COP29, Bollettino – Giorno 6

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Autore

Cristina El Khoury, Alessandra Favazzo, Valeria Zanini

Data

16 Novembre 2024

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6' di lettura

DATA

16 Novembre 2024

ARGOMENTO

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Si è concluso a Baku il sesto giorno di lavori della COP29. La giornata di oggi è stata dedicata a scienza, tecnologia e innovazione e digitalizzazione. Si conclude così la prima settimana della conferenza, per domani è infatti previsto un giorno di riposo. I negoziati ricominceranno lunedì, con l’arrivo a Baku dei ministri dell’Ambiente e dell’Energia, tra cui ci sarà l’italiano Gilberto Pichetto Fratin. Lunedì e martedì, in contemporanea con il summit di Baku, si svolgerà il vertice G20 a Rio de Janeiro: di fronte allo scarso avanzamento sui testi negoziali, le indicazioni e gli equilibri che emergeranno a Rio appaiono importanti per influenzare un possibile accordo, in particolare sul nuovo obiettivo di finanza climatica.

Lo stato dei negoziati alla fine della prima settimana

Per gli addetti alla COP, il tracker di Carbon Brief è lo strumento imperdibile per valutare a colpo d’occhio, ogni anno, come stanno andando le negoziazioni. La figura mostra lo stato di avanzamento del consenso sui temi in agenda: le tracce senza bozze di testo sono indicate in rosso, quelle con testi informali in arancione, le bozze di testo in giallo e gli accordi già raggiunti in verde. La COP sarà conclusa quando tutti i punti all’ordine del giorno raggiungeranno la fase verde di ‘accordo’ (o saranno rinviati all’anno successivo). 

I negoziati si aprono sempre basandosi su una lista di temi elaborata dai negoziatori designati. Successivamente, viene redatta una prima bozza in linguaggio legale: le aree di disaccordo vengono evidenziate da parentesi quadre, a indicare che tali parti non sono ancora state concordate da tutte le delegazioni, o, in alternativa, vengono proposte ‘opzioni’ che offrono diverse formulazioni tra cui le parti dovranno scegliere. 

Il tracker mostra che, alla fine della prima settimana, 23 testi sono stati concordati, 27 sono in fase di bozza, 11 hanno un testo informale e 45 non hanno ancora un testo. 

Una settimana di negoziazioni

Gli elementi nell’agenda della COP di quest’anno sono circa un centinaio. Per essere più corretti, cento sono gli elementi che rientrano in 5 agende: quella della COP (la Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che si riuniscono per discutere l’implementazione dell’UNFCCC, firmato a Rio nel 1992), della CPA (le conferenze delle parti che si riuniscono per discutere del Protocollo di Kyoto), della CMA (per l’Accordo di Parigi) e dei due subsidiary body delle COP (il SBI, Subsidiary Body for Implementation, e il SBSTA, Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice).

Dopo una prima giornata complicata nel negoziare l’agenda, martedì le parti hanno aperto ufficialmente le negoziazioni. Tra il centinaio di temi sul tavolo negoziale, due spiccano più di altri: l’NCQG, ovvero il nuovo obiettivo di finanza climatica, e l’implementazione dell’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi, che regola i meccanismi di cooperazione tra gli stati per ridurre le emissioni (in modo volontario e attraverso meccanismi di mercato e non). 

Le negoziazioni si sono aperte, già nella notte di martedì, con una notte insonne dei negoziatori a rivedere numerose bozze di testo. Le divergenze di opinione, in particolare sul tema della finanza, sono state così diffuse da portare spesso a quelli che in gergo COP vengono definiti ‘huddles’, ‘capannelli’: piccoli gruppi di negoziatori di vari stati che si riuniscono informalmente per cercare di sbloccare dei nodi negoziali. Se gli ultimi due giorni hanno visto emergere molte nuove bozze negoziali, le semplificazioni emerse dai nuovi testi mostrano che un accordo è stato trovato solo sugli elementi più tecnici, i cosiddetti ‘hanging fruits’, ovvero gli accordi più semplici da trovare. I grandi nodi negoziali sono ancora tutti presenti, e si prevede che verranno sciolti solo (forse) durante la seconda settimana di lavori, che vedrà l’arrivo dei rappresentanti dei governi di tutto il mondo. 

I fatti salienti

Clima e digitale, la Green Digital Action Declaration 

Secondo il Digital Economy Report 2024 delle Nazioni Unite, il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nel 2020, ha avuto un’impronta di carbonio stimata tra 690 milioni e 1,6 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, pari fino al 3,2% delle emissioni globali totali, e in crescita. Il costo ambientale di questo settore – che comprende anche l’intelligenza artificiale – deriva dall’utilizzo massivo di energia richiesta dai data center e dall’utilizzo di dispositivi tecnologici, dalla produzione degli stessi (la produzione di un singolo computer da 2 kg richiede l’estrazione di circa 800 kg di materie prime) e dal loro smaltimento (i rifiuti elettronici contengono infatti spesso sostanze pericolose come mercurio e piombo). 

In questo ambito, oggi la presidenza della COP ha approvato la Green Digital Action Declaration, che pone le basi per un maggiore coinvolgimento della comunità tecnologica nella lotta contro il cambiamento climatico, riaffermando il ruolo centrale delle soluzioni digitali nella transizione verso un futuro più sostenibile ed equo.

Ancora in bilico la decisione su chi ospiterà COP31

In stallo la decisione su chi ospiterà la COP31 nel 2026: l’incontro tra i ministri del clima dei due potenziali Paesi ospiti della Conferenza, la Turchia e l’Australia, si è concluso senza sostanziali passi in avanti e senza il ritiro di nessuno dei due Paesi. 

Due giorni di riunione parlamentare

Si è concluso oggi il primo dei due giorni dedicati alla riunione parlamentare nell’ambito della COP29. L’evento, co-organizzato dall’Unione interparlamentare (IPU, un’organizzazione internazionale composta da membri dei Parlamenti nazionali mondiali) e dall’Assemblea Nazionale dell’Azerbaijan, ha visto la partecipazione di delegazioni provenienti da 66 paesi e organizzazioni internazionali, con circa 330 partecipanti, tra cui oltre 160 parlamentari. Il tema della finanza è stato centrale nei dibattiti, con i relatori che hanno ribadito l’importanza di risorse adeguate nella lotta al cambiamento climatico. 

Le dichiarazioni più importanti

Mukhtar Babayev (Presidente di COP29): ‘Per la prima volta nella storia delle COP una giornata dedicata alla digitalizzazione, un nuovo capitolo nell’azione climatica’.Babayev ha ricordato l’importanza dell’innovazione tecnologica nella lotta al cambiamento climatico, sottolineando la necessità di includere le tecnologie digitali come strumento di trasformazione. 

Il messaggio di Simon Stiell (segretario esecutivo dell’UNFCCC): ‘Il G20 aumenti gli aiuti contro il cambiamento climatico’. Stiell ha lanciato un messaggio chiaro destinato ai leader mondiali che parteciperanno al vertice di Rio de Janeiro: ‘Il G20 deve mandare segnali globali chiari che saranno messi a disposizione più finanziamenti a fondo perduto e più prestiti a tassi agevolati per aiutare i Paesi vulnerabili contro gli effetti del cambiamento climatico: la riforma delle banche multilaterali di sviluppo è una priorità e i governi del G20 devono continuare a spingere per maggiori riforme’.

Ed Miliband (ministro della Sicurezza energetica del Regno Unito): ‘L’energia rinnovabile è inarrestabile’. La transizione verso un’economia globale a basse emissioni di carbonio è inevitabile, ha affermato il ministro britannico Miliband, dichiarando che nessun governo o Paese può fermare questa transizione e che il governo del Regno Unito intende assumere una posizione di leadership nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell’incremento degli aiuti finanziari destinati ai Paesi vulnerabili.

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