COP28, Bollettino – Giorno 2

Autore

Alessandra Favazzo, Valeria Zanini

Data

1 Dicembre 2023

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6' di lettura

DATA

1 Dicembre 2023

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Si è conclusa a Dubai la seconda giornata della COP28, che ha visto oggi riunirsi i leader mondiali nel contesto del ‘World Climate Action Summit‘, il segmento di alto livello della Conferenza in programma anche domani. Nella due giorni sono in programma gli interventi degli oltre 140 capi di Stato e di governo presenti alla COP, chiamati a spiegare come intendono onorare e rilanciare gli impegni che hanno assunto i loro Stati sul cambiamento climatico. Tra gli altri, oggi è salita sul palco anche la premier italiana Giorgia Meloni, con un annuncio importante per il fondo ‘Loss & Damage’.

I fatti salienti

Dall’Italia 100 milioni di euro per il fondo ‘Loss & Damage’ – Nel suo intervento la premier Giorgia Meloni ha annunciato che l’Italia contribuirà con 100 milioni di euro al fondo ‘Loss & Damage’, per aiutare i Paesi più poveri e vulnerabili del mondo a far fronte agli impatti del cambiamento climatico, sbloccato ieri grazie a un accordo definito ‘storico’ dal presidente della COP28, il Sultano Al Jaber. Meloni ha poi reso noto che l’Italia intende destinare una quota significativa del Fondo Italiano per il Clima, che ha una dotazione complessiva di 4 miliardi di euro, alle nazioni più vulnerabili dell’Africa, per iniziative volte alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici.

I finanziamenti dell’Unione europea – In una dichiarazione congiunta della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel hanno affermato di voler raggiungere l’obiettivo dei 100 miliardi di euro per il clima.

Un fondo per il clima da 30 miliardi di dollari – Nel suo discorso al ‘World Climate Action Summit’ il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohamed bin Zayed bin Sultan Al Nahyan ha fatto sapere che verrà creato un fondo per il clima, Alterra, che raccoglierà 30 miliardi di dollari. Resta ancora da capire quanto di questo fondo riuscirà ad arrivare effettivamente ai Paesi che ne hanno più bisogno. Infatti, è previsto che di questi 30 miliardi, 25 saranno diretti a investimenti in economie di scala, e 5 saranno usati per mitigare rischio del capitale nel Sud Globale. 

L’Iran abbandona il summit per la presenza di Israele – Il ministro dell’Energia di Teheran, Ali Akbar Mehrabian ha annunciato che i delegati iraniani hanno abbandonato la conferenza in segno di protesta contro la presenza di una delegazione israeliana, considerata «contraria agli obiettivi e alle linee guida della conferenza».

Le dichiarazioni più importanti

Meloni: «Non vogliamo cibi fatti in laboratorio» – Nel suo discorso Meloni ha preso posizione anche sul tema della sicurezza alimentare: «Vogliamo essere impegnati anche nella sicurezza e incolumità alimentari, questo significa non solo alimenti per tutti ma assicurare alimenti sani per tutti. Non vogliamo considerare la produzione alimentare solo come sopravvivenza, ma un mezzo per vivere una vita sana e il ruolo della ricerca è essenziale in questo contesto. Lo sviluppo non deve muoversi verso la produzione di alimenti in laboratorio, magari andando verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali e ai poveri vanno quelli sintetici, con un impatto sulla salute che non possiamo prevedere, non è il mondo che voglio vedere». «La sicurezza alimentare per tutti» è una delle «priorità strategiche della nostra politica estera» e «per questo motivo una parte molto importante del nostro progetto per l’Africa, il Piano Mattei, si rivolge al settore agricolo», ha ribadito la presidente del Consiglio nel suo intervento.

Von der Leyen e il prezzo del carbonio – Ursula Von der Leyen è intervenuta nel panel dedicato al mercato dei crediti dil carbonio: «Sappiamo tutti che se vogliamo mantenere il riscaldamento globale al di sotto del punto critico di 1,5 gradi dobbiamo ridurre le emissioni globali ed esiste un modo per ridurre le emissioni, promuovendo al tempo stesso l’innovazione e la crescita: dare un prezzo al carbonio». Per la presidente della Commissione Europea il messaggio è chiaro: chiunque inquini deve pagare un prezzo equo. «I ricavi possono essere reinvestiti nella lotta contro il cambiamento climatico e in una transizione giusta; questo non è solo uno degli strumenti più potenti nelle nostre mani, è anche uno dei più testati e affidabili», ha sottolineato von der Leyen.

Guterres: «In bilico il destino dell’umanità» – «I segni vitali della Terra stanno venendo meno: emissioni record, incendi, siccità e l’anno più caldo di sempre. Siamo lontani delle miglia dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma non è’ troppo tardi. Abbiamo le tecnologie per evitare il peggio del caos climatico, se agiamo ora»: questo l’appello del segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres. «Il riscaldamento globale sta distruggendo i bilanci, facendo lievitare i prezzi dei prodotti alimentari, sconvolgendo i mercati energetici e alimentando una crisi del costo della vita. Proteggere il nostro clima è la più grande prova di leadership a livello mondiale, il destino dell’umanità è in bilico». Guterres auspica una «transizione giusta ed equa verso le energie rinnovabili» dal momento che «non possiamo salvare un Pianeta in fiamme con un idrante di combustibili fossili». In questo modo si è posizionato chiaramente nel dibattito tra phase out e phase down: «not reduce, not abate. Phase out – with a clear timeframe aligned with 1.5 degrees (non ridurre, non abbattere, ma eliminare – con un calendario chiaro allineato a 1,5 gradi)». Ha infine invitato i leader delle compagnie fossili a guidare la transizione alle rinnovabili e i governi ad aiutare le industrie «a fare la scelta giusta». 

Lula: «Il conto climatico è già arrivato» – Per il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, «la scienza e la realtà dimostrano che il conto climatico è già arrivato». Il capo di Stato cita l’Amazzonia, che «sta attraversando la peggior siccità della sua storia» e il Sud del Brasile, colpito da violente tempeste e cicloni. Lula ha criticato aspramente l’attendismo dei Paesi più sviluppati: «Il Pianeta è stufo degli accordi sul clima infranti, di obiettivi trascurati, di discorsi eloquenti e vuoti. Abbiamo bisogno di atteggiamenti concreti», ha dichiarato.

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