Una recente ricerca ha messo a punto un test ottico per il rilevamento della dose di rame dispersa in campioni d’acqua isolati dal fiume Sarno in Campania, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
Il metodo ottico sviluppato dai ricercatori è di tipo funzionale: non si limita a identificare la presenza del metallo ma riesce a quantificarne gli effetti sulle diatomee, ovvero le microalghe che sono state impiegate come biosensori, presenti sia in acque dolci che salate.
La presenza di grandi concentrazioni di metalli pesanti (il rame è uno dei più diffusi) è solitamente un indicatore dell’impatto antropico, soprattutto nelle aree altamente urbanizzate e industrializzate, dove questi metalli possono confluire negli ambienti acquatici. L’accumulo di questi metalli nelle microalghe risulta essere un problema grave per il possibile trasferimento agli organismi che se ne cibano e anche all’uomo, attraverso la catena alimentare.
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