La scoperta del tè viene attribuita al mitico imperatore cinese Shen Nong e risale a quasi 5.000 anni fa quando, secondo la leggenda, mentre era seduto sotto un albero a bollire dell’acqua per purificarla, alcune foglie di tè caddero nella pentola e assaggiando l’infusione rimase colpito dal gusto e dal senso di benessere donato da questa bevanda.
Il tè, inizialmente utilizzato dai monaci buddhisti come medicinale, era apprezzato per le sue proprietà energizzanti e curative. I monaci lo consumavano per favorire inoltre la lucidità durante le meditazioni prolungate. Il tè, derivato dalla pianta Camellia sinensis, offre una varietà di tipi, come verde, nero, oolong e bianco, che differiscono per sapore, aroma e colore, principalmente a causa dei diversi metodi di lavorazione delle foglie. Queste varietà sono apprezzate per le loro numerose proprietà benefiche per la salute, soprattutto se consumate regolarmente.
Tra i componenti chiave del tè vi sono i polifenoli, noti per le loro proprietà antiossidanti. Nel tè verde, le catechine, in particolare l’epigallocatechina-3-gallato (EGCG), svolgono un ruolo significativo nella protezione contro i danni cellulari. Diversi studi, come quelli condotti dalla Fondazione Umberto Veronesi, suggeriscono che questi polifenoli possano inibire la replicazione e ridurre l’invasività delle cellule tumorali, contribuendo così alla prevenzione di malattie gravi, come quelle croniche. Il tè contiene anche alcaloidi come la caffeina, la teofillina e la teobromina. La caffeina stimola il sistema nervoso centrale, migliorando l’attenzione e la resistenza alla fatica. La teofillina e la teobromina favoriscono il rilassamento muscolare, promuovendo la broncodilatazione e modulando le funzioni intestinali. Inoltre, la teofillina stimola la respirazione e la teobromina ha effetti cardiocinetici.
Poi si hanno i tannini presenti nel tè che esercitano un’azione antinfiammatoria, contribuendo a regolare il sistema digestivo e possono anche avere effetti astringenti, contribuendo a ridurre la diarrea. Queste proprietà rendono il tè una bevanda utile nelle diete dimagranti, poiché accelera il metabolismo di grassi e zuccheri, aiutando a mantenere sotto controllo i livelli di zuccheri e colesterolo nel sangue. Tuttavia, è importante consumare il tè con moderazione. Un’assunzione eccessiva può portare a effetti indesiderati come tachicardia, nervosismo, insonnia e agitazione, principalmente a causa del contenuto di caffeina. Inoltre, il tè può interferire con l’assorbimento del ferro e con l’efficacia di alcuni farmaci, come i chemioterapici. Alcuni tipi di tè contengono ossalati, che possono contribuire alla formazione di calcoli renali in persone predisposte.
«Si è cercato di riprodurre singolarmente i diversi composti presenti nel tè», afferma Julie Stefanski, dietista e portavoce dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Tuttavia, come osserva Stefanski, l’isolamento di specifici composti dal tè non ha mai gli stessi benefici del bere una tazza, a causa della complessità dei diversi composti presenti nel tè. Uno studio del 2022 ha rilevato che il consumo regolare di tè nero può ridurre il rischio di morte inferiore del 9-13% e abbassare la probabilità di decessi causati da infarto o ictus nell’arco di un decennio rispetto a chi non ne beve.
A cura di Sara Moustafa, 5A, Liceo scientifico Natta, Milano
Equilibri in crescita
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