Strategie di transizione energetica. Il caso della Basilicata

La Basilicata rappresenta un laboratorio interessante per sperimentare forme innovative di transizione energetica.

Autore

Annalisa Percoco

Data

20 Giugno 2024

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6' di lettura

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20 Giugno 2024

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La transizione energetica rappresenta un passaggio cruciale dalla dipendenza dai combustibili fossili a fonti energetiche rinnovabili e a ridotto impatto ambientale. Questo cambiamento non interessa esclusivamente la sostenibilità ambientale, ma anche la sicurezza energetica, l’innovazione tecnologica, la formazione di nuove competenze per rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro, l’evoluzione dei modelli tradizionali di business e dei processi produttivi. La Basilicata, in virtù del suo mix energetico articolato, rappresenta un raro esempio a livello nazionale, un vero laboratorio dove sperimentare forme innovative di transizione.

È questo quanto emerso dai lavori della prima Conferenza Energia e Ambiente che si è svolta presso il Centro ENEA di Trisaia Rotondella lo scorso novembre, alla presenza, tra gli altri, dei Ministri Gilberto Pichetto Frattin e Raffaele Fitto.

Per comprendere meglio la strategia regionale di transizione abbiamo intervistato Cosimo Latronico, Assessore Ambiente, Energia e Territorio della Regione Basilicata.

AP: Può illustrarci le dinamiche energetiche della Basilicata?

CL: Secondo i dati pubblicati da Unmig (31/12/2023, ultimo aggiornamento 20/02/2024), la Basilicata ha rifornito il 74% della produzione nazionale di gas estratto sulla terraferma e il 36% del gas totale, il 90% del greggio estratto on-shore, l’82% del greggio totale, ed il 100% del GPL. La Basilicata si colloca così al primo posto fra tutte le regioni italiane nella classifica della produzione nazionale di energia da idrocarburi estratti su terra ferma.

A questa capacità di produzione più legata alla ‘tradizione’ della storia energetica regionale, si aggiunge una tendenza più recente che fa della Basilicata una tra le poche regioni italiane ad aver raggiunto al 2020 gli obiettivi sulla produzione da FER a copertura dei consumi finali così come definito dal decreto Burden Sharing.

Alla fine del 2023 la Basilicata era la quarta regione italiana per capacità di produzione elettrica da fonte eolica (1,5 gigawatt, 12% del totale nazionale) e tra le ultime per quella fotovoltaica (0,5 gigawatt; 2%). Nel complesso, in Basilicata la produzione annua di energia da FER è di circa 3700 GWh/anno (di cui 2500 GWh/anno da fonte eolica). La produzione da FER supera la domanda di energia per oltre 600 GWh/anno.

Questo dato restituisce l’immagine concreta di una regione ben avviata sul processo di decarbonizzazione, anche attraverso misure finanziate con fondi rivenienti dagli accordi con le aziende dell’energia presenti sul nostro territorio.

Un laboratorio energetico diffuso sul territorio, la cui capacità e struttura produttiva altamente diversificata rappresentano una grande opportunità̀ nelle dinamiche di sviluppo del rilancio energetico nazionale ed europeo. La Basilicata, da un punto di vista della sua geografia energetica (e non solo), è posta al centro del Mezzogiorno e dell’intera area del Mediterraneo che guarda all’Europa e, col Piano Mattei, all’Africa. 

AP: Qual è il valore della Conferenza Regionale dedicata a Energia e Ambiente?

CL: Insieme ad alcuni partner scientifici di rilievo come ENEA e FEEM, abbiamo inteso candidare la Basilicata quale luogo ideale dove ospitare autorevoli esperti, ricercatori e accademici, a discutere di temi e di aspetti pregnanti in materia di transizione energetica: sviluppo delle rinnovabili, potenzialità dell’uso dell’idrogeno, mobilità sostenibile, bioeconomia e biocarburanti, comunità energetiche, innovazione.

La Conferenza è stata, quindi, dedicata ai temi portanti della transizione energetica: linee di sviluppo delle fonti rinnovabili, potenzialità della bioenergia, opportunità offerte dalle nuove tecnologie basate sull’idrogeno, obiettivi di efficienza energetica, prospettive delle comunità energetiche rinnovabili e inquadramento delle possibilità suggerite dal mercato dei crediti di carbonio, sostenibilità territoriale. 

Le due giornate di lavori hanno approfondito la strategia regionale nel quadro della transizione energetica e decarbonizzazione, provando contestualmente a verificare le condizioni di coesistenza del primato energetico che la Basilicata ha nel panorama nazionale con le specificità̀ ambientali che pure la nostra regione esprime. 

AP: Quali sono i pilastri della strategia regionale?

CL: L’impegno della transizione rappresenta uno dei pilastri del piano strategico di sviluppo regionale, che punta a valorizzare il nostro territorio e a impiegare nel modo migliore le risorse di cui disponiamo, dal fossile, all’eolico all’idroelettrico, alle enormi potenzialità che in Basilicata assumono le biomasse.

Questa regione si pone come luogo indispensabile per la sperimentazione dei processi innovativi di decarbonizzazione anche grazie al contributo determinante del fossile.

Le trattative con le compagnie petrolifere, condotte da parte della Regione Basilicata con un’agenda programmatica rinnovata negli obiettivi e nel metodo, hanno segnato l’avvio di una stagione di forte slancio a investimenti e politiche a sostegno della decarbonizzazione.

Tra tutti gli interventi ricordo il bonus gas, il bando non metanizzati e i progetti non oil.

Con la legge regionale n. 38 del 23 agosto 2022, la Regione Basilicata ha introdotto il cosiddetto ‘bonus gas’, un contributo che ha azzerato il costo della componente energia delle bollette del gas per le utenze domestiche dei residenti, come da accordi con le compagnie petrolifere. La misura è finanziata dalle risorse delle compensazioni ambientali degli impianti estrattivi di idrocarburi sul territorio (royalties) e dovrebbe durare nove anni, l’intero periodo delle concessioni alle compagnie petrolifere che operano in regione.

Due le finalità: mitigare nell’immediato gli effetti negativi della crisi energetica a livello regionale e contrastare nel medio termine il declino demografico della Basilicata.

Come certificato da Banca d’Italia, il bonus è riuscito a mitigare sensibilmente l’erosione del potere di acquisto delle famiglie lucane. A settembre 2023 la Basilicata ha registrato il più basso tasso di inflazione tra le regioni italiane: 3,4% contro una media nazionale del 5,3, con un differenziale attribuibile prevalentemente alla dinamica delle spese per abitazione e utenze.

A questa misura si aggiunge il bando non metanizzati, una misura destinata a famiglie per raggiungere l’autonomia energetica attraverso investimenti in impianti di produzione da FER, impiegando risorse delle compensazioni ambientali.

La misura è servita a finanziare oltre 6.200 impianti per la produzione di energia verde, che rappresentano un prerequisito per una comunità energetica rinnovabile territoriale, diffusa.

I primi 5 progetti approvati nell’ambito dell’Accordo di Progetti di Sviluppo tra Regione Basilicata, Eni SpA e Shell Italia E&P S.p.A. disegnano una vera e propria ‘Agenda trasformativa’ del sistema produttivo ed economico regionale nel contesto della transizione.

L’innovazione come motore della crescita economica è universalmente considerata il fattore chiave capace di coniugare l’imperativo dello sviluppo economico con quello della sostenibilità ambientale, nell’ottica di un aumento dell’efficienza dei processi produttivi e della decarbonizzazione dell’economia.

I 5 progetti approvati (il progetto ‘Basilicata eletric Region’ ; il progetto ‘Open Lab’; il progetto ‘Produzione di Biometano’ da scarti agricoli; il progetto ‘Agri-Hub Basilicata’ per la produzione di olio vegetale a fini energetici; e il progetto ‘Programma di rigenerazione urbana sostenibile’) rappresentano un pezzo della strategia regionale di transizione verde, un sistema di azioni ‘utili’ (come suggerito dallo stesso PNRR nazionale) e concrete di contrasto al cambiamento climatico, capace di coniugare sviluppo e dimensione sociale, garantendo salute e sicurezza a lungo termine, come indicato dagli obiettivi di Agenda 2030.

I progetti, infatti, contribuiscono a localizzare e declinare su scala territoriale gli obiettivi strategici dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile nell’ambito della programmazione regionale economica, sociale e ambientale. 

La roadmap delineata si riferisce a quattro domini del tutto in linea con le vocazioni e le risorse principali del territorio lucano: bioeconomia ed economia circolare, energia e mobilità sostenibile, innovazione e rigenerazione territoriale.

Nello spirito di Agenda 2030, questi progetti coinvolgono non solo l’istituzione di governo, ma un’ampia rete di soggetti pubblici e privati, e contribuiscono a segnare la strada per un’azione ampia e partecipata, di efficacia capillare sul territorio e diversificata nei settori della società e del sistema economico-produttivo. 

Non si tratta di progetti finalizzati unicamente alla protezione dell’ambiente, ma di respiro sistemico, imperniati sulle tre dimensioni fondamentali della sostenibilità: economica, sociale e ambientale.

AP: Quale impatto ha la transizione energetica sul mercato del lavoro?

CL: La transizione ecologica e digitale sta già̀ profondamente modificando la richiesta di competenze. Le dinamiche occupazionali nel mercato del lavoro europeo e italiano sono oggi strettamente connesse con l’evolversi della strategia orientata alla sostenibilità̀ ambientale, energetica e climatica che l’Unione Europea rinforza ormai da un decennio. Se da un lato la neutralità̀ carbonica costituisce un obiettivo prioritario di queste politiche, l’occupazione, il lavoro e le competenze necessarie per la transizione ecologica costituiscono un tema centrale sia dello European Green Deal che delle comunicazioni relative alla concreta applicazione della Strategia ‘Fit for 55’. 

Il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla strategia energetica e climatica europea modificherà radicalmente sia i livelli che la struttura dell’occupazione all’interno e tra i diversi settori economici. Poichè il nuovo paradigma votato alla sostenibilità richiede nuovi approcci alla produzione, progettazione, sviluppo e utilizzo di materiali, prodotti e servizi, questi cambiamenti dovranno essere accompagnati da una conseguente necessità di nuove competenze e figure professionali. Un aspetto cruciale della sfida di rendere la Basilicata pioniera nel campo della decarbonizzazione è di sicuro rappresentato dalla capacità dei sistemi delle competenze, già sotto pressione, di sostenere le richieste derivanti dalla transizione energetica. Le differenze geografiche nell’impatto della transizione verde aumenteranno l’importanza di attivare partenariati multilivello e multi-stakeholder nella politica delle competenze e del mercato del lavoro. 

AP: Come vede il futuro?

CL: Queste prime traiettorie descritte possono costituire una concreta opportunità per un salto di qualità dell’intero sistema regionale, qualificando il tessuto imprenditoriale e favorendo la crescita sostenibile con un contributo al contenimento del brain-drain del capitale umano regionale più giovane e qualificato.

La Basilicata è pronta a cogliere tutte le opportunità legate alla transizione: la programmazione energetica regionale è infatti puntata verso l’innovazione della generazione energetica e verso la neutralità climatica, con priorità rivolta all’incremento di energia elettrica da FER e lo sviluppo di progetti per la produzione di H2 green.

Le Istituzioni sono chiamate ad assumere e sostenere un impegno deciso verso gli obiettivi di decarbonizzazione; il settore privato, tanto nella dimensione delle grandi quanto in quella delle piccole e medie imprese, hanno il dovere di guidare questa profonda trasformazione e di accelerare sui processi di innovazione, che rappresentano un aspetto chiave per sviluppare prodotti, servizi e processi abilitanti al percorso di decarbonizzazione.

Il contributo dei cittadini sarà, però, sempre più importante nel percorso verso la decarbonizzazione. Cambiamenti di comportamento nei consumi e nella produzione di rifiuti, generazione energetica distribuita, riqualificazione energetica degli edifici, nuovo e consapevole utilizzo delle risorse idriche rappresentano rilevanti opportunità non solo per contribuire alla decarbonizzazione, ma anche per migliorare la qualità dell’ambiente urbano. 

Le imprese e il mondo della ricerca avranno un ruolo fondamentale nella messa a disposizione di conoscenze, dati, prodotti e servizi per sostenere e abilitare le azioni delle comunità locali, nonché la promozione della transizione verso un’economia circolare.

Ecco, quindi, il valore aggiunto della Conferenza regionale, favorire il trasferimento diffuso e collettivo di conoscenze determinanti per compiere appieno la transizione verde in Basilicata.

Con un impegno senza precedenti, che unisce le forze delle nostre imprese petrolifere, il dinamismo delle aziende locali, sia grandi che piccole, l’expertise accademica della nostra università e la ricerca all’avanguardia dei nostri centri di studio, abbiamo già posato le basi per una rivoluzione verde. 

La Basilicata può ambire a diventare un vero e proprio modello di sostenibilità e innovazione riconosciuto a livello internazionale. Questo non solo rafforzerà il nostro appeal turistico, ma catalizzerà investimenti cruciali da parte dell’UE, del governo nazionale, di investitori italiani e internazionali.

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