Super! Un secolo di energia

Autore

Luciano Canova

Data

11 Aprile 2025

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TEMPO DI LETTURA

5' di lettura

DATA

11 Aprile 2025

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Può sembrare banale pretendere che un libro ti permetta di apprendere e, forse correttamente, è lecito assumere che un buon libro assolva la funzione. Dando dunque per soddisfatto il requisito che le opere di valore possiedano tutte tale caratteristica, soltanto per i libri straordinari vale la pena sottolinearlo. Con tutti i libri di Alessandro Lanza si impara tanto.

‘Super! Un secolo di energia in Italia’, la sua ultima fatica editoriale, non è semplicemente un volume sulla storia dell’energia italiana. È piuttosto una sfida intellettuale, un caleidoscopio in cui economia, politica, società e tecnologia s’intersecano e si inseguono in un intreccio narrativo vibrante e rigoroso. Lanza non scrive un saggio classico né tantomeno un trattato accademico, ma sceglie deliberatamente la strada della narrazione storica alta, che ricorda la migliore tradizione anglosassone del racconto analitico di fatti, persone e idee. Il libro, pubblicato da poco, si propone come una bussola indispensabile per orientarsi nelle pieghe complesse e spesso oscure della storia recente del nostro Paese, attraverso il prisma privilegiato e acuto dell’energia.

Fin dalle prime pagine, il lettore si rende conto che il viaggio proposto da Lanza è tutt’altro che banale: il percorso cronologico adottato dall’autore si apre con quella che egli definisce ‘l’età della speranza’, periodo segnato dalla ricostruzione post-bellica e dalle intuizioni geniali quanto controverse di Enrico Mattei. La prima parte è una vera e propria lezione magistrale sul ruolo che l’AGIP, e poi l’ENI, hanno avuto nel plasmare la politica energetica italiana e, più in generale, a contribuire a definire il ruolo del nostro paese negli equilibri geopolitici internazionali. Attraverso una rigorosa analisi di documenti d’archivio, interviste e testimonianze, Lanza ricostruisce con precisione chirurgica la parabola di Mattei, figura centrale e ambivalente, capace di intuizioni brillanti e al contempo protagonista di vicende spesso ancora avvolte dal mistero.

Il libro procede esplorando ‘l’età dello sviluppo’ e della nazionalizzazione elettrica, affrontando con dovizia di dettagli il controverso processo di nazionalizzazione dell’energia elettrica, operazione che ha segnato uno spartiacque nella storia economica italiana. Qui emerge chiaramente come l’autore non si limiti a raccontare fatti, ma si ponga interrogativi profondi sulle scelte politiche ed economiche del tempo, discutendo le opportunità colte e quelle tragicamente perdute. Il grande merito del testo sta proprio nella capacità di Lanza di illuminare aspetti spesso trascurati, come il ruolo determinante del comparto idroelettrico, tratteggiando un’Italia che avanza velocemente verso un progresso economico contraddittorio e instabile, ma incredibilmente vitale.

L’ ‘età della crisi’ affronta l’impatto devastante della crisi energetica degli anni Settanta, delineando un quadro inquietante della fragilità del sistema italiano. Qui Lanza eccelle nell’intrecciare la dimensione nazionale con quella internazionale, facendo emergere in modo nitido come i grandi conflitti globali abbiano avuto ripercussioni dirette e drammatiche sul nostro Paese. L’embargo petrolifero del 1973 non è semplicemente narrato, è decostruito e analizzato nelle sue implicazioni economiche, politiche e sociali. L’autore riesce a trasmettere al lettore una sorta di ansia retroattiva, quella che probabilmente provarono gli italiani di allora, risvegliando memorie collettive che molti avevano forse dimenticato o che hanno rivissuto con l’invasione russa dell’Ucraina. Ma lo stesso racconto indica a chi legge un sentiero di una speranza operativa che, per esempio in virtù delle domeniche dell’austerity senz’auto, disegnarono nelle avversità un nugolo di opportunità e di temi che sono oggi al centro dell’agenda di policy energetica, dall’efficienza alla sostenibilità, senza dimenticare una riappropriazione del tempo libero e del suo valore.

Con ‘Privatizzazioni e liberalizzazioni’, il racconto entra nel vivo di una fase recente e ancora aperta, quella del mercato libero e delle sue infinite contraddizioni. La ricostruzione di questo periodo, punteggiata da nomi familiari come Bersani e Letta, non risparmia critiche acute e precise, pur mantenendo sempre una rigorosa imparzialità analitica. È proprio in questa fase che emerge con forza una delle tesi centrali del libro: la necessità assoluta di un governo (inteso come istituzione e senza uno specifico riferimento ad personas) saggio e lungimirante delle risorse energetiche, in grado di conciliare esigenze economiche, equità sociale e sostenibilità ambientale.

Le ultime pagine di Super!, ‘Conclusioni senza giungere ad alcuna conclusione’, rappresentano forse la cifra stilistica più distintiva di Lanza: la consapevolezza della complessità del tema trattato, la riluttanza a fornire facili soluzioni, la preferenza per una narrazione che stimola il dubbio e incoraggia il dibattito. Le riflessioni finali sono uno stimolo continuo al lettore affinché comprenda l’importanza di una visione sistemica dell’energia, una risorsa che non è mai neutrale né scontata, bensì permeata di significati politici e morali profondi.

In ‘Super! Un secolo di energia in Italia’ Alessandro Lanza ha dunque scritto molto più di una storia dell’energia italiana: ha composto un grande affresco della società italiana contemporanea, in cui energia, economia e politica si intrecciano inevitabilmente. È un libro che sfida il lettore a riflettere sulla propria responsabilità civica e sulla necessità urgente di ripensare il rapporto tra progresso e sostenibilità. La lettura è consigliata a tutti coloro che vogliono comprendere meglio il passato recente del nostro Paese, ma soprattutto a chi desidera contribuire con maggiore consapevolezza e responsabilità al nostro futuro collettivo.

Quella proposta da Lanza non è solo una lettura storica, ma una chiamata all’azione. L’autore non cede mai alla tentazione della nostalgia o della celebrazione acritica: al contrario, invita il lettore a ragionare in termini sistemici, a considerare le sfide energetiche non come compartimenti stagni ma come snodi cruciali del vivere civile. In un tempo in cui le transizioni energetiche si intrecciano con questioni ambientali, geopolitiche e sociali, ‘Super!’ si rivela un testo capace di orientare la bussola morale e culturale dei cittadini, offrendo strumenti per comprendere e partecipare con lucidità al dibattito pubblico.

Questo libro è, in fondo, un esercizio di democrazia: leggere, capire, dubitare, agire.

P.S. Tengo come ciliegina sulla torta della recensione un plauso a una scelta coraggiosa: nel racconto della figura di Enrico Mattei, Lanza si libera dal leit motiv agiografico che trasforma in mito l’uomo (e ne depotenzia un eventuale giudizio imparziale). È il modo più intellettualmente onesto e storiograficamente rigoroso per rendere un reale omaggio a un protagonista della storia italiana. Ne emerge una figura con molti chiari, qualche scuro, un livello di ambiguità di tutto rispetto e, soprattutto, spogliato di leggende metropolitane (leggi, il suo mandato a dismettere AGIP, mai supportato da alcuna evidenza) e predisposizione al miracolo. Hobsbawm scriveva che «il compito dello storico non è di celebrare né di condannare, ma di spiegare». Ho trovato letteralmente salutare la scelta stilistica di Lanza e l’esempio di Mattei serva per il lettore che inizia ‘Super!’ da amuse bouche prima di un lauto pasto a base di evidenze e di onestà intellettuale.

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