On the road – Ep. 1
In un clima di attesa per i nuovi incentivi annunciati dall’Esecutivo, il mercato rimane cauto, e le elettriche, attese nuove protagoniste della scena stradale, nonostante la favorevole regolamentazione europea, faticano ancora molto ad affermarsi. E non solo in Italia; da segnalare infatti il crollo in Germania, primo mercato d’Europa, dove a marzo le vetture elettriche hanno segnato una flessione del 28,9% (quasi il doppio rispetto a febbraio).
Mentre le immatricolazioni italiane del primo trimestre 2024 sembrano confermare alcune tendenze chiave del settore automobilistico: 457.341 le unità totali, con una crescita del 5,7% sul primo trimestre del 2023, ma con un calo del 16,1% sullo stesso periodo del 2019, con le immatricolazioni delle auto elettriche che registrano una netta diminuzione: più di 13 mila le immatricolate nei primi tre mesi del 2024, ben sotto le 16 mila del 2023, segnando un calo del 18,5%. Evidente, al contrario, il recupero delle immatricolazioni delle auto alimentate a benzina (+20,7%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Continua anche la crescita delle GPL (+6,7%), a fronte di una diminuzione delle diesel (-17,8%), a cui tuttavia andrebbero sommate le ibride a gasolio (in aumento del 12,3%).
Ancor più interessanti (e importanti) sono i dati relativi al parco circolante, dominato da motori a combustione; mentre si stanno facendo largo le autovetture ibride, in gran parte a benzina, cresciute di molto, grazie anche all’arrivo sul mercato dei modelli Mild Hybrid, il cosiddetto ‘ibrido leggero’, delle best selling Lancia Ypsilon, Fiat 500 e, soprattutto, Panda. Ciononostante, il loro peso sullo stock circolante si ferma a meno 4,8% (Figura 2).
Le vetture elettriche arrivano solo allo 0,5% del totale dell’intero stock di auto in circolazione, a fronte di una soverchiante presenza delle automobili a benzina (43,3%) e gasolio (41%).
Alimentazioni che, a posizione invertite, la fanno da padrona anche nel mercato delle autovetture usate, che segna, nel primo trimestre 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, un incremento dell’8%. I dati ACI riportano variazioni positive per le autovetture elettriche e ibride: si tratta di un incremento del 59,5% per le prime e del 46,4% per le ibride a benzina, fino ad arrivare a un aumento del 86,8% registrato per le ibride a gasolio su base trimestrale rispetto allo stesso periodo del 2023. Le quote di mercato, però, ci riportano con i piedi per terra: solo 0,6% per le elettriche, 6,4% per le ibride a benzina e 1,1% per quelle a gasolio, con il GPL al 7,5% e gas naturale a 2,4%.
Per quanto riguarda le radiazioni, i dati ACI registrano un aumento a marzo nel settore delle quattro ruote: da gennaio a marzo 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, le radiazioni hanno archiviato incrementi del 25,1% per le autovetture. Su base annuale, le radiazioni di autovetture hanno registrato un aumento dell’8,3% rispetto a marzo 2023. Si tratta di un dato sperato e molto positivo, che andrà monitorato nei prossimi mesi. Un aumento delle radiazioni infatti vuol dire uno svecchiamento del parco. Un risultato a cui, con tutta probabilità, hanno contribuito anche gli incentivi alla rottamazione, obbligatoria per le autovetture non elettriche o ibride plug-in. I 120 milioni disponibili per le autovetture di qualsiasi alimentazione con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi di anidride carbonica (CO2) e prezzo inferiore a 42.700 euro (IVA inclusa), esauriti in pochi giorni, hanno garantito la rottamazione di 60 mila vetture.
Va ribadito, tuttavia, che il parco circolante italiano, il secondo più grande d’Europa, finora è sempre, inesorabilmente, cresciuto, arrivando ormai a sfiorare i 41 milioni di autovetture. Anche se non tutte possono essere considerate effettivamente circolanti, si tratta di una cifra mastodontica, dove il peso delle varie alimentazioni, ben difficilmente potrà cambiare rapidamente.
In quest’ottica è il caso di ricordare come davvero molto difficile pare la rapida diffusione delle autovetture elettriche, come pure prevede la proposta di aggiornamento del nuovo Piano Nazionale Integrato Energia Clima: ben 4,3 milioni al 2030.