Le attività agricole e l’allevamento contribuiscono significativamente alle concentrazioni di inquinanti pericolosi per la salute e l’ambiente in atmosfera. Il recente studio Exploring the impact of livestock on air quality: A deep dive into Ammonia and particulate matter in Lombardy realizzato dall’Università Bocconi, Fondazione CMCC e Legambiente Lombardia ha quantificato infatti l’influenza dell’allevamento di bovini e suini sull’inquinamento dell’aria in Lombardia ed evidenzia la necessità di politiche integrate che coinvolgano anche il settore agricolo per tutelare salute e ambiente.
«La Pianura Padana colpisce tristemente per la scarsa qualità dell’aria che respirano i suoi abitanti», afferma Jacopo Lunghi dell’Università Bocconi e del CMCC, primo autore del lavoro, «i suoi livelli record di particolato, soprattutto in inverno, la rendono una delle aree più inquinate d’Europa. Indagare le fonti di quest’aria malsana è fondamentale per ridurre l’inquinamento e aumentare il benessere degli individui attraverso un’azione politica efficace».
Il contributo delle emissioni di ammoniaca (NH3) ai livelli di particolato che si registrano in pianura Padana è importante, e l’agricoltura, soprattutto per la gestione delle deiezioni zootecniche e l’uso di fertilizzanti, ne è la principale fonte. Maurizio Malpede dell’Università di Verona afferma che «comprendere l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi può aprire la strada a un ambiente meno inquinato. La nostra ricerca può aiutarci a sviluppare pratiche agricole sostenibili che non solo riducono al minimo i danni ambientali, ma anche i rischi per la salute pubblica».
Per approfondire: Le Scienze