Un indice di vivibilità senior per le città europee

L’indicatore monitora la performance delle città europee, suggerendo le politiche per migliorare la qualità della vita degli anziani.

Autore

Carolina Foglia, Maria Laura Parisi, Nicola Pontarollo

Data

14 Novembre 2023

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7' di lettura

DATA

14 Novembre 2023

ARGOMENTO

PAROLE CHIAVE


Città

Urbanistica

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Gli anziani richiedono una serie di condizioni di vita favorevoli a sostegno dei cambiamenti fisici, mentali e sociali che si verificano durante l’invecchiamento biologico. Tali condizioni possono essere carenti negli ambienti urbani, che attualmente non sono pensati per ospitare una proporzione considerevole di persone che invecchiano. I governi locali possono incrementare le opportunità di benessere attraverso la creazione di infrastrutture adeguate e accessibili e la fornitura di servizi mirati per la popolazione anziana. Per valutare in maniera consistente e comparabile il livello di adattabilità delle città all’invecchiamento della popolazione, abbiamo sviluppato un indicatore composito noto come Senior Liveability Index (SLI). Questo indice misura gli elementi che contribuiscono alla qualità della vita degli anziani, suddivisi in tre pilastri chiave. Il primo riguarda le caratteristiche dell’ambiente urbano, come la presenza di spazi pubblici ben curati, la disponibilità di mercati e piazze, nonché la presenza di aree pedonali sicure e accessibili. Il secondo pilastro è incentrato sulla percezione dell’accessibilità a infrastrutture fondamentali come i trasporti pubblici e i servizi sanitari. È fondamentale che gli anziani possano facilmente raggiungere ospedali, cliniche o farmacie, nonché avere accesso a un sistema di trasporti pubblici efficiente e adatto alle loro esigenze. Il terzo pilastro del SLI riguarda i servizi di svago offerti dalla città. Gli anziani hanno bisogno di spazi verdi, parchi o giardini in cui poter fare passeggiate o svolgere attività fisica. È inoltre importante che le città offrano luoghi culturali come musei, teatri o centri ricreativi che permettano agli anziani di partecipare ad attività sociali e culturali.

In sintesi, per garantire una buona qualità della vita agli anziani in contesti urbani, è necessario adottare una serie di misure e politiche volte a creare un ambiente favorevole per loro. L’implementazione di infrastrutture adeguate e la fornitura di servizi specifici possono contribuire a garantire che gli anziani possano continuare a vivere in maniera indipendente e a partecipare attivamente alla vita cittadina. 

Metodologia

L’indice di vivibilità per anziani è un indicatore sintetico per le città europee e può servire per informare e supportare i responsabili delle politiche cittadine sulle decisioni strategiche. La metodologia di analisi dei dati si basa sull’utilizzo del pacchetto COINr1 insieme a R 4.2.02.  L’indicatore si basa su un approccio a quattro fasi, con la selezione dei sottoindicatori come primo passo. Abbiamo utilizzato dati micro per costruire l’indicatore, basandoci su sondaggi rappresentativi condotti nelle città europee nel periodo 2009-2019. Abbiamo poi applicato strategie di ponderazione e aggregazione ai dati raccolti, al fine di ottenere una misura che condensasse i vari aspetti e che fosse di facile interpretazione. Infine, abbiamo condotto un’analisi di sensibilità, necessaria a verificare che i risultati non siano influenzati dalle decisioni prese durante la costruzione dell’indicatore composito.

Risultati 

Le Figure 1-4 mostrano l’indicatore per gli anni selezionati mettendo in evidenza le dimensioni delle città. Il colore di ogni bolla corrisponde al valore dell’indicatore, dove il blu indica un rango più alto, il rosso/arancione indica una posizione inferiore e il giallo/verde  un rango intermedio. Le unità vanno da 0 a 1, dove 0 rappresenta il valore minimo, che indica l’inadeguatezza della città, e 1 il livello massimo di vivibilità. La mappa mette inoltre in evidenza il numero di abitanti della città, rappresentato dalle dimensioni della bolla, da 250.000 abitanti a più di 14 milioni. In generale, le città più piccole, con un massimo di 500.000 abitanti, come Aalborg, Rennes, Oviedo e Oulu, ottengono un miglior ranking rispetto a quelle più grandi, il che significa che gli anziani sono più soddisfatti quando vivono in conurbazioni ristrette rispetto ad aree metropolitane ampie. Questo risultato è coerente con studi che dimostrano che la felicità e il benessere soggettivo sono spesso più alti nelle città più piccole rispetto a quelle più grandi. In effetti, la correlazione calcolata tra le dimensioni della città e i punteggi SLI è negativa e si avvicina al valore di -0,24 per il 2009, -0,21 per il 2012, -0,29 per il 2015 e -0,26 per il 2019. Ciò significa che c’è una debole relazione inversa tra vivere in una grande città e valutarla come vivibile. Le differenze nei punteggi di vivibilità nel campione di città sono anche legate al loro status di capitale. I nostri calcoli confermano un punteggio medio più alto per le città non capitali, 0,77 sia per il 2009 che per il 2019 e 0,71 per il 2012 e per il 2015, mentre la SLI media per le capitali è 0,68 per il 2009, 0,64 per il 2012, 0,66 per il 2015 e 0,71 per il 2019. La deviazione standard è inferiore per le città non capitali, attorno allo 0,10, mentre raggiunge lo 0,12 per le capitali, evidenziando una variabilità leggermente maggiore nella percezione generale. Inoltre, la Figura 1 mostra un chiaro gradiente nord-sud, dove il ranking delle città europee diminuisce man mano che ci avviciniamo al sud Europa, principalmente in Grecia, Cipro e Italia.

Figura 1: Mappa dell’indicatore SLI per il 2009 rispetto alla popolazione della città.

La Figura 2 riporta i punteggi per l’anno 2012, dove le prestazioni delle città del sud Europa sono peggiorate, probabilmente a causa della grave crisi economica, che ha colpito maggiormente i Paesi precedentemente citati. Tuttavia, emerge una certa eterogeneità; le città spagnole e turche sono posizionate meglio rispetto a città del sud Italia come Palermo e Napoli. Pertanto, si evidenziano anche interessanti differenze all’interno del cluster regionale. Anche all’interno dello stesso Paese vi sono variazioni, importanti, soprattutto tra nord e sud Italia, Romania, Portogallo e Francia. Al contrario, la valutazione della vivibilità per la maggior parte delle zone urbane del nord e dell’Europa occidentale è stata soggetta a minori variazioni, soprattutto per il Regno Unito, la Danimarca e la Germania.

Figura 2: Mappa dell’indicatore SLI per il 2012 rispetto alla popolazione della città.

Osservando la Figura 3 possiamo affermare che le capitali del sud Europa ottengono punteggi peggiori rispetto ad altre città dello stesso Paese analizzate nel 2015. Ciò accade in particolare a Lisbona, Atene e Istanbul. Al contrario, questa variazione è meno evidente per le zone urbane del nord e dell’Europa occidentale, che sono più omogenee. Inoltre, c’è ancora una tendenza rilevabile riguardo alla maggiore vivibilità delle città più piccole rispetto alle metropoli. 

Figura 3: Mappa dell’indicatore SLI per il 2015 rispetto alla popolazione della città.

La Figura 4 mostra i punteggi del SLI per l’ultimo anno della nostra indagine, il 2019. È possibile rilevare una tendenza generale nel grafico, secondo la quale il maggior numero di città del sud Europa si colloca nella parte bassa dello spettro dell’indice, dal momento che hanno prestazioni peggiori rispetto alle città del nord Europa.

Figura 4: Mappa dell’indicatore SLI per il 2019 rispetto alla popolazione della città.

Conclusioni 

La metrica proposta per la valutazione della vivibilità urbana e la metodologia adottata potranno consentire ai governi delle città di ideare politiche adeguate e intraprendere azioni adeguate a migliorare la vivibilità da un punto di vista quantitativo. Il SLI interseca molteplici aspetti e può dunque consentire ai responsabili delle politiche delle città di basare le loro decisioni su valutazioni comparative della vivibilità urbana. Esso considera non solo la valutazione soggettiva delle caratteristiche della città, come pulizia e qualità dell’aria, ma anche le opportunità di trascorrere del tempo godendosi l’ambiente esterno e ricevere servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche locali, la cui importanza è fondamentale per garantire l’invecchiamento attivo e sano. Inoltre, la vivibilità e l’adattabilità degli ambienti urbani all’età è un concetto complesso, dinamico e multidimensionale, che dipende anche dal contesto. I risultati mostrano una disparità evidente tra le città europee del nord e del sud, che richiedono interventi in termini di politiche di coesione per stimolare il potenziale di vivibilità di quelle che sono in ritardo. La rilevanza del quadro istituzionale per lo sviluppo di città vivibili è ulteriormente convalidata da una correlazione del 0,70 tra il SLI 2019 e l’indice di qualità regionale del governo per il 2017. Inoltre, un’analisi più approfondita conferma che tutti e tre i pilastri dell’indice QoG, cioè qualità, imparzialità e corruzione, correlano positivamente al nostro indicatore composito, con valori intorno allo 0,70. Questo indica che le politiche di welfare sono meglio sviluppate nelle città in cui la qualità del governo è più alta. Una interpretazione più approfondita dei risultati suggerisce che l’accessibilità e la fornitura di servizi siano in parte carenti nelle città dell’Europa del nord, ma soprattutto in quelle dell’Europa del sud, abbassando la valutazione complessiva della vivibilità da parte degli anziani. In effetti, questo gruppo di popolazione richiede un adeguato sostegno per invecchiare nel proprio ambiente, specialmente per quanto riguarda i trasporti, l’assistenza sanitaria e l’aiuto da parte dell’amministrazione locale. A tal riguardo, per esempio, i governi locali potrebbero mettere in atto un servizio di trasporto verso ospedali o centri medici che contempli accordi con i servizi taxi della città per calmierare i prezzi. Inoltre, il contributo della vivibilità alla coesione sociale è importante per la creazione di quartieri più puliti, più verdi e culturalmente attivi. Promuovere l’uso dei mezzi pubblici elettrici, abbassare il prezzo dei trasporti o rafforzare l’uso di auto o biciclette elettriche pubbliche va in quella direzione. Il miglioramento della qualità della vita di una comunità di cittadini può avvenire attraverso progressi sociali e ambientali, in cui il raggiungimento dei bisogni di base è necessario ma non sufficiente e deve essere integrato da condizioni per realizzare il pieno potenziale di ognuno. In quest’ottica, vi è una correlazione di 0,58 tra il SLI 2019 e l’indice di progresso sociale dell’UE del 20203, una misura dello sviluppo sociale e della qualità della vita a livello regionale. Sviluppi futuri del SLI includono la sua applicazione alle future indagini sulla percezione della qualità di vita nelle città europee per aggiungere ulteriori informazioni riguardo alle dinamiche degli standard di vivibilità e all’idoneità agli anziani, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19.


A cura di Marta Castellini.

Note

  1.  W. Becker, G. Caperna, M. Del Sorbo, H. Norlén, E. Papadimitriou e M, Saisana, COINr: An R package for developing composite indicators, Journal of Open Source Software, 7(78), 4567
  2. R Core Team, R: A Language and Environment for Statistical Computing, R Foundation for Statistical Computing, Vienna, 2022, in https://www.R-project.org
  3. CE, European Social Progress Index 2020, 2020 in https://ec.europa.eu/regional_policy/information-sources/maps/social-progress/2020_en#:~:text=The%202020%20results%20show%20that,are%20Swedish%2C%20Finnish%20or%20Danish
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