi, che variano dal marrone al dorato, spesso sbiadendo al beige una volta secchi. I loro gambi sottili e bianchi tendono a mostrare una sfumatura blu se danneggiati, un segno distintivo della presenza di psilocibina. Questi funghi sono conosciuti e utilizzati da millenni. Civiltà come quella azteca li consideravano sacri, usandoli in cerimonie religiose per indurre visioni e connessioni spirituali. La psilocibina, il principio attivo che li rende psichedelici, è stata isolata per la prima volta nel 1958 dal chimico Albert Hofmann, famoso anche per la scoperta dell’LSD. Crescono prevalentemente in stagioni umide, come la primavera e l’autunno, adattandosi a diversi ambienti: prati, boschi e legno in decomposizione. La loro distribuzione globale include regioni tropicali, subtropicali e temperate, rendendoli accessibili in molte parti del mondo. Ciononostante state tranquilli che non li troveremo mai in buon risotto ai funghi.
A cura di Nurtai Borgonovo, Davide Martini, Liceo Scientifico Vittorio Veneto – Milano
Equilibri in crescita
I PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, sono progetti formativi obbligatori per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori e sono un requisito necessario per l’ammissione alla prova di maturità. I PCTO intendono fornire competenze e conoscenze utili per il futuro nel mondo del lavoro. Eniscuola è un’iniziativa di Eni forte di un’esperienza sul campo che dura da oltre trent’anni. Nata con l’obiettivo di formare insegnanti e ragazzi sul mondo dell’energia e dell’ambiente, è diventata nel tempo una realtà in grado di realizzare progetti per guidare i ragazzi nella riflessione logica e nell’uso di strumenti metodologici necessari per orientarsi in maniera sicura e consapevole nel mondo dell’informazione. Da oltre dieci anni, FEEM conduce i PCTO proposti da Eniscuola su tutto il territorio nazionale. Per l’anno scolastico 2024-2025, Eniscuola con FEEM ha portato nelle scuole superiori milanesi un corso di giornalismo scientifico. Gli articoli contenuti nella sezione Equilibri in crescita sono frutto del lavoro delle studentesse e degli studenti che hanno partecipato al progetto.