Polpetta spaziale: cosa si mangia tra le stelle tra fiction e realtà

Autore

Andrea Bellati

Data

2 Febbraio 2024

AUTORE

TEMPO DI LETTURA

4' di lettura

DATA

2 Febbraio 2024

ARGOMENTO

PAROLE CHIAVE


Spazio

Astronauti

CONDIVIDI

Con una serie di video molto interessanti pubblicati sul canale YouTube dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea), Samantha Cristoforetti ci accompagna in una visita guidata per illustrare la vita quotidiana sull’ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. Cristoforetti spiega come si lavora, si dorme, ci si allena, addirittura come si va in bagno e ci si lava. Nel video dedicato alla cucina, la nostra astronauta mostra alimenti imbustati sottovuoto o liofilizzati e poi si prepara una piadina con una farcitura sufficientemente appiccicosa perché si incolli alla pasta e non se ne vada in giro, galleggiando nell’aria a gravità zero. Tutto sommato, considerando che l’ISS viaggia a una velocità media di 27.600 km orari, completando 15,5 orbite al giorno alla distanza media di 370 km dalla Terra, a bordo non si mangia male. Almeno, io sarei curioso di assaggiare la cucina spaziale. Ci sono addirittura chef stellati che preparano porzioni monodose di prelibatezze da consumare nello spazio: tutti piatti che vanno portati da casa, da Terra insomma, schiscette spaziali.

L’alimentazione degli astronauti è un tema interessante e compare spesso anche nei film di fantascienza. Riguardando il classicone 2001 Odissea nello spazio, ho contato ben cinque sequenze con gente che mangia. Nel superfluo e dimenticabile sequel 2002 La Seconda Odissea (1972), piccoli robot contadini coltivano ortaggi sotto enormi cupole, mentre in Passengers (2016) distributori automatici riempiono vassoi stile mensa aziendale. Nel film The Martian (2015), il sopravvissuto protagonista riesce a coltivare patate nel suolo marziano. Ecco, marziano, anzi meglio, San Marziano, è il nomignolo geniale dato dai ricercatori dell’ENEA a un piccolo pomodoro concepito per crescere nello spazio e assicurare cibo salutare alle future colonie lunari. Questo pomodoro, germogliato nell’ambito dei progetti Hortspace e Bioxtreme, è un ortaggio biofortificato capace di resistere alle radiazioni ionizzanti che permeano lo spazio al di fuori dell’atmosfera terrestre, radiazioni che possono danneggiare il DNA.

La Luna sarà una tappa fondamentale nell’esplorazione dello spazio, sarà un punto di partenza a bassa gravità, un trampolino di lancio per andare su Marte. Quindi sarà indispensabile costruire basi stabili, insediamenti autosufficienti in grado di ospitare persone e generare le risorse energetiche e alimentari necessarie. Per questo motivo le sonde stanno cercando acqua nel suolo del nostro satellite naturale, acqua che potrà annaffiare gli orti lunari. Orti dove forse un giorno crescerà il San Marziano. Per difendersi dalle radiazioni, il pomodorino è concepito per produrre una dose extra di antocianine, sostanze antiossidanti naturalmente presenti nei frutti ai quali conferiscono la gamma di colori che va dal rosso al blu. Ci sono antocianine nel pomodoro, nelle fragole, nei mirtilli e nelle more. Queste sostanze sono micronutrienti benefici anche per la salute umana, quindi anche di quella dei futuri esploratori spaziali.

A proposito di esplorazione spaziale e di film, la sigla della prima serie di Star Trek iniziava con l’indimenticabile formula: “Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale. Diretta all’esplorazione di nuovi mondi. Alla ricerca di altre forma di vita e di civiltà. Fino ad arrivare dove nessun uomo è mai giunto prima.” In Star Trek non mangiano mai, quindi, con affetto e commozione, chiudo questa polpetta con una foto rubata, uno scatto nel backstage con il Capitano Kirk e del vulcaniano Spock che mangiano qualcosa che somiglia alle fette di un polpettone.

Il video ESA

Leggi anche
Cultura
Coordinate
6′ di lettura

La memoria del nostro passaggio. ‘Ercole al bivio’ di Annibale Carracci

di Enrico Chiarugi
Cultura
Freccette
5′ di lettura

La verità sul Fantasma Formaggino

di Andrea Bellati
Cultura
Coordinate
6′ di lettura

Apocalissi naturali, apocalissi culturali

di Nicola Manghi
Scienza
Viva Voce

AlphaFold: origami proteici da Nobel

di Stefano Bertacchi
3′ di lettura
Clima
Viva Voce

Fragile profondo oceano: la corsa ai metalli

di Maria Alessandra Panzera
5′ di lettura
Società
Viva Voce

Schiena contro schiena: gli strapiombi sociali delle città colombiane

di Gloria Ballestrasse
5′ di lettura
Scienza
Viva Voce

OGM è quando arbitro fischia: il gioco delle TEA

di Stefano Bertacchi
5′ di lettura
Economia
Viva Voce

La competizione geopolitica per la leadership dell’AI

di Ettore Iorio
5′ di lettura
Scienza
Viva Voce

Le biotecnologie al bivio europeo

di Stefano Bertacchi
4′ di lettura

Credits

Ux Design: Susanna Legrenzi
Grafica: Maurizio Maselli / Artworkweb
Web development: Synesthesia