COP29, Bollettino – Giorno 4

© UNFCCC

Autore

Cristina El Khoury, Alessandra Favazzo, Valeria Zanini

Data

14 Novembre 2024

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6' di lettura

DATA

14 Novembre 2024

ARGOMENTO

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È appena finito a Baku il quarto giorno di lavori della COP29. Terminato ieri sera il ‘World Leaders Climate Action Summit’. La giornata di oggi è stata incentrata su tre temi importanti: finanza, investimenti e commercio.

Oggi, la presidenza di COP29 ha lanciato la Baku Initiative for Climate Finance, Investment, and Trade (BICFIT), in collaborazione con vari organismi ONU e con le presidenze delle COP. Questa iniziativa è volontaria ed è concepita per agevolare la condivisione delle conoscenze, l’apprendimento reciproco e il coordinamento tra ministeri, governi e altre parti interessate attraverso un’integrazione strategica dei finanziamenti, al fine di rafforzare il sostegno ai contributi determinati a livello nazionale (NDC), ai piani nazionali di adattamento (NAP) e alle strategie di sviluppo a basse emissioni a lungo termine (LT-LEDS) dei paesi.

I fatti salienti

Il Parlamento europeo approva le sue proposte per COP29

Nella risoluzione non legislativa, che ha ricevuto 429 voti a favore, 183 contrari e 24 astensioni, Bruxelles ha chiesto ai Paesi membri della Conferenza di ‘concordare un nuovo obiettivo di finanza climatica post-2025 che sia socialmente equo, in linea con il principio ‘chi inquina paga’ e basato su una varietà di fonti di finanziamento pubbliche, private e innovative’. In particolare, l’UE sostiene che a contribuire finanziariamente debbano essere anche tutte le principali economie emergenti con emissioni e PIL elevati, tra cui la Cina. 

I membri del Parlamento hanno poi esortato l’UE a intensificare la propria diplomazia internazionale sul clima per contribuire a creare condizioni di concorrenza eque a livello globale riducendo allo stesso tempo il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. L’UE dovrebbe inoltre incoraggiare e assistere altri paesi nell’introduzione o nel miglioramento dei sistemi di scambio delle quote di emissioni e nell’adozione di meccanismi di adeguamento del carbonio alle frontiere.

Per il Parlamento europeo, inoltre, la Conferenza di Baku dovrebbe mantenere gli impegni sanciti dal Global Stocktake (GST) approvato a Dubai lo scorso anno, inviando un segnale inequivocabile della volontà di abbandonare i combustibili fossili, eliminando in modo graduale tutte le sovvenzioni dirette e indirette.

Il Fondo per il clima della Presidenza azera viene messo in stand-by

Durante la giornata dedicata alla finanza climatica, la presidenza dell’Azerbaigian avrebbe dovuto presentare una delle sue iniziative principali: il Climate Finance Action Fund (CFAF), un fondo per il clima pensato principalmente per sostenere i paesi in via di sviluppo. Questo fondo sarebbe finanziato da contributi provenienti da nazioni e aziende produttrici di combustibili fossili e il suo obiettivo principale è quello di raccogliere almeno un miliardo di dollari e diventare operativo una volta che dieci paesi avranno formalizzato il proprio impegno di finanziamento. I fondi raccolti sarebbero destinati ai paesi in via di sviluppo per favorire la loro transizione verso un’energia pulita, migliorare l’efficienza energetica e rafforzare la resilienza climatica. ​
Tuttavia, il CFAF è quasi scomparso dall’agenda del vertice – l’evento in cui sarebbe stato annunciato è stato cancellato – e sembra che la presidenza azera abbia deciso di accantonarlo temporaneamente. Secondo fonti interne, l’iniziativa sarebbe stata messa in stand-by poiché avrebbe alterato l’equilibrio dei negoziati sul Nuovo Obiettivo Quantitativo Collettivo per la finanza climatica (NCQG), considerato il dossier principale del vertice di quest’anno. Le stesse fonti riportano che i potenziali donatori del CFAFtemevano che un impegno finanziario verso questo fondo potesse costituire un precedente per ulteriori pressioni a contribuire ufficialmente anche all’NCQG. 

Negoziazione in corso solo sugli aspetti tecnici dell’NCQG

Dopo le due bozze uscite martedì, il file al centro di questa COP è ancora bloccato nelle negoziazioni che, riportano gli addetti ai lavori, si stanno concentrando su aspetti tecnici legati in particolare alla trasparenza e al reporting. È stato presentato dai co-chairs nella mattina di giovedì nelle consultazioni informali un nuovo testo rivisto; non molto più breve della versione precedente, ma il potere dei co-chairs è per ora limitato a revisioni solo formali del testo. Si prevede che le questioni più complicate e controverse verranno rimandate alla prossima settimana, quando i rappresentanti dei governi torneranno a Baku per la seconda sezione di alto livello del summit. I negoziatori, avendo poco margine per proporre soluzioni alternative, si concentreranno ora sul risolvere tutte le questioni meno politiche, in primis accesso ai fondi e trasparenza, in linea con l’Enhanced Transparency Framework dell’Accordo di Parigi. Entro la mattina di venerdì le Parti dovranno inviare le loro opinioni sul testo, che verranno poi discusse in un meeting ‘informale-informale’ (la versione intermedia delle negoziazioni, che si riuniscono in forme che spaziano dalle plenarie a piccoli ritrovi informali tra pochi stati).  È atteso un testo entro sabato, la fine della prima settimana di COP.  

Il rapporto IHLEG

‘Servono 1.000 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 per i Paesi in via di sviluppo’. Il gruppo di esperti indipendenti di alto livello sulla finanza per il clima (IHLEG) ha presentato oggi il suo terzo rapporto, contenente stime aggiornate degli investimenti necessari per dare attuazione all’Accordo di Parigi in cinque aree principali: transizione verso l’energia pulita, adattamento e resilienza, perdite e danni, capitale naturale, transizione equa. Questo report costituirà un’importante base per le negoziazioni dell’NCQG, ribadendo l’importanza di un quantum ambizioso. Nel rapporto, gli autori sostengono infatti che i colloqui finanziari dovrebbero puntare a mobilitare 1.000 miliardi di dollari all’anno per i paesi in via di sviluppo, esclusa la Cina, entro il 2030, con un incremento a 1.300 miliardi entro il 2035, anche se l’economista e banchiere parte degli esperti Lord Nick Stern sottolinea ‘Non siate così ingenui da pensare di poter riportare solo un numero: pensate alle componenti’. Il gruppo di esperti conferma l’opzione ‘a strati’, proponendo che, entro il 2030, le banche multilaterali di sviluppo triplichino il loro attuale impegno di finanziamento climatico, passando da 100 miliardi a 300 miliardi di dollari, che la finanza bilaterale sia almeno il doppio, per raggiungere i 100 miliardi, che la cooperazione Sud-Sud arrivi a 50 miliardi, che i finanziamenti agevolati raggiungano 150 miliardi, mentre la restante quota per arrivare al quantum indicato dovrebbe provenire principalmente dal settore privato, che dovrebbe raggiungere i 500 miliardi l’anno. Articolo 6: nuova bozza su trasparenza e qualità dello scambio di crediti, ma un accordo sui testi negoziali è ancora lontano. Se lunedì è stato raggiunto un accordo su una parte delle regole del mercato del carbonio relativa agli standard, il resto è ancora in fase di negoziazione. Ieri sono usciti due testi, uno relativo all’articolo 6.2 (gestito sotto la Conferenza delle Parti che si riunisce come incontro dell’Accordo di Parigi) e uno relativo all’articolo 6.2 (gestito dal SBSTA, l’Organo sussidiario per la conferenza scientifica e tecnologica) di 43 pagine, ma contengono ancora moltissime opzioni negoziali (le parentesi da discutere o negoziare sono oltre 450).

Accordo tra Italia e Kenya, nell’ambito del Piano Mattei 150 milioni di euro per la mitigazione climatica del Paese africano

Italia e Kenya hanno siglato un accordo, sotto il programma Development Policy Financing della Banca Mondiale, che si inserirà all’interno del Fondo Italiano per il Clima (FIC), lo strumento italiano per partecipare al Green Climate Fund, creato dal governo nel 2022 per finanziare progetti di contrasto al cambiamento climatico e tutela dell’ambiente nei Paesi in via di sviluppo. Le risorse saranno collegate all’implementazione, da parte dell’esecutivo del Kenya, di una serie di riforme politiche, regolatorie e legislative con un focus sulle misure in grado di potenziare il trasporto urbano sostenibile, di incentivare la riforestazione e di sviluppare strumenti finanziari destinati alla lotta ai cambiamenti climatici, come un mercato dei carbon credits e green bonds per sostenere il Paese nella transizione verso un’economia verde.  

Azerbaijan e AIEA firmano un memorandum di intenti sul nucleare

Il ministro dell’Energia dell’Azerbaijan Parviz Shahbazov ha siglato un memorandum d’intesa con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) al fine di supportare l’Azerbaijan nel suo percorso verso l’utilizzo dell’energia nucleare.

Le dichiarazioni più importanti

Jacob Werksman (capo-negoziatore per la Commissione europea): ‘Sulla finanza climatica le Parti sono ancora divise’.Nel corso della conferenza stampa in cui è stata delineata la posizione dell’Unione europea sui più importanti argomenti della Conferenza, Werksman ha sottolineato: ‘Sul tema principale della COP29, il nuovo obiettivo di finanza climatica, le parti sono ancora divise in modo significativo. Sul quantum, sul fatto che debba venire da fondi pubblici o anche dai privati, su chi debba contribuire’.

Agnès Pannier-Runacher (ministra francese): ‘Le affermazioni del Presidente Alyev contro la Francia e l’Europa sono inaccettabili’. ‘Gli attacchi diretti al nostro Paese, alle sue istituzioni e ai suoi territori sono ingiustificabili. L’Azerbaijan sta usando la lotta al cambiamento climatico come strumento per un’indegna agenda personale’, ha dichiarato Pannier-Runacher al Parlamento francese per spiegare le motivazioni alla base della sua rinuncia al viaggio in Azerbaijan. 

Daler Juma (ministro dell’Energia e delle Risorse idriche del Tagikistan): ‘Persi 1000 ghiacciai in 30 anni‘. In Tagikistan oltre mille ghiacciai sono scomparsi in soli tre decenni; un fenomeno che mette a rischio la sicurezza idrica e alimentare dell’intera Asia centrale. Il ministro dell’Energia e delle Risorse idriche, Daler Juma, ha fatto sapere: ‘Negli ultimi trent’anni, su 14.000 ghiacciai in Tagikistan, più di 1.000 ghiacciai di vitale importanza per l’intera regione sono scomparsi. Il rapido scioglimento dei ghiacciai dovuto al cambiamento climatico è una seria minaccia nel contesto globale della protezione delle risorse idriche’. Secondo le recenti previsioni degli scienziati dell’Onu, i ghiacciai potrebbero scomparire completamente dall’Asia centrale entro la fine del secolo, causando gravi carenze idriche per circa 80 milioni di persone.

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