ReclaiMEDlanD. Camminare il cambiamento: educare lo sguardo, trasformare il paesaggio

Un’esperienza di attraversamento delle nuove generazioni nella Piana di Metaponto per delineare traiettorie di adattamento al cambiamento climatico

Esplorazioni lungo la spiaggia di Metaponto, Basilicata. Elaborazione degli autori con l’ausilio di Open AI Sora

Autore

Tiziana Perri, Alessandro Raffa, Caterina Verrone

Data

20 Novembre 2025

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TEMPO DI LETTURA

3' di lettura

DATA

20 Novembre 2025

ARGOMENTO

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In un angolo di Sud Italia, tra l’azzurro ionico e la memoria delle bonifiche, un gruppo di studenti ha riscoperto il proprio territorio non dai banchi di scuola, ma percorrendolo a piedi, giorno dopo giorno, con lentezza. Questa esperienza1 si inserisce nel progetto ReclaiMEDlanD2, – promosso dalla Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e il Florida Institute for Built Environment Resilience (FIBER) dell’Università della Florida e finanziato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia–, che ha portato le nuove generazioni a confrontarsi direttamente con i segni del cambiamento climatico nella Piana di Metaponto, in Basilicata. Un’esperienza educativa, ma anche trasformativa: dove il camminare è divenuto pratica critica, estetica e politica.

Paesaggio come testo vivente

La Piana di Metaponto, oggi, è molto più che una semplice area agricola. È un territorio stratificato, segnato da cicli di sfruttamento e rigenerazione, dove i segni del passato si mescolano alle tensioni del presente. Un ‘archivio vivente’, in cui leggere l’interazione tra l’uomo e la natura, tra la memoria e le sfide climatiche. In questa esperienza, osservare il paesaggio ha significato molto più che guardarlo. Gli studenti coinvolti – dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore Pitagora – sono stati guidati a leggere ciò che li circonda: erosione costiera, rinaturalizzazione spontanea di infrastrutture agricole, segni lasciati da tempeste e grandinate. Ogni elemento, anche il più sottile, è diventato indizio, traccia, parte di una narrazione complessa.

Camminare come atto di conoscenza

Prendendo spunto e intrecciando le riflessioni di Rebecca Solnit, Francesco Careri e Tim Ingold3, il progetto ha messo al centro un gesto tanto antico quanto rivoluzionario: il camminare. In un’epoca dominata dalla velocità e dall’iperconnessione, camminare significa sottrarsi alla frenesia e recuperare una relazione diretta, fisica, con il mondo. I giovani hanno attraversato la Piana non solo per raggiungere un luogo, ma per incontrarlo. Hanno imparato che camminare non è evasione, ma immersione: è costruzione di significato attraverso l’esperienza diretta, è un modo per ascoltare il paesaggio e renderlo protagonista.

Lentezza come metodo

Questo approccio ha rimesso al centro il tempo lungo dell’osservazione, in contrapposizione all’immediatezza del consumo digitale. L’esperienza ha valorizzato la lentezza non come ostacolo, ma come metodo: un tempo dilatato che consente di cogliere ciò che normalmente sfugge, di costruire attenzione e cura. Come scrive Careri, «camminare è una pratica estetica»4 – e in questa chiave, il paesaggio è diventato uno spazio da sentire, oltre che da analizzare. La fotografia, la narrazione e il dialogo hanno poi tradotto queste sensazioni in strumenti di riflessione e rappresentazione.

Documentare il cambiamento

Attraverso laboratori creativi, gli studenti hanno documentato con immagini e parole gli effetti tangibili del cambiamento climatico sul territorio. Le loro fotografie raccontano dune scolpite dal vento, canali prosciugati, coste che si ritirano, piantagioni devastate da eventi estremi. Ma raccontano anche bellezza: la vitalità spontanea della natura che riconquista spazi, la forza degli elementi, la resistenza silenziosa dei luoghi. Questo mosaico visivo è diventato non solo testimonianza, ma base di dialogo con esperti e comunità. Un modo per avvicinare la scienza alla vita vissuta, la teoria all’esperienza, l’educazione alla cittadinanza attiva.

Scenari di futuro: immaginare per agire

L’esperienza si è arricchita attraverso la partecipazione di studenti e insegnanti al workshop di scenario planning, nell’ambito del progetto ReclaiMEDlanD. Qui, gli studenti hanno immaginato strategie per adattare il territorio metapontino alle nuove sfide climatiche, confrontandosi con ricercatori e stakeholder locali. Sono emerse idee di gestione integrata delle risorse idriche, riforestazione partecipata, valorizzazione delle tradizioni agro-ecologiche, recupero di architetture rurali. Ma soprattutto, è emersa una consapevolezza nuova: il futuro non si subisce, si costruisce. E può nascere anche dai piedi di chi lo cammina.

Un’educazione ecologica, estetica e civica

Secondo David Orr5, educare in tempi di crisi ecologica significa stimolare a immaginare mondi diversi. E questa esperienza ha contribuito ad allenare l’immaginazione progettuale, la capacità di osservare, di raccontare, di agire. Ha contribuito al ruolo attivo della scuola nella formazione di cittadini consapevoli, capaci di dialogare con la complessità. Non è un caso che i giovani, come ricorda Naomi Klein6, siano spesso portatori di visioni radicali e creative: non hanno ancora interiorizzato completamente le logiche dell’abitudine, e possono quindi concepire alternative vere. Il simposio conclusivo del progetto ReclaiMEDlanD, in cui gli studenti hanno potuto restituire la loro esperienza di attraversamento del Metapontino, ha confermato questa forza: tra parole semplici e immagini potenti, gli studenti hanno offerto una visione autentica, sensibile e politica del proprio territorio.

Il cammino come metafora (e metodo)

Camminare, in questo contesto, non è solo esplorazione: è anche trasformazione. È riconoscere il proprio posto nel mondo e nella storia, è entrare in relazione con la natura, è costruire comunità attraverso l’esperienza condivisa. In un tempo di crisi globale, questa pratica assume una valenza simbolica forte: è un atto poetico e politico, che si oppone all’estrattivismo culturale, alla distrazione sistemica, al distacco dalle cose. Come ricorda ancora Solnit, «camminare è un modo per affermare il proprio posto nel mondo»7. Per questo, ogni passo compiuto dai giovani della Piana di Metaponto ha avuto il valore di un gesto rivoluzionario.

Conclusione: un’eredità fertile

L’esperienza di ReclaiMEDlanD -che ha ottenuto da ASVIS-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile il riconoscimento come buona pratica territoriale per un’Italia più sostenibile nel 2025- lascia un segno profondo non solo nei ragazzi8, ma nella comunità che li circonda. Dimostra che le scuole possono diventare spazi di innovazione territoriale, che l’educazione ambientale non deve essere nozionistica ma esperienziale, e che il paesaggio può essere uno strumento formativo, politico e narrativo. Ma lascia soprattutto un messaggio: per immaginare futuri sostenibili, dobbiamo imparare di nuovo a camminare. Non solo nei luoghi, ma nelle idee, nelle relazioni, nel tempo. Perché è nei dettagli che si nasconde la bellezza, ed è nel cammino condiviso che può nascere una nuova alleanza tra giovani, natura e comunità capace di ri-orientare traiettorie di adattamento per i luoghi che abitiamo.

Aknowledgement

Si ringraziano il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia per il sostegno ricevuto nell’ambito dell’Annual Program Statement 2023. Si ringraziano Michelle Lee, Console Ufficio Stampa e Cultura, Consolato degli Stati Uniti d’America, Napoli e Antonella Di Vaio, Specialista Culturale, Ufficio Stampa e Cultura, Consolato degli Stati Uniti d’America, Napoli.

Si ringraziano la Prof.ssa Cristalla Mezzapesa, Dirigente Scolastica dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore Pitagora di Montalbano Jonico, Scanzano e Nova Siri, il Prof. E. Balice e tutti gli altri docenti che si sono volontariamente offerti di supportarci nel Progetto ReclaiMEDlanD, e soprattutto gli studenti per la loro partecipazione. 

Note

  1. Il presente contributo rielabora i contenuti del saggio: T Perri, C, Verrone, ReclaIMEDlanD. Lo sguardo delle nuove generazioni sui mutamenti del paesaggio metapontino ai cambiamenti climatici, in A. Raffa, (a cura di), Ecologie Climatiche tra Adattamento, Progetto e Partecipazione. Fondazione Eni Enrico Mattei, Milano, 2025.
  2. Si veda: A. Raffa, ReclaiMEDlandD(scapes). Ecologie Climatiche tra Adattamento, Progetto e Partecipazione. Fondazione Eni Enrico Mattei, Milano, 2025; A. Raffa, Reclaimedland. Sperimentazione design-based per l’adattamento climatico nei paesaggi moderni di bonifica’, in B. Di Palma, L. Macaluso, R. Renzi (a cura di), Il progetto di architettura nella terza missione. Siracusa: LetteraVentidue, 2024, pp. 192-194. A. Raffa, C. Brisotto Progetto ReclaiMEDlandD. Un percorso di adattamento condiviso e design-oriented per i paesaggi moderni di bonifica tra Basilicata ed Emilia Romagna, in Equilibri Magazine, 18 luglio, 2024.
  3. R. Solnit, Wanderlust: A History of Walking, Viking New York, 2000; F. Careri, Walkscapes: Camminare come pratica estetica, Einaudi, Torino, 2006; T. Ingold, Lines: A Brief History, Routledge, Londra, 2007
  4. F. Careri,Walkscapes: Camminare come pratica estetica, Einaudi, Torino, 2006.
  5. D. W. Orr, Ecological Literacy: Education and the Transition to a Post-modern World. State University of New York Press, Albany, NY,1992.
  6. N. Klein, This Changes Everything: Capitalism vs. The Climate, Penguin, New York, 2015; R. Solnit, Wanderlust: A History of Walking, Viking, New York, 2000.
  7. R. Solnit,Wanderlust: A History of Walking, cit.
  8. L’attività condotta dai ragazzi è stata presentata, insieme al progetto ReclaiMEDlanD, all’interno del seminario scientifico-divulgativo ‘FAI il clima giusto’, organizzato dal FAI Basilicata nell’ambito dell’iniziativa FAI per il Clima e svoltosi a Matera il 7 novembre 2025 presso la Casa delle Tecnologie Emergenti.
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