Cosio (Sondrio), 1897
In una soleggiata giornata estiva, un edificio grigio si staglia sullo sfondo verde del rigoglioso bosco. Il suono dello scrosciare dell’acqua risuona con una cadenza incessante. Gli occhi di un uomo osservano la vallata dalle finestre del primo piano. Sotto di esse, sul muro, campeggia la scritta: “Centrale Idroelettrica”. È nata da poco la SEM – Società Elettrica di Morbegno. Ancor oggi, la cooperativa produce energia elettrica attraverso lo sfruttamento di 9 impianti mini idroelettrici per complessivi 11 MW di potenza per 13mila utenze per un totale di circa 64 milioni di Kwh annui.
Brooklyn, NY, 2018
Camminando lungo la Court Street, si giunge fino al Cobble Hill Cinemas, caratterizzato da alcuni variopinti murales raffiguranti importanti attori del Novecento. Sul grigio palazzo di fronte, una persona fuma una sigaretta sulle scale metalliche esterne. Osserva gli sgargianti colori e il contrasto con il blu del cielo e dei pannelli fotovoltaici posti sul tetto del cinema. Quei pannelli fanno parte della BMG – The Brooklyn Microgrid fondata in tempi recenti (2016) e che consiste in una rete energetica comunale in cui i cittadini di Brooklyn possono acquistare e vendere, attraverso un’applicazione, energia rinnovabile generata localmente.
Cosa lega Cosio con Brooklyn? La considerazione che in entrambi i luoghi sono state costituite due comunità energetiche. La SEM sembrerebbe essere il primo prototipo della storia. La BMG è sicuramente uno degli esempi più innovativi che legano tecnologia, economia, ambiente e società: i quattro pilastri su cui si basa il futuro della transizione energetica ed ecologica. Ma cosa sono esattamente le comunità energetiche? Quali sono i vantaggi? Una Comunità di Energia Rinnovabile (CER) è un’associazione che produce e condivide energia rinnovabile, per generare e gestire in autonomia energia verde a costi vantaggiosi, riducendo le emissioni di CO2 e lo spreco energetico. Ne possono far parte semplici cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese eccetera. In essa entrano nuovi agenti economici, definiti prosumer (dalla crasi di produttore e consumatore). Essi producono energia elettrica da fonti rinnovabili, generalmente da fotovoltaico o eolico, auto-consumano una parte della produzione e scambiano l’eccedenza con gli altri membri della comunità. In taluni casi l’utilizzo di batterie permette un ulteriore efficientamento dello scambio. Questo nuovo meccanismo può avere sicuramente un importantissimo impatto nel mercato energetico e nel processo di transizione. In primo luogo la produzione avviene da energie rinnovabili, a bassissime emissioni di gas climalteranti. In secondo luogo permette di ridurre gli sprechi e migliora gli scambi. Si pensi al caso di due agenti che hanno due differenti profili e spazi a disposizione. Il primo ha consumi energetici molto alti ma poco spazio; il secondo ha caratteristiche esattamente opposte al primo individuo. Il secondo può quindi installare un impianto e scambiare la energia con il primo agente. L’equilibrio che si viene a creare è un tipico esempio win-win in cui entrambi i soggetti ottengono un vantaggio. Oltre a ciò la comunità energetica ha ulteriori elementi di interesse: dato che la normativa che la regolamenta presuppone assenza di profitti e aggregazione fra attori economici, si ha un chiaro e importante impatto di carattere sociale che, spesso, dichiaratamente o meno, contribuisce ad un maggior controllo della povertà energetica e della povertà in generale. E talvolta vengono sviluppati dei progetti esplicitamente votati alla riduzione delle diseguaglianze. Un ulteriore vantaggio delle CER è la possibilità di favorire una maggior sicurezza energetica. Il caso emblematico è proprio quello di Brooklyn, nato in seguito ad un ennesimo violento uragano che ha causato numerosissimi danni, fra cui la interruzione della energia elettrica.
Un sistema di produzione e distribuzione meno centralizzato può quindi favorire una maggiore stabilità della rete. Oltre a ciò, la distribuzione locale può ridurre la dispersione di energia dovuta a lunghe percorrenze di distribuzione e che, generalmente, ammonta a circa il 6% del totale. Le CER sono una realtà ormai diffusa in molti Paesi del Nord Europa e sta rapidamente sviluppandosi, anche grazie ad incentivi economici, a livello europeo ed italiano. Secondo la guida ENEA delle comunità energetiche, per il 2050 si stima che 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea si uniranno al mercato dell’energia come prosumer, generando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva. Fra i vari strumenti che gli individui hanno per combattere il cambiamento climatico e per favorire la transizione energetica, le CER sembrano essere fra i più efficaci, in grado di modificare la nostra economia e società. Il futuro potrà quindi essere caratterizzato da villaggi con produzioni decentralizzate di energia rinnovabile e da cieli più limpidi e tersi.
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