In questa nuova Orma, approdiamo finalmente nella terra d’Albione. E ci confrontiamo con uno dei preclari esempi di letteratura dell’esotismo romantico inglese del XIX secolo, diretto discendente delle opere di Byron.
E proprio un (anti)eroe byroniano come Heathcliff diventa il segno immortale della sua produzione artistica. Ebbene sì, stiamo parlando di Emily Brontë e delle sue Cime Tempestose.
Penultima di sei figli, Emily coltiva la passione poetica e scrittoria all’unisono con le sorelle Charlotte (più grande) e Anne (più piccola). Nel mezzo, Emily esprime il suo genio folgorante con il romanzo Cime Tempestose – forse l’opera più complessa e potente dell’epoca vittoriana, sicuramente nel gotha dei lavori gotici dell’epoca, insieme al Frankenstein della coeva Mary Shelley.
Anch’ella solcata dalla malattia, come molte delle menti che abbiamo fin qui visitato, quale fosse un crisma di creatività, durante la sua breve permanenza nel malsano e fatiscente collegio religioso di Cowan Bridge, chiamato Figlie del Clero (non un nome particolarmente invitante).
A soli 28 anni, ossia due prima della prematura dipartita, completa e pubblica – naturalmente sotto pseudonimo – Cime Tempestose. Subito subissato di critiche miopi, il romanzo di Emily è in realtà il testo che si è conservato meglio nel tempo, dal quale sono anche state forgiate numerose opere artistiche, tra pièces teatrali, musical, canzoni, adattamenti radiofonici e celebri lungometraggi.
In verità Wuthering Heights, piombato come un fulmine sopra un severo cipresso sull’epoca vittoriana inglese di metà ‘800, appare un vero e proprio scandalo: un dedalo di ferocità e azioni immorali, senza un messaggio salvifico e senza personaggi completamente positivi.
Trattasi di una matrioska di invenzioni narrative, l’ordito e la trama giocano con lo spaziotempo, increspature della realtà sgorgano dalla penna vivacissima di Emily, e dentro questo arzigogolato calderone, il tema dell’amore impossibile – quello tra Catherine e Heathcliff. Separati per rango e nascita, ma uniti dal filo rosso che disegna i sentieri degli umani tra le stelle.
Anticipando di un secolo e mezzo i diari di Chatwin, potremmo descrivere quest’opera intricata come un’anatomia dello spirito distruttivo, che può trovare pace, nella danza dell’infelicità che coinvolge tutti i membri delle famiglie protagoniste, solo nella morte. I cadaveri dei tragici amanti Heathcliff e Catherine, infatti, sapranno farsi prossimi soltanto nella tomba, con una lapide accanto all’altra, per dormire finalmente per sempre insieme.
Quell’amore che a Emily non riuscì di trovare, riversando la sua passione tra le letture e le pagine delle poesie e del suo unico romanzo; muore di tubercolosi, infatti,durante la stesura di un secondo testo andato ahinoi perduto.
Rimane il ricordo della sua passione disumana per la scrittura, forte quasi come la passione disumana di Heathcliff per Catherine.