A che punto siamo con la ricerca per ‘riportare in vita’ specie estinte? A livello tecnologico la base c’è ma è necessario ancora un po’ di lavoro: oltre a recuperare DNA dai fossili e la tecnica dell’editing genetico CRISPR, da qualche mese è stato aggiunto un altro importante tassello alla ricerca grazie alla Colossal Biosciences, la company che da appena tre anni è impegnata a pieno ritmo a trasformare la de-estinzione in realtà.
La società ha annunciato di essere riuscita a creare delle cellule staminali di tipo embrionale a partire dalla pelle di elefante. Il risultato è che presto (se tutto va bene) potremo disporre di cellule viventi adatte a ospitare un genoma di elefante editato con tratti tipici dei mammut. Queste potrebbero essere usate per produrre in vitro tessuti e organoidi di simil-mammut utili per acquisire nuove conoscenze, poi (forse) per generare ovociti, embrioni etc.
Anche limitandosi a de-estinguere i tratti peculiari di una specie perduta, anziché gli animali nella loro interezza, ogni passaggio resta una sfida, e nessuno può essere certo che nel 2028 nascerà davvero il primo ibrido genetico mammut-elefante, come sperano alla Colossal.
Per approfondire: Le Scienze