Greta Thunberg e la più grande protesta climatica della storia

Autore

Veronica Ronchi

Data

16 Maggio 2023

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4' di lettura

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16 Maggio 2023

ARGOMENTO

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Difficile immaginare la lotta al cambiamento climatico senza la figura chiave che dal 2018 ne è la maggior protagonista: Greta Thunberg. Nata nel 2003 a Stoccolma, all’età di 15 anni diventa la più riconosciuta attivista per il clima. Con lo sciopero da lei promosso ogni venerdì di fronte al Parlamento svedese, ha dato vita al movimento #Fridaysforfuture, che si batte contro il cambiamento climatico. 

«Se la gente sapesse che, secondo gli scienziati, abbiamo il 5% di probabilità di raggiungere gli obiettivi di Parigi, e se sapesse quale scenario da incubo dovremmo affrontare se non conteniamo il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi, non avrebbe bisogno di chiedermi come mai mi siedo davanti al Parlamento e sciopero da scuola. Perché se tutti sapessero quanto è grave la situazione e quanto poco si sta facendo in proposito, tutti scenderebbero in strada e verrebbero a sedersi accanto a noi». 

Il movimento #Fridaysforfuture è diventato presto globale, attirando a sé molti giovani, prima in Europa e poi nel resto del mondo, con l’intento di chiedere a gran voce ai leader politici un’azione concreta contro il cambiamento climatico. Thunberg ha viaggiato molto per il mondo, riunendosi con i leader mondiali per cercare di direzionarli verso il rispetto dell’Accordo di Parigi.

Ai numerosi attacchi che le sono stati posti e che riguardano le sue modalità di azione risponde:

«Alcuni dicono che dovrei andare a scuola, altri che dovrei studiare e diventare scienziata climatica per poter ‘risolvere’ la crisi del clima. Ma quella è già stata risolta, abbiamo già in mano i dati e le soluzioni. Dobbiamo semplicemente svegliarci e cambiare. E perché mai dovrei studiare per un futuro che ben presto non ci sarà più, mentre nessuno agisce per salvare quel futuro?»

Greta Thunberg inizia a interessarsi alla crisi climatica a 8 anni. Impressionata dall’imminente catastrofe ecologica, inizia a ridurre il suo proprio impatto ambientale smettendo di volare in aereo e diventando vegana, e convincendo la sua famiglia a seguirla nelle stesse scelte. 

Affetta dalla sindrome di Asperger ha dichiarato che, per lei, ogni cosa è bianca o nera. «Sotto molti aspetti credo che noi autistici siamo persone normali e gli altri siano strani. Continuano a dire che il cambiamento climatico è una minaccia all’esistenza ed è il problema più importante in assoluto. E continuano a vivere esattamente come prima». 

Sulla scia della grande risonanza delle sue idee, Thunberg è stata invitata a numerosi incontri internazionali sul clima. Nel dicembre 2018, il suo discorso alla COP24 delle Nazioni Unite a Katowice, in Polonia, è diventato virale. Discorso nel quale emerge un esplicito attacco a una classe politica imbelle e apatica, schiava dei grandi poteri economici:

«Voi parlate di un’infinita crescita economica verde solo perché avete troppa paura di essere impopolari. Suggerite di andare avanti con le stesse pessime idee che ci hanno portato a questa rovina, sebbene la sola cosa intelligente da fare sia tirare il freno d’emergenza. Stiamo per sacrificare l’intera civiltà umana per permettere ad alcuni di continuare a realizzare enormi profitti. Stiamo per sacrificare la biosfera affinché i ricchi abitanti di Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Ma sono le sofferenze di tanti che finanziano il lusso di pochi».

Invitata al summit Onu sul clima del 2019, Thunberg ha attraversato l’Atlantico in poco più di 2 settimane su una imbarcazione a zero emissioni accompagnata dal padre e da una squadra di appoggio. Dopo aver incontrato il presidente USA Barack Obama e aver parlato di fronte al Congresso, il 20 settembre l’attivista svedese ha camminato a New York insieme un gran numero di manifestanti per chiedere uno sciopero climatico globale. La manifestazione è considerata la maggior protesta climatica della storia e ha coinvolto circa 4 milioni di persone in tutto il mondo. 

Il suo discorso del settembre 2019 presso il Summit sul clima dell’Assemblea generale dell’Onu ha presentato una dura requisitoria: «Voi tutti venite da noi giovani per la speranza. Come osate? Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre vuote parole. Eppure io sono una delle fortunate. La gente soffre. La gente muore ed ecosistemi morenti stanno crollando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa e quello di cui voi potete parlare sono soldi e favole su un’eterna crescita economica. Come osate? Da oltre 30 anni la scienza è chiara, cristallina: come osate continuare a guardare da un’altra parte?»

Questo discorso, noto come il How Dare You, ha raccolto così tanta attenzione che il presidente Donald Trump, un veemente negazionista del cambiamento climatico, si è sentito obbligato a rilasciare un tweet beffandola: «Sembri una ragazza molto felice che attende un futuro luminoso e meraviglioso. Molto bello da vedere!» 

Nel marzo 2019, Thunberg è stata nominata al Premio Nobel per la pace per il suo attivismo climatico. Tuttavia, ha perso il premio a favore del primo ministro etiope Abiy Ahmed.

Il suo insegnamento resta chiaro:

«La crisi climatica è il problema più semplice, e nel contempo più difficile, che abbiamo mai affrontato. Il più semplice perché sappiamo cosa si deve fare: dobbiamo fermare le emissioni di gas serra. Il più difficile perché la nostra economia dipende ancora interamente dai combustibili fossili, e quindi distrugge gli ecosistemi al fine d’ogni singola persona conta». Ogni singola emissione conta. Ogni singolo chilo conta.

E lascia un messaggio di speranza:

«Viviamo in uno strano mondo. Ma è il mondo che è stato consegnato alla mia generazione. È il solo mondo che abbiamo. Oggi ci troviamo a un crocevia della storia. Stiamo fallendo, man non abbiamo ancora fallito. Possiamo ancora rimediare. Sta a noi».

Per approfondire la figura di Greta Thunberg vedi: Greta Thunberg, Svante Thunberg, Beata Ernman, La nostra casa è in fiamme. La nostra battaglia contro il cambiamento climatico, Mondadori, 2019; Greta Thunberg, Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza, Mondadori, 2019

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