Relazione

Autore

Rodolfo Maggio

Data

5 Dicembre 2022

AUTORE

TEMPO DI LETTURA

4' di lettura

DATA

5 Dicembre 2022

ARGOMENTO

PAROLE CHIAVE


Società

Cultura

CONDIVIDI

Come scritto in precedenza, Guānxi (关系) è la parola che comunemente viene tradotta con ‘relazione‘. E’ una parola di estrema importanza all’interno del discorso su come colmare le distanze tra il pensiero cinese e quello occidentale. Il tentativo occidentale di comprendere il pensiero cinese passa quasi sempre da sempre dal concetto di relazione. Ad esempio: le 4 relazioni fondamentali nel pensiero confuciano, la relazione tra essere umano e cielo (affrontata nella seconda puntata), e la relazione tra individuo e società. Proprio in quest’ultimo binomio si trova uno dei punti più importanti della questione su cosa sia la relazione la punti di vista culturalmente diversi.

E’ forse più complesso comprendere il concetto cinese di relazione se il un punto di vista sulla persona è quello occidentale, che la concepisce come individuo.

Da un punto di vista cinese, l’individuo, per definizione, non può essere tale. Dalla nascita alla morte – si trova sempre in relazione. Tale relazione lo cambia nella sostanza, cosicché la somma degli individui non è mai uguale alla somma delle loro individualità. Al contrario, le persone sono sempre cambiate dalla relazione che intrattengono con altre persone.

In altre parole, non è possibile anticipare le caratteristiche di una somma di individui a partire dalle caratteristiche di ciascun individuo. Poichè nel momento stesso in cui essi vengono accomunati, la relazione tra loro li cambia. E quindi, le caratteristiche di una ipotetica unione delle loro individualità non può che essere imprevedibile.

Tutto questo ci porta a spostare l’attenzione lontano da una logica che ci permetterebbe, nella teoria, di individuare le caratteristiche dei singoli a partire dai singoli stessi (presumibilmente, all’interno della loro supposta unità psichica), e a portarla verso un altro modo di immaginarle. Questo seconda modalità è intesa cogliere il modo in cui la relazione influenza la definizione stessa d’individuo. Mentre può sembrare paradossale, da un punto di vista occidentale, partire dalla relazione per comprendere l’individuo, non lo è affatto da un punto di vista cinese. 

Ciò che a un pensatore fedele al principio di non contraddizione apparirebbe come potenzialmente o intrinsecamente incoerente, non necessariamente sembrerebbe tale a un cinese. Questo, probabilmente, è perché nel pensiero cinese ci si affida con molta più fiducia al sentire (come scritto nella terza puntata). Anche se la contraddizione può stridere nella mente, nel cuore ‘si sente’ che è così, e quel sentire ha pari dignità epistemologica, se non addirittura superiore alla logica dell’intelletto. Da questa fondamentale differenza di enfasi, sul comprendere l’individuo da una parte e ‘sentire’ la relazione dall’altra, si diffonde uno spettro di possibilità epistemiche al quale molti non sono abituati.

Ad esempio, come individuare ciò che davvero ha significato nella nostra vita?

Per una persona nata e cresciuta in una cultura più individualista, la risposta a questa domanda può essere cercata nella propria identità, in ciò che mi fa stare bene, in ciò che mi permette di realizzarmi in quanto individuo.

Realizzarmi, ‘individuarmi’, ‘diventare ciò che sono’, significa orientarmi all’azione e alla realizzazione di un potenziale interno, anche se questo potrebbe andare a discapito delle mie relazioni. Molto spesso è così, poiché nel perseguire un sogno si finisce spesso per mettere da parte addirittura interrompere le relazioni. Invece, in una società dove il gruppo conta relativamente di più, non è possibile rispondere a questa domanda in maniera altrettanto semplice. Certo, contano i fattori appena elencati, ma uno non si sente del tutto a posto a tenerli in considerazione senza considerare al tempo stesso come si sentiranno gli altri (i genitori, i parenti, gli amici, e le altre persone del cui gruppo facciamo parte), quando verranno a sapere cosa abbiamo scelto. Le nostre scelte, se la relazione conta molto rispetto all’individuo, dipendono sempre da questo intreccio. 

Ovviamente, questa non è una caratteristica solo cinese.

Ma fateci caso: quando fate conoscenza con un cinese, vi verranno poste delle domande che hanno il preciso scopo di costruire attorno a voi una immaginari mappa di relazioni. Questo è un modo per capirvi, per anticipare le vostre mosse, per sapere a chi penserete prima di prendere una decisione. Noi tendiamo molto poi più a chiedere ‘di che ti occupi’, che poi non è altro che un modo per chiedere ‘che cosa conta per te’, invece che porre domande riguardo le persone che nella cui rete siamo imbrigliati.

Ancora una volta, un focus molto più individuale. Eppure, in una qualche misura imbrigliati lo siamo davvero, anche se tendiamo a non volervi dare troppa importanza. D’altra parte, non è che l’enfasi sulle relazioni sia vissuta sempre positivamente in Cina. Non so più quante volte ho ascoltato un amico cinese lamentare, nel periodo che precede il Capodanno cinese, che anche quest’anno i parenti avrebbero posto tante domande riguardo al lavoro, ai soldi, al matrimonio, ai figli, tutte cose in cui secondo noi nessuno dovrebbe ficcare il naso.

Anche loro lo pensano, ma non possono farci niente. E’ così e basta, è parte della cultura, che piaccia o no.

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