Rachel Carson. Perché tacciono le voci della primavera?

Autore

Pasquale Alferj

Data

14 Aprile 2023

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4' di lettura

DATA

14 Aprile 2023

ARGOMENTO

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Condusse la prima battaglia pubblica in difesa dell’ambiente, contro l’uso massiccio di alcuni pesticidi, principalmente il DDT, che minacciavano la vita di animali e la salute degli umani.

‘Santa Rachel’, di cui parla Margaret Atwood nel suo romanzo distopico L’anno del diluvio – dove descrive un mondo collassato e un piccolo gruppo di sopravvissuti chiamati ‘Giardinieri di Dio’, votati alla protezione di ogni forma di vita – è Rachel Carson, che «dedicò la sua esistenza ai Pennuti e di conseguenza al benessere dell’intero Pianeta».

La ‘Giardiniera’ nasce nel 1907 in un piccolo villaggio della Pennsylvania. Dopo la laurea in biologia e zoologia inizia un dottorato di ricerca presso il Laboratorio di biologia marina a Woods Hole nel Massachussets, ma non lo porta a termine per la difficile situazione finanziaria della famiglia alla morte del padre.

Cerca lavoro e arriva improvvisa un’offerta dalla Fish and Woldlife Service degli Stati Uniti, alla quale non riesce a dire di no. Cercano una persona che per un programma radiofonico deve scrivere 52 ‘pillole scientifiche’, della durata di 7 minuti ognuna, su temi di biologia acquatica. Non può rinunciare perché scrivere è il sogno della sua vita. Il programma ha successo e viene assunta.

Nel 1937 pubblica il suo primo articolo su Atlantic Monthal.  Altri ne seguono, tra il 1941 e il 1955, su altri giornali e riviste. Nel 1941 inizia una formidabile trilogia sul mare, il cui primo volume è Sotto il vento del mare. La sua agente letteraria, riconoscendo il suo straordinario talento, la invita a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Cosa che fa, dopo il successo del secondo libro Il mare intorno a noi, che viene adattato al cinema e il film vince l’Oscar per il miglior documentario.

Lascia l’incarico di direttrice di tutti i periodici del Fish and Woldlife Service e si trasferisce nel 1953 nel Maine dove, a Southport Island, acquista un cottage di fronte al mare, insieme a un tratto di spiaggia e un ettaro di bosco. È qui che scrive il bellissimo La vita brilla sulle rive del mare. Sempre qui riceve alcune notizie che la inquietano.

Parlano di morie di uccelli e di pesci senza una causa evidente, galline che covano uova e pulcini che non nascono, bordi delle strade con una vegetazione che sembra sopravvissuta a un incendio. Legge sui giornali che «nelle grondaie e tra le tegole dei tetti si distinguono le tracce di una polvere bianca e granulosa, caduta come neve […] sulle case e sulle strade, sui campi e sui fiumi». Inizia a convincersi che queste notizie hanno a che fare con gli esiti imprevisti e taciuti della diffusione nell’ambiente degli antiparassitari sintetici. Sono i primi anni Cinquanta e il Ministero dell’agricoltura e le aziende agroalimentari irrorano i campi d’insetticidi per fermare l’invasione di vari tipi d’insetti. Il fatto che residui di tali prodotti si ritrovino nei corsi d’acqua, nei fiumi e interessino le abitazioni, i giardini, i parchi è per loro secondario. La favola fino ad allora largamente diffusa è che gli erbicidi e insetticidi sono tossici solo per le piante e gli insetti e non costituiscono una minaccia per la vita animale, uomo compreso.

Data la sua efficacia, l’antiparassitario moderno più diffuso è il DDT che è oltremodo tossico. «Quando lo si ingerisce» – precisa la Carson – «è assorbito lentamente dal tubo digerente e può esserlo anche attraverso i polmoni». Una volta nel corpo «si deposita negli organi ricchi di sostanze grasse […], nei testicoli, nella tiroide, si fissa anche nel fegato, nei reni» e compromette l’intestino. Ne basta una piccola dose per innescare processi degenerativi irreversibili. 

Gli scienziati discutono, ma sulla nocività di questi prodotti il consenso non è unanime: una parte del mondo scientifico nega il fatto o, ragionando in termini di rapporto costi (malattie possibili, anche con esiti gravi) – benefici (profitti per le aziende), sostiene che i secondi sono superiori ai primi. Rachel Carson segue con attenzione e preoccupazione la discussione e alla fine decide di intervenire. Chiama a raccolta alcuni colleghi scienziati, commissiona analisi di laboratorio, studia le pubblicazioni scientifiche internazionali sull’argomento e inizia a scrivere il suo meraviglioso Primavera silenziosa.  

I medici le diagnosticano un cancro. La chemioterapia non è una passeggiata. Lei continua a scrivere, aiutata da amici scienziati. Sa che le prove scientifiche sono importanti perché quando inizierà la battaglia avrà di fronte i colossi dell’industria chimica. Mentre scrive predispone la sua strategia di comunicazione. È famosa per i suoi libri sul mare e sulla natura; ha partecipato a presentazioni fatte in gran parte degli Stati Uniti, in college, librerie e istituzioni scientifiche. È conosciuta tra gli scienziati marini per i suoi trascorsi da direttrice delle pubblicazioni scientifiche del Fish and Woldlife Service. Una rete di contatti che sarà la sua forza e che attiva prima dell’uscita del libro.

Nel settembre del 1962 Primavera silenziosa arriva in libreria. Il successo è immediato. L’uso dei fitofarmaci diventa una questione pubblica. La battaglia ha inizio. I produttori di pesticidi si alleano per una contestazione spietata contro la tesi sostenuta dalla Carson che parla della nocività del DDT e dell’esistenza di alternative ‘naturali’ al controllo chimico degli insetti. American Cyanamid, Velsicol Chemical e la Monsanto minacciano di portarla in tribunale così come minacciano i giornali che parlano del libro e ne diffondono le idee. Ha inizio una campagna stampa denigratoria guidata da queste aziende: la Carson è descritta come inaffidabile, zitella, frustrata, donnetta incompetente, isterica e, per concludere, comunista.

L’allora presidente John F. Kennedy istituisce una Commissione d’inchiesta di esperti per accertare la veridicità delle sue affermazioni. Rachel Carson, nonostante le sue gravi condizioni di salute, va a testimoniare e a difendere il suo lavoro scientifico. Nell’aprile del 1963 il rapporto della Commissione le dà ragione. Nel maggio del 1964 muore a Silver Spring. Nel 1974, l’EPA (Environmental Protection Agency), da poco istituita, ordina di cessare la produzione di DDT e il suo impiego in agricoltura, mentre è ancora usata principalmente nei Paesi tropicali per contrastare la malaria.

La traduzione italiana di Primavera silenziosa è stata tempestivamente pubblicata da Feltrinelli nel 1963 e più volte ristampata.

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