Nuova musica green

Giovanni Biassoni intervista Sarah Parisio di Music Innovation Hub, prima impresa ad aver elaborato un protocollo di sostenibilità destinato agli eventi musicali.

Autore

Giovanni Biassoni

Data

21 Febbraio 2023

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5' di lettura

DATA

21 Febbraio 2023

ARGOMENTO

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Sarah Parisio è project manager di Music Innovation Hub, prima microimpresa sociale a elaborare – insieme alle startup Triadi, spin-off del Politecnico di Milano, e RP Legal and Tax – un protocollo per la sostenibilità degli eventi musicali rivolto alle agenzie di concerti live e agli operatori dello spettacolo. Banco di prova del Protocollo è stato l’Heroes Festival e il tour di Elisa, Back to the Future. L’abbiamo intervistata su questo progetto interamente dedicato alla sostenibilità ambientale e sociale.

Come nasce l’idea del Protocollo degli eventi sostenibili e come si è sviluppata l’attività di Music Innovation Hub?

Siamo un’impresa sociale un po’ particolare, direi ibrida, unica nel panorama musicale italiano. Un’impresa che vive di bandi e finanziamenti su progetti ad impatto ambientale e un ‘incubatore’ che si sviluppa su due assi paralleli: innovazione e responsabilità sociale. Il Protocollo ha come obiettivo la realizzazione di eventi sostenibili che si basano su fattori ESG (Environmental, Social e Governance). Per raggiungere questo obiettivo è necessario mettere insieme più competenze ed è per questo motivo che ci siamo rivolti a RP Legal Tax, tra i primi studi legali italiani a fornire consulenza in questo ambito, e a Triadi che si occupa di misurazione e monitoraggio di dati. Siamo partiti da questa domanda: «Cosa significa realizzare e produrre un evento sostenibile?». Ne abbiamo studiato le varie fasi e poi, grazie alle competenze del partenariato, abbiamo sviluppato un protocollo. 

Cosa vi ha spinto a impegnare tante energie in questo campo?

La ricerca della sostenibilità, soprattutto quella ambientale, sta diventando via via sempre più rilevante in tutti gli ambiti di lavoro, per tutte le imprese, anche quelle culturali e, nel nostro caso, musicali.  

Qual è la struttura e il contenuto del Protocollo?

Il Protocollo è uno strumento per agenzie di live e operatori dello spettacolo che permette la progettazione e la produzione di un evento musicale sostenibile a diversi livelli e competitivo sul mercato.

È una garanzia di sostenibilità ESG e un database che raccoglie realtà di riferimento, creando un network professionale in espansione.

Il Protocollo è costruito in modo modulare così che ogni organizzazione possa definire dei principi generali di posizionamento strategico e, sulla base di questi, individuare le linee guida per l’evento. Fornisce indicazioni di pratiche di sostenibilità ambientale e sociale da adottare durante la progettazione, organizzazione e gestione dell’evento.

Le pratiche si riferiscono alla sostenibilità interna, alla scelta della venue, al rispetto del territorio ospitante e al rapporto con sponsor, partner, fornitori, appaltatori, pubblico e comunità.

Sulla base delle indicazioni di raccolta dati del Protocollo, ogni organizzazione potrà sviluppare gli strumenti adeguati per svolgere questa attività.

La raccolta dati deve essere fatta in maniera accurata e di concerto con gli altri attori coinvolti nelle varie fasi di progettazione, organizzazione e gestione dell’evento.

La misurazione dei parametri di impatto (KPI) opportunamente selezionati per ogni area di analisi, consentirà di posizionare un evento come:

Conforme, Propositivo e Generativo rispetto all’impatto ambientale (E), sociale (S) e al modello di governo (G). 

  • Conforme: rispetto della Legge applicabile in Italia; Rispetto dei requisiti minimi; Trasparenza e misurabilità su conformità e non-conformità.
  • Propositivo: azioni volontarie adottate con l’obiettivo di generare valore intangibile (non finanziario); impatto sociale e ambientale positivo; intenzionalità, trasparenza e misurabilità su conformità e non-conformità.
  • Generativo: applicazione del principio Do no arm (ridurre effetti negativi); adozione volontaria e rispetto della CV soft law; allineamento con le grandi sfide globali; intenzionalità, trasparenza e misurabilità su conformità e non-conformità. 

Ogni evento può posizionarsi in modo diverso in relazione ai diversi parametri e/o aree di analisi (es. in alcune può risultare solo conforme ed in altre generativo).

Quali sono stati i risultati del vostro primo evento e poi del vostro Tour?

Il Protocollo, il cui sviluppo è iniziato a febbraio dello scorso anno, è stato ultimato a maggio 2022; il primo test è stato fatto a Verona, in occasione dell’Heroes Festival, dal 27 al 31 maggio. Elisa ne è stata la direttrice artistica: il Protocollo le è piaciuto molto, l’ha sperimentato e ha voluto integrarlo nei suoi concerti per tutto il Tour.

Cosa ha significato in termini logistici implementare il Protocollo?

Abbiamo dovuto formare velocemente tutti i promoter coinvolti nel Tour di Elisa che avevano già programmato interamente le tappe degli eventi musicali. Fortunatamente più del 50% dei promoter ha accettato di partecipare al nostro breve corso, fatto insieme all’ASviS, per capire come migliorare i livelli di sostenibilità, come agire per ridurre l’impatto ambientale e aumentare quello sociale, allineandoli alle linee delineate nel Protocollo.

Elisa è stata la prima artista italiana scelta come ‘ambasciatrice’ della campagna Act Now delle Nazioni Unite. Come mai?

È noto il suo impegno verso la causa ambientale. Da anni produce i suoi dischi con materiali riciclabili e a basso impatto. Inoltre nelle sue canzoni e nel suo lavoro in generale questo suo impegno è molto visibile.

Mi potrebbe indicare un pezzo?

I Feel It in the Earth, diventato una sorta di inno della manifestazione Fridays for Future che si è svolta in tutta Italia il 23 settembre 2022. 

Quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato nel vostro lavoro?

Abbiamo dovuto fare i conti principalmente con il tempo. Se avessimo potuto parlare con i promoter e formarli già a febbraio sarebbe stato tutto più semplice. Poi ci sono state le difficoltà a livello logistico, per esempio quelle relative alla fornitura energetica. Durante il Tour abbiamo lavorato molto per ridurne l’impatto, sapendo quanto sia rilevante questo fattore per un evento musicale. Ne va della qualità del suono. Poi, grazie all’Enel e, soprattutto, al GSE, (Gestore dei Servizi Energetici) non ci è mancata l’alimentazione da fonti rinnovabili nella maggior parte delle città toccate dal Tour (Verona, Catania, Roma, Milano e anche due piccoli centri come Bard e Sampeyre in Piemonte). Non in tutte le tappe abbiamo potuto far uso dell’energia da combustibili non fossili, perché non c’erano alternative ai gruppi elettrogeni tradizionali disponibili.

Qual è stato il maggior risultato che avete ottenuto?

Secondo me, la cosa che ha funzionato meglio è stato il rapporto costruito con le comunità e il pubblico, grazie all’organizzazione del Green Village, uno spazio dedicato all’informazione e al benessere psico-fisico, che ha rappresentato una caratteristica distintiva di Heroes e del BTTF tour. Un’area allestita con materiali ecosostenibili e realizzata con criteri di inclusione sociale, che ha permesso ai detenuti del carcere di Verona – grazie alla collaborazione con Reverse – di prendere parte alla creazione e produzione degli stessi.

Il Green Village ha accompagnato lo show principale dell’artista, offrendo uno spazio in cui si sono svolti panel, performance, workshop, concerti, percorsi sensoriali, dj set, proiezioni e attività dedicate a bambini e bambine. Il Green Village è stato lo spazio di comunicazione delle realtà locali, volto ad offrire un’esperienza nuova al pubblico, e a diffondere gli obiettivi della sostenibilità e il messaggio di impegno da parte di ogni persona nella lotta contro il riscaldamento climatico. Lo spazio esterno all’area concerti ha previsto la partecipazione libera del pubblico. Il Green Village è stato lo strumento per garantire una maggiore sostenibilità del progetto, facendo raggiungere importanti obiettivi comuni.

Sempre in occasione dell’Heroes Festival, MIH – insieme ad AWorld in Support of ActNow ed Elisa, e con il sostegno di ASviS e dell’Unione Buddhista Italiana – ha lanciato la raccolta fondi ‘Music For The Planet’ a favore di Legambiente, per contribuire all’obiettivo della messa a dimora di 9 milioni di alberi entro il 2025 in Italia. Per co-finanziare Music For The Planet, sono nati anche gli speciali progetti NFT di A-live e Climate4Change, che offrono al pubblico un’esperienza immersiva, nella magica ‘Stanza del tempo perso’ di Elisa.

Nel vostro Protocollo c’è un capitolo che divide in tre livelli l’impatto di un evento sull’ecosistema che lo ospita: c’è un livello di conformità, uno di propositività e uno di generatività. Durante la vostra esperienza quali livelli avete raggiunto e con quali effetti sulla valorizzazione del territorio? 

Abbiamo raggiunto il terzo, quello generativo, e ne siamo fieri. L’abbiamo raggiunto a Verona. Un’altra best-pratice è stata quella di Catania. Le tappe del Tour di Elisa sono state Taormina, Siracusa e Agrigento, ma il Green Village di queste tre tappe è stato realizzato a Catania, nel Parco Gioeni, un’area da anni abbandonata a sé stessa e bonificata e rivalorizzata con il contributo dei nostri promoter. C’è stato un grandissimo afflusso di persone durante tutte e tre le giornate e dopo l’evento l’area è tornata alla comunità. Grazie al progetto ‘Back to the Future Live Tour’ oggi Catania ha una nuova area verde, un nuovo parco. E quest’anno, uno dei suoi primi concerti si è svolto proprio a Catania.

La generatività legata alla scelta della sede per la rivalorizzazione dei luoghi è una delle azioni di cui siamo maggiormente contenti. Allo stesso modo siamo felici di aver intrapreso un percorso di consapevolezza riguardo l’uso dell’energia rinnovabile, fondamentale per la filiera musicale, con il supporto di GSE.

Inoltre, è stata una bellissima esperienza di collaborazione e attivazione di tutte le parti, tutti gli stakeholder coinvolti nella produzione di un evento musicale, che hanno lavorato forse per la prima volta in maniera coesa per raggiungere un obiettivo comune.

Rispettare dei principi di sostenibilità ambientale vi ha costretti a un rincaro dei prezzi dei concerti?

I Green Village sono gratuiti. I biglietti per i concerti di Elisa avevano un prezzo accessibile. Tutto il progetto si reggeva sui finanziamenti esterni di Friends & Partner, l’azienda promotrice. Sui biglietti, l’unica variazione di prezzo è stata richiesta per l’NFT, realizzato dai A-live per la ‘Stanza del tempo’ di Elisa. Con l’NFT, oltre a un pezzo unico digitale, si otteneva la possibilità di sostenere il fondo ‘Music for the Planet’. 

Che differenza c’è tra un concerto veramente sostenibile e un’operazione di Greenwashing?

Credo che gran parte si giochi nel monitoraggio e sul controllo.

La sperimentazione pilota del Protocollo per gli eventi sostenibili ha tracciato la strada per avviare un efficace percorso di transizione verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale della filiera degli eventi musicali live. Abbiamo notato che sono presenti ambiti nei quali chi lavora nel settore è maggiormente attento, ma in generale emerge che la gran parte dell’impatto può essere prodotto impostando preliminarmente il format artistico, economico e sociale/ambientale dell’evento musicale. Il design dell’evento dovrebbe quindi tenere conto non solo della dimensione artistica ed economica, ma anche dell’impatto ambientale e sociale che il Festival o il Tour intende produrre. Una volta definito tale format sarà necessario avviare un programma con sufficiente anticipo per progettare operativamente le attività.

Questo lavoro permetterà di produrre un documento di reportistica post-evento che possa dimostrare, tramite l’analisi dei dati e il monitoraggio delle azioni, la riduzione dell’impatto ambientale dell’evento e il miglioramento dell’impatto sociale. Questo è l’obiettivo primario del lavoro che svolgiamo e dello strumento realizzato.

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