COP28, Bollettino – Giorno 3

Autore

Alessandra Favazzo, Valeria Zanini

Data

2 Dicembre 2023

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DATA

2 Dicembre 2023

ARGOMENTO

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Si è chiusa a Dubai la terza giornata della COP28, con la chiusura dei lavori del ‘World Climate Action Summit‘, durati due giorni. Nell’High Level Segment National Statements, anche oggi, hanno sfilato i capo di Stato e di governo, che con le loro dichiarazioni si sono posizionati su alcuni dei temi centrali della Conferenza. Da domani, l’attenzione mediatica sarà più bassa, le dichiarazioni politiche diminuiranno, ma si entrerà nel vivo delle negoziazioni e dei discorsi tecnici.

I fatti salienti

Stasera partiranno moltissimi dei capi di governo che sono arrivati ieri a Dubai per la COP28. Per questo, oggi è stata una giornata in cui sono stati fatti moltissimi annunci.

I Capi di Stato si sono incontrati per discutere del Global Stocktake – Oggi si sono tenuti i meeting di alto livello sul Global Stocktake in tema di mitigazione e metodi di implementazione, che, insieme a quello di ieri sull’adattamento, hanno visto la partecipazione di molti capi di governo (solo oggi, più di 50 tra i due eventi). Sono stati presentati i risultati della valutazione tecnica e i leader hanno discusso e ragionato sulle implicazioni di questi risultati, nel tentativo di individuare raccomandazioni per rafforzare l’azione climatica per rimanere nell’orizzonte del 1.5 deciso a Parigi.

22 Paesi firmano la Declaration to Triple Nuclear Energy by 2050 – In una dichiarazione congiunta 22 Paesi (Usa, Francia, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti in testa, insieme alla maggior parte degli stati dell’Est Europa) hanno chiesto di triplicare la capacità energetica nucleare globale entro il 2050, allo scopo di ridurre la dipendenza dal carbone e dal gas, riconoscendo il ruolo chiave del nucleare per raggiungere l’obiettivo degli 1,5 gradi. Lo ha annunciato John Kerry, inviato statunitense per il clima, di concerto con alcuni leader, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro belga Alexander de Croo. Il testo invita anche gli azionisti delle istituzioni finanziarie internazionali a promuovere l’inclusione dell’energia nucleare nelle politiche di prestito energetico. La dichiarazione non è stata firmata da Cina e Russia, oggi i principali costruttori di centrali nucleari nel mondo.

È stato annunciato il Global Decarbonization Accelerator (GDA), un insieme di misure per la riduzione delle emissioni nel settore energetico e le industrie ad alte emissioni entro il 2050, triplicando le risorse rinnovabili, raddoppiando l’efficienza energetica, eliminando le emissioni di metano da parte delle azienda O&G e quelle derivanti dai sistemi di raffreddamento, tramite un maggior coordinamento delle politiche sull’idrogeno e nuove soluzioni per le industrie ad alte emissioni.

È finora il pacchetto più ampio della COP sul tema della transizione energetica. La Oil and Gas Decarbonisation Charter (Carta per la decarbonizzazione del petrolio e del gas, OGDC), ha raccolto la firma di 50 tra le più grandi aziende O&G, che si impegnano a raggiungere l’ obiettivo di zero emissioni entro il 2050 e ad azzerare il flaring in fase di upstream entro il 2030. Questo accordo può essere considerata una prima vittoria della COP28. Infatti, per quanto riguarda l’impatto sull’aumento delle temperature, l’accordo sul metano potrebbe essere la decisione più significativa a cui assisteremo, a causa del fortissimo potere climalterante di questo gas. Un approfondimento sul pacchetto GDA è disponibile sul nostro sito.

Altri fatti importanti:

  • Il Brasile ha aderito all’Opec+ – Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha confermato che, a partire da gennaio 2024, il Brasile entrerà a far parte dell’alleanza dei produttori di petrolio, all’interno della quale difenderà “l’importanza del superamento della politica dei combustibili fossili”. Il suo obiettivo, ha dichiarato Lula, è che «i Paesi che guadagnano con questa politica del petrolio possano investire nell’energia del futuro, l’energia verde». Il Brasile sarà il 24esimo membro dell’Opec+ e il terzo dell’America Latina, insieme a Messico e Venezuela.
  • Il fondo Loss and Damage ha raggiunto 660 milioni di dollari.
  • Gli EAU hanno dichiarato che devolveranno 200 milioni di dollari al Resilience and Sustainability Facility (RSF), del Fondo Monetario Internazionale, che fornisce finanziamenti a lungo termine a prezzi accessibili ai Paesi impegnati in riforme volte a mitigare i rischi per la stabilità finanziaria, compresi quelli derivanti dal cambiamento climatico.
  • Il forum Business e Filantropia, che ha visto ieri la presenza di Bill Gates, ha raccolto 5 miliardi di dollari da dedicare a diversi strumenti per la transizione ecologica nei paesi più vulnerabili
  • 135 paesi hanno firmato la Dichiarazione COP28 degli Emirati Arabi Uniti sull’agricoltura sostenibile, i sistemi alimentari resilienti e l’azione per il clima, per includere le trasformazioni del sistema alimentare nei piani climatici nazionali. I firmatari producono il 70% del cibo che mangiamo e sono responsabili del 76% di tutte le emissioni dei sistemi alimentari globali o del 25% delle emissioni totali a livello globale.
  • 123 Paesi hanno firmato la Dichiarazione COP28 degli Emirati Arabi Uniti su clima e salute, che auspica la costruzione di sistemi sanitari più resilienti ai cambiamenti climatici, il rafforzamento della collaborazione intersettoriale per ridurre le emissioni e massimizzare i benefici per la salute derivanti dall’azione per il clima e l’aumento dei finanziamenti per soluzioni climatiche e sanitarie. I Paesi firmatari si sono inoltre impegnati a incorporare obiettivi sanitari nei loro piani nazionali sul clima e a migliorare la collaborazione internazionale per affrontare i rischi sanitari derivanti dai cambiamenti climatici, anche nelle prossime COP. In questo contesto, il Fondo Verde per il Clima (GCF), il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno lanciato oggi un’iniziativa per mitigare e rispondere agli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute in 14 Paesi di Africa, Asia ed Europa sud-orientale. Il programma mira inizialmente a stanziare 122 milioni di dollari.

Le dichiarazioni più importanti

Oggi, le discussioni hanno contenuto molti posizionamenti – più o meno espliciti – sul ruolo di diverse fonti nella transizione energetica.

Meloni: «Serve una transizione ecologica non ideologica. Il nostro approccio incentrato sulla neutralità tecnologica» – Dopo il suo discorso di ieri, Meloni è salita anche oggi sul palco della plenaria per parlare di transizione ecologica: «L’Italia sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione in modo pragmatico con un approccio» che rispetti la neutralità tecnologica ‘libero da inutile radicalismo’: «se vogliamo essere efficaci” serve “una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economica e sociale, una transizione ecologica non ideologica». Ha poi sottolineato come l’Italia stia «gradualmente sostituendo la generazione elettrica a carbone con le rinnovabili, abbia adottato un nuovo Piano Energia e Clima e stia investendo risorse e attenzione sui biocarburanti, tanto da essere tra i fondatori della Global Biofuels Alliance». Nel contesto europeo, «abbiamo tracciato un percorso verso la neutralità del carbonio entro il 2050 e per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030», ha aggiunto.

Macron: una presa di coscienza sul carbone e un cambiamento rapido sul nucleare– Durante la conferenza stampa serale, il premier francese ha affermato che «sulle rinnovabili siamo sulla strada giusta, ma fare dietrofront sul carbone è essenziale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione; questa COP può essere definita come una COP di presa di coscienza sul carbone». Ha poi sottolineato che sul nucleare le cose stanno cambiando molto velocemente: hanno firmato la Declaration to Triple Nuclear Energy by 2050 anche Stati che avevano già raggiunto accordi sul phase out dal nucleare, rendendosi conto che è «essentiel pour prioriser les objectives décarbonisation» (essenziale per rendere prioritari gli obiettivi di decarbonizzazione).

Gli interventi hanno riguardato anche l’urgenza della crisi climatica e gli investimenti necessari per farvi fronte:

Le parole del Papa (lette da Parolini): «La devastazione del creato è un’offesa a Dio» – Papa Francesco, assente dalla COP28 per motivi di salute, ha affidato il suo pensiero a un messaggio letto dal Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin: «Sono con voi perché l’ora è urgente. Sono con voi perché, ora come mai, il futuro di tutti dipende dal presente che scegliamo. Sono con voi perché la devastazione del creato è un’offesa a Dio», le parole dure del Pontefice. «Il clima impazzito suona come un avvertimento a fermare tale delirio di onnipotenza. Torniamo a riconoscere con umiltà e coraggio il nostro limite quale unica via per vivere in pienezza».

Usa, Kamala Harris: «Impegno per 3 miliardi di dollari al Fondo verde per il clima» – La vicepresidente statunitense, Kamala Harris, ha annunciato che gli Stati Uniti sono pronti a versare 3 miliardi di dollari per il Fondo verde per il clima, che aiuta i Paesi in via di sviluppo ad accedere ai capitali per investire in energia pulita. Harris ha avvertito che il mondo sta affrontando un ‘momento cruciale’ nella lotta contro il riscaldamento globale. «La nostra azione collettiva – o peggio, la nostra inazione – oggi, avrà un impatto su miliardi di persone per i decenni a venire», ha sottolineato Harris, invitando gli Stati membri ad agire. Harris è la prima vicepresidente americana a guidare la delegazione statunitense dopo Al Gore alla COP3 nel 1997.

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